La Federazione veterinari e medici del Veneto – è scritto in un comunicato di Sivemp Veneto – cui aderisce oltre l?85% dei veterinari pubblici in servizio nelle Ulss, ha proclamato formalmente lo stato di agitazione e preannunciato lo sciopero regionale della categoria. Alla comunicazione, inviata lunedì 3 dicembre al Prefetto di Venezia, fanno seguito immediate azioni di protesta.
Questa la dura risposta di Fvm-Sivemp del Veneto al tentativo della Regione di introdurre nel Pssr (Piano socio sanitario regionale) un articolo che prevede di modificare unilateralmente il Contratto collettivo nazionale di lavoro della dirigenza veterinaria, estendendo l?orario di servizio istituzionale alle ore notturne e festive. ?Tale previsione ? spiega il presidente di Fvm Veneto, Franco Cicco – rappresenta per la Federazione veterinari e medici un?inaccettabile tentativo di intervenire sulla regolazione del rapporto di lavoro, modificando illegittimamente aspetti rimessi in via esclusiva alla disciplina nazionale di legge e contrattuale. Se la Regione vuole favorire le attività notturne e festive delle imprese zootecniche e alimentari che devono essere controllate dai veterinari ufficiali può farlo rispettando il contratto?.
Con lo stato di agitazione i veterinari veneti si asterranno, da subito, dall?erogazione di prestazioni in orario straordinario in tutte le aziende sanitarie del Veneto, verranno indette specifiche assemblee sindacali in orario di lavoro (la prima si terrà lunedì 10 dicembre) e verrà definita la cessazione dell?uso dell?auto di proprietà per ragioni e utilità di servizio. In caso di mancata soluzione della vertenza sarà inevitabile lo sciopero regionale della categoria.
Il Piano socio sanitario, licenziato dalla Commissione sanità il 26 ottobre, sarà presto all?esame dell?aula del Consiglio per l?approvazione definitiva. Fvm-Sivemp auspica vivamente che in quella sede il testo possa essere modificato. L?articolo approvato dalla commissione, infatti, non solo è illegittimo, ma aggrava le già critiche condizioni di lavoro nel settore della sanità pubblica veterinaria del Veneto, in particolare a causa del sotto dimensionamento degli organici dei servizi delle Ulss, aprendo la strada a forti criticità e disfunzioni operative nell?espletamento delle attività. ?Un?organizzazione del lavoro come prefigurata ora dalla Regione, con gli attuali numeri risicati di personale ? spiega Cicco – metterebbe seriamente a rischio l?efficacia e l?efficienza dei controlli, la sanità e il benessere animale, la tutela della sicurezza alimentare e quindi la stessa qualità dell?agroalimentare veneto?.