Dopo aver iniziato il nostro viaggio dal capolinea del sud, Santa Maria di Leuca, partiamo, destinazione Città Eterna, anche dal Nord, seguendo il percorso descritto dall’Arcivescovo inglese Sigerico. La prima tappa della Francigena del Nord è il passo del Gran San Bernardo, valico alpino che segna il confine tra la Val d’Aosta e il Canton Vallese svizzero.
Il Gran San Bernardo nella storia
Conosciuto come “Summus Poeninus” in età romana, il Colle del Gran San Bernardo segna il confine naturale tra l’Italia e la Svizzera, nonché una delle “porte” verso il nostro Paese.
Le prime tracce di presenza umana nella zona risalgono al Neolitico. In questa zona era in voga, fino alla conquista romana, il culto di una divinità locale, assimilata poi a Giove (Iupiter Poeninus). Per questo motivo, il colle fu per secoli conosciuto come Mont-Joux (Monte Giove), finché non prevalse il culto di San Bernardo di Mentone, arcidiacono di Aosta.
Il nome del valico risuonerà nella mente di molti grazie al dipinto di Jacques-Louis David, che ritrasse Napoleone Bonaparte nell’atto di attraversare le Alpi, dando inizio a quella che sarà la seconda Campagna d’Italia.
L’Ospizio e il lago
In questa valle, nel Medioevo, sorse un ospizio, che aveva (e ha) il compito di accogliere i pellegrini che scendevano o risalivano la penisola lungo la via Francigena. Il fondatore, secondo la leggenda, fu proprio San Bernardo di Mentone, nell’XI secolo. Il futuro santo avrebbe ordinato la costruzione dell’ospizio, che ancora oggi porta avanti la filosofia dell’ospitalità e dell’accoglienza, tramite i canonici agostiniani che se ne occupano.
All’interno dell’hospice è presente anche una chiesa di notevole pregio artistico. Quest’ultima risale al XVII secolo, ed è quindi contraddistinta da uno stile barocco.
Agli agostiniani del San Bernardo è legata anche la famosa razza di cani da salvataggio omonima. Sarebbero stato proprio i canonici della congregazione a selezionarli per primi, sulla base dell’ormai estinta razza del mastino alpino. I compiti dei cani erano molteplici, tra cui la sorveglianza e soprattutto il soccorso: grazie al loro grande fiuto sono costituivano infatti un prezioso aiuto per ritrovare viaggiatori dispersi in mezzo alla neve. Ancora oggi sono i confratelli ad occuparsi di loro e a portarne avanti un allevamento, che è possibile visitare.
Altra grande bellezza naturale di questa valle è il lago del Gran San Bernardo, che si colloca proprio a cavallo tra i due Paesi. In esso si specchiano gli imponenti massicci montuosi che lo circondano a 360º.
Dai quasi 2500 metri di altitudine sui quali sorgono l’Ospizio e il Lago, la strada della Francigena prosegue in discesa. La direzione è quella dei borghi medievali di Saint-Rhémy-en-Bosses e Entroubles, che racconteremo nella seconda tappa del nostro viaggio verso Roma.