La Via Francigena sulle orme del vescovo Sigerico e l’abate Nikulás, destinazione Roma

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(foto Twitter: @gandinirozzi)

Il pellegrinaggio è una pratica comune a molte religioni. Nella tradizione cristiana divenne popolare nei primi secoli dell’Alto Medioevo, quando ormai il cristianesimo era diffuso in tutta Europa, e una grande parte dei fedeli viveva a migliaia di chilometri di distanza dai luoghi santi. Le destinazioni dei pellegrini erano principalmente tre: Santiago de Compostela, Gerusalemme e Roma.

Queste ultime erano raggiungibili dall’Europa nell’arco di alcuni mesi di cammino attraverso l’Italia. Il percorso si articolava su una rete di sentieri, che in tempi moderni ha assunto il nome di “Via Francigena“, ovvero, “che si origina dalla Francia“.

Che si percorra da soli o in compagnia, il lungo cammino ha sempre qualcosa da insegnare al “pellegrino” odierno, spesso mosso da motivazioni non solo religiose. Le giornate sotto il sole battente, il viaggio affollato di persone, spesso sconosciute, che camminano al proprio fianco, il modo “lento” di godere della bellezza del paesaggio e delle tappe. Il pellegrinaggio non consiste solo nella destinazione quindi, ma nel cammino stesso. È per questo che le antiche vie di comunicazione riscuotono ancora oggi un grande successo, in un’era in cui gli spostamenti, anche quelli veloci, sono accessibili alla maggior parte delle persone.

La ricostruzione della Francigena del Nord

cattedrale di canterbury via francigena
La Cattedrale di Canterbury (Foto: Wikimedia Commons)

Il tracciato dell’odierna Via Francigena non è che una ricostruzione ideale: non si tratta di un tracciato preciso, ma di un insieme di strade, parte di un itinerario ideale di base. Non vi fu mai una sola via Francigena, dunque, ma tanti sentieri accomunati dalla destinazione: i luoghi più sacri del cristianesimo. Come sempre, si attinge alle testimonianze di coloro che vissero in quegli anni per provare a dare forma ad un passato tanto lontano.

Nel caso della via Francigena, le informazioni più preziose ci sono state lasciate in eredità da Sigerico, arcivescovo di Canterbury. Recatosi a Roma per ricevere il Pallio – un paramento sacro – direttamente dalle mani del Papa (siamo nel X secolo, secoli prima dello Scisma anglicano), appuntò su un diario tutte le tappe del suo viaggio di ritorno, durato ben ottanta giorni. L’itinerario di Sigerico – così è chiamato oggi il percorso basato sugli appunti del vescovo – si articola in ben 79 tappe, tra Italia, Svizzera, Francia e Inghilterra. Ci occuperemo qui di seguire il percorso dal Passo del Gran San Bernardo, odierno confine con la Repubblica Elvetica, fino a San Pietro.

Diario di Sigerico
Il diario di Sigerico (Foto Twitter: @ViaFrancigenaEU)

La Via Francigena del Sud

Pellegrini Via francigena
Raffigurazione di pellegrini medioevali (Foto FB: Via Francigena Entry Point)

Un viaggio lungo e faticoso quello del Vescovo, che però non conosceva alternative. Come lui, tanti pellegrini percorrevano quelle stesse strade, alle volte spingendosi anche più a sud.  Seguendo il tracciato dell’antica Via Appia, giungevano infatti a Brindisi, dove li attendeva una nave che li avrebbe condotti in Terra Santa. Il percorso approvato dal Consiglio d’Europa come Itinerario Culturale, parte invece da Santa Maria di Leuca, la città in Puglia conosciuta per essere bagnata sia dal Mar Ionio che dal Mar Adriatico. Anche in questo caso disponiamo di una preziosissima testimonianza, quella di Nikulás Bergsson. L’uomo, monaco benedettino islandese, nel XII secolo giunse fino a Gerusalemme. Il suo viaggio attraverso l’Europa e l’Italia è raccontato in una relazione successiva al suo ritorno, conosciuta come Leiðarvísir, in islandese “itinerario”.

Sulle tracce di Sigerico e Nikulás

Percorriamo idealmente questo cammino alla scoperta delle città, dei borghi e delle bellezze naturali attraversate dal cammino della Francigena. Ponendoci come obiettivo Roma, ci avvicineremo alla Città Eterna sulle orme dei pellegrini che scendevano dal nord e quelli che risalivano la penisola.