Sul nostro cammino lungo la Via Francigena si para oggi Garlasco, piccolo centro della Lomellina, in provincia di Pavia. Scopriamo insieme le tappe principali della sua storia e i suoi monumenti più importanti.
La storia di Garlasco
Garlasco è una città che vanta antichissime origini celtiche. Il suo nome deriverebbe infatti dall’antico celtico karl-leski, che significa “città della cremazione”. A suffragare questa tesi, la scoperta di una necropoli celtica datata attorno al XIII secolo a.C. Garlasco è poi stata una città prima romana, poi longobarda; la sua posizione l’ha purtroppo esposta a numerosi conflitti nel corso dei secoli successivi.
Il santuario della Madonna della Bozzola
Siamo nella seconda metà del XV secolo. La tredicenne Maria, pastorella di Garlasco, porta quotidianamente al pascolo le sue pecore. La ragazzina, seppur così giovane, non ha avuto una vita facile. Ha già perso tutta la sua famiglia per mano di soldati stranieri durante una razzia, e il trauma le ha portato via la capacità di parlare. Un giorno come tanti, si ritrova con il suo bestiame nel bosco (pieno di biancospini, “buslà” in dialetto), sotto un cielo che promette una violenta tempesta. Si rannicchia sotto l’edicoletta della Madonna che, improvvisamente, le appare. Maria è incaricata di riferire il desiderio espresso dalla Vergine di avere un santuario proprio in quel luogo.
Questa è la storia prodigiosa che si racconta attorno alla costruzione del monumento più importante di Garlasco, il Santuario della Madonna della Bozzola. La composizione architettonica che vediamo oggi è il frutto di una continua evoluzione nel corso dei secoli successivi alla vicenda della piccola Maria. Si partì con una struttura che proteggesse l’edicola, per poi ampliare il santuario con aggiunte seicentesche e settecentesche. Nell’800 il Santuario assume la sua forma odierna e nei primi anni del ‘900 viene costruita la caratteristica facciata (foto in copertina).
La chiesa parrocchiale di Santa Maria Assunta
La chiesa principale della città è però quella dedicata alla sua patrona, la Santa Vergine Assunta. L’edificio, risalente all’inizio del XVIII secolo, è stato ultimato solo due secoli più tardi, con il completamento della facciata. Sul luogo dove sorge era presente un’altra chiesa, Santa Maria intra muros, i cui resti sono ormai visibili solo nella base del campanile e negli affreschi superstiti all’esterno dell’abside.