Carpignano e Martano, un angolo di Grecia nel Salento – La Via Francigena destinazione Roma, la 4ª tappa dal Sud

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martano palazzo baronale
(Foto: Wikimedia Commons)

Dopo aver ammirato le bellezze di Otranto è ora di spostarsi un po’ più su per il Salento, verso l’entroterra, in direzione Carpignano Salentino e Martano. I due paesi, a pochi chilometri di distanza l’uno dall’altro, sono due degli undici comuni della cosiddetta “Grecìa Salentina“. La zona, in provincia di Lecce, è nota per essere l’unica parte di Puglia dove ancora si parla il griko, un dialetto definito “greco-italiota”, parlato dalle antichissime comunità greche stanziatesi nell’area.

La Grecìa Salentina

L’origine delle comunità greche di Puglia non è certa: vi sono due teorie, in contrasto tra loro: la teoria megaloellenica e la teoria bizantina. La prima vorrebbe il griko diretto discendente del greco parlato nella Magna Grecia; la seconda ritiene impossibile che la lingua sia sopravvissuta alla conquista romana (e alla conseguente diffusione del latino), collocando la nascita della comunità al periodo bizantino.

Certo è che alle soglie dell’anno 1000 la lingua grika era assai più diffusa: si sarebbe infatti estesa fino alla zona di Brindisi. L’area di parlanti andò però via via restringendosi anche a causa di un importante fattore: l’abbandono, nel periodo normanno, del rito religioso greco. In questo modo, il greco fu ridotto a una lingua vernacolare, priva del supporto della Chiesa bizantina.

Dal 1999 il popolo griko del Salento è riconosciuto ufficialmente come minoranza etnica e linguistica. Tuttavia, come constatato da numerosi studi, questa antica lingua è in via di estinzione: ad oggi solamente le generazioni più anziane sarebbero in grado di parlarla correntemente.

castello martano
Martano in una cartolina d’epoca

Carpignano Salentino e la cripta di Santa Cristina

Il legame profondo di questa terra con la storia bizantina è ben evidente dalle tradizioni e delle testimonianze artistiche giunte fino a noi, che ricordano l’antica appartenenza delle genti salentine al rito religioso orientale. A Carpignano Salentino è possibile ammirare una delle testimonianze più importanti dell’arte bizantina nell’Italia Meridionale: la cripta di Santa Cristina. Il suo ciclo di affreschi è di notevole interesse per gli storici dell’arte, in virtù soprattutto di una singolare peculiarità: ogni dipinto è firmato dagli artisti che lo hanno realizzato e dai loro committenti, nonché datato con precisione al mese e all’anno di realizzazione.

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Affresco della cripta di Santa Cristina a Carpignano (foto FB: Fotografando Lecce e il Salento)

Il Palazzo baronale di Martano

Parallelamente alla cultura secolare della Grecía, Martano ha da offrire anche il fascino dell’architettura salentina dei secoli successivi. Il Palazzo baronale (foto in copertina), è a sua volta un gioiello di interesse architettonico e storico. Le parti più antiche oggi rimaste appartengono alla fortificazione edificata nel 1481, dopo la riconquista di Otranto occupata dai Turchi. Le aggiunte successive raccontano che nei secoli seguenti il fortilizio fu convertito ad un uso abitativo da parte dei Trani, famiglia nobile locale. Fu così edificata la facciata seicentesca e impreziositi gli interni con pavimenti maiolicati e numerosi fregi architettonici.

Il viaggio nelle calde terre di Puglia non è finito: la via Francigena del Sud ci fa incamminare verso Lecce, capoluogo del Salento, che scopriremo nella prossima tappa.