Eliminato con una delibera di giunta il numero chiuso per la via fittizia di residenza a Vicenza. Si tratta di un sistema che permette l’iscrizione all’anagrafe comunale di cittadini senza fissa dimora che così possono essere assistiti dalla Sanità pubblica o partecipare alla ricerca attiva del lavoro (qui l’approfondimento di ViPiù sulla via fittizia di residenza). Nel capoluogo berico la via fittizia di residenza è stata istituita nel 2012 e si chiama via santa Giuseppina Bakhita.
“Dopo aver portato avanti in maniera intransigente le nostre posizioni in merito al numero chiuso della via fittizia di residenza, questo settembre abbiamo accolto molto positivamente la notizia che finalmente anche a Vicenza il numero chiuso è stato tolto” è il commento affidato a un lungo post su Facebook del collettivo Welcome Refugees, che si occupa di dare assistenza a chi dorme per strada e che in passato ha avuto scontri soprattutto con una certa parte di questa amministrazione, soprattutto quando è scoppiato il caso dei presunti inaffiamenti ai senzatetto.
“Ora, non è una notizia incredibile: la via fittizia di residenza deve essere a numero aperto per Costituzione – prosegue Welcome Refugees -. L’amministrazione non ha quindi fatto il miracolo: ha messo in pratica quella che dovrebbe essere la normalità. Però almeno ha deciso di smettere di mantenere una politica anticostituzionale. Una in meno”.
“Ora bisogna andare avanti con i progetti a favore del sociale, per il quale quest’anno il comune ha stanziato solo 100.000 euro, rispetto ai 450.000 (peraltro non sufficienti) dell’anno passato. Sono necessari più posti in accoglienza notturna (attualmente tutti pieni, lasciando ancora una trentina di persone in strada) e anche una struttura d’accoglienza diurna – conclude Welcome Refugees – dove i senza fissa dimora possano trovare riparo dal freddo e dalle intemperie durante il giorno”.