Lasciando la Valle d’Aosta, il nostro cammino sulla Francigena del Nord prosegue attraverso il Piemonte. La prima tappa alla scoperta di questa nuova regione è Ivrea, una città che affonda le sue radici nella storia prima romana, poi medievale. I natali romani di Ivrea, anticamente chiamata Eporedia, mantengono vivo il loro segno nel nome della zona circostante e in quello dei suoi abitanti, conosciuti come “eporediesi”
Il Castello Sabaudo
Il Carducci lo chiamò “castello dalle rosse torri”, facendo riferimento al colore delle sue pietre. Le torri sono, in effetti, uno dei punti più caratteristici del castello, e non solo per la loro sfumatura color mattone. Esse si stagliano alle quattro estremità del perimetro trapezoidale del forte, quasi doppiandolo in altezza. A prima vista potrebbe sembrare che ce ne siano soltanto tre: la quarta, in realtà, è al suo posto, ma ormai da secoli è ridotta alla metà della sua altezza.
Cartolina di Ivrea. Bene in vista la torre mozza. (foto FB: Castelli, Rocche e Fortificazioni in Italia)
Nel 1676 il deposito di munizioni del castello fu colpito da un fulmine, che ne causò l’esplosione. Molti furono i morti e i feriti, e la torre rimase mozza, senza mai essere ricostruita ma solo ricoperta con un nuovo tetto, ricordando così quel tragico giorno.
Dal 1700 fino agli anni ’70 del secolo scorso, il castello ospitò un carcere. Questa splendida fortificazione del tardo medioevo, di per sé molto suggestiva già all’esterno, attende di essere riconsegnato alla cittadinanza e ai turisti a restauro ultimato.
La Cattedrale di Santa Maria Assunta
Ivrea vanta anche una splendida cattedrale di notevole pregio artistico, la chiesa di Santa Maria Assunta. Il sito su cui sorge l’edificio religioso era probabilmente occupato precedentemente da un tempio romano, come testimonia il rinvenimento di alcuni resti dell’epoca durante la costruzione della nuova facciata ottocentesca.
Il tempio preesistente fu sostituito dalla prima chiesa cristiana verosimilmente attorno al IV secolo. La struttura romanica presente ancora oggi risale al periodo tra il X e il XIII secolo. Nel corso del tempo la cattedrale ha subito diverse modifiche, tra cui ampliamenti, costruzioni di cappelle e rifacimenti della facciata, che hanno progressivamente cambiato del tutto il suo aspetto. Il risultato di questa evoluzione è oggi una splendida chiesa barocca, con ricche decorazioni pittoriche e stucchi.
Di particolare interesse è inoltre la sua cripta, anch’essa soggetta a numerosi mutamenti nel corso dei secoli, dovuti primariamente ai cambiamenti nella liturgia e alla destinazione d’uso dello spazio. Ad oggi è possibile ammirare i resti di alcuni affreschi del XV secolo, ritrovati durante un restauro sotto uno strato di intonaco.
Ivrea città industriale del XX secolo
Per gli appassionati di archeologia industriale, vale bene sapere che Ivrea, dal 2018, possiede un sito patrimonio UNESCO. Qui si trova infatti la città industriale del XX secolo, costruita tra il 1930 e il 1960. Questo grande complesso, di circa 71 ettari, fu il teatro del successo di Adriano Olivetti e della sua azienda, che produceva le famose macchine da scrivere.
Il Carnevale di Ivrea
La festa più sentita e più caratteristica di Ivrea è, come per molte città della vicina Valle d’Aosta, il Carnevale. Di questa festa è conosciutissima la battaglia delle arance, ma i giorni di festeggiamenti riservano molte altre interessanti tradizioni.
La battaglia avviene in memoria della secolare lotta del popolo contro i soprusi dei signori; in particolare, nel medioevo, questi ultimi erano soliti donare al popolo affamato un simbolico cesto di fagioli, che i cittadini si lanciavano a vicenda, sprezzanti dell’elemosina, che più che simbolica, aveva più i connotati di un’umiliazione.
La tradizione della battaglia è proseguita nel corso dei secoli con oggetti di ogni tipo, fino ad arrivare alle arance. Per non essere colpiti (salvo qualche arancia vagante) è necessario indossare un berretto rosso. Questo copricapo, simile al berretto frigio dei rivoluzionari francesi, ricorda la rivolta popolare sollevata dalla mugnaia Violetta, che si ribellò al signorotto locale e allo ius primae noctis, incarnando così la lotta stessa contro i soprusi dei potenti.
La battaglia delle arance è solo la più famosa e l’ultima (si svolge dalla domenica al martedì grasso) delle tante iniziative che animano il lungo carnevale eporediese. La festa inizia ufficialmente il giorno dell’Epifania, e riprende a pochi giorni dal martedì grasso, con le presentazioni dei personaggi del corteo storico (protagonista assoluta è Violetta la mugnaia), e termina, dopo la battaglia, con una mensa comune di merluzzo e polenta.