La linea degli Aurunci ha rappresentato un segmento ferroviario importantissimo che collegava il casertano con Gaeta prima che la direttissima Napoli-Roma venisse completata e, soprattutto, che i bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale devastassero, tra le altre cose, parte delle sue tratte. Furono proprio i tedeschi, infatti, a far saltare in aria 21 delle 25 arcate del Viadotto del Pontone, un’imponente opera edile connessa a doppio filo con questo importante asse di trasporto.
Chiamato anche i “25 ponti“, il viadotto ha rappresentato a lungo un simbolo di Gaeta e della sua identità: ripercorrerne la storia significa fare i conti anche con quello che per la Riviera di Ulisse è stata la Sparanise-Gaeta che, inaugurata nel 1892, colmò quella distanza che separava l’antica Repubblica Marinara – fino ad allora isolata e difficile da raggiungere poiché non attraversata dall’Appia – dai territori di Terra di Lavoro.
L’edificazione del Viadotto del Pontone (1891) viene ricordata come una delle più imponenti ed importanti dell’Ottocento: i suoi archi, suggestivi e maestosi (raggio di 500 metri, lunghezza complessiva di 359 metri e altezza massima di 23 metri), riuscivano a sorpassare la regina viarum e ad offrire un link per l’attraversamento dei territori tra Itri e Formia. Il suo scopo, infatti, era proprio quello di superare gli ampi dislivelli che ostacolavano il passaggio della linea ferroviaria.
L’inaugurazione della Littorina – La linea degli Aurunci venne costruita, almeno inizialmente, con un fine prettamente strategico-militare: Gaeta, all’epoca, era una fortezza che necessitava continui approvvigionamenti di materiali. La ferrovia, però, quasi immediatamente diventò un fondamentale strumento di connessione all’interno e all’esterno della Riviera di Ulisse e, in una prima fase, riuscì persino a “battere” in velocità la neo direttissima Napoli-Roma contestualmente agli stessi tratti di percorrenza; una vittoria che fu, tuttavia, il suo canto del cigno e che durò fin quando l’antagonista non venne terminata. Man mano, diverse sue tratte vennero soppresse.
Di quegli anni gloriosi sono ancora piene le memorie di tanti residenti: c’è chi, ad esempio, ha vissuto l’inaugurazione, avvenuta proprio sulla Sparanise-Gaeta, della cosiddetta “Littorina“, l’automotrice con motore a scoppio che riusciva a raggiungere i 130 Km orari. Era il giugno del 1933 e il tutto avvenne alla presenza di numerose autorità, tra cui il Ministro degli Interni Costanzo Ciano. Da quel momento in poi, i centri di Formia e Gaeta divennero così vicini da distare soltanto pochi minuti di viaggio; e l’itinerario passava proprio sulle maestose arcate dello storico viadotto. Ma c’è anche di più. Quei binari, concepiti a fine Ottocento per ospitare soltanto treni a vapore, fecero in tempo (dal 1936) a trasportare persino le automotrici diesel Fiat ALn56, vivendo quella fase storica intermedia che avrebbe, poi, portato alla modernità e alle nuove tecnologie.
Il bombardamento del 1943 – Come anticipato, 21 dei 25 ponti che costituivano il Viadotto del Pontone vennero fatti saltare in aria dai tedeschi durante il secondo conflitto mondiale, insieme a gran parte della ferrovia. L’opera, alla fine della guerra, era ridotta a pochi resti visibili e un ammasso informe di macerie. Si è dovuto attendere il 1948 per l’appalto delle Ferrovie dello Stato ed i lavori di ricostruzione, che vennero ultimati nel 1950. L’inaugurazione è avvenuta il 1° Gennaio 1954. Dal 1966, come per tutta la linea ferroviaria, il transito venne limitato al solo servizio merci e dal 1981 c’è stata la sospensione definitiva. È passato quasi mezzo secolo da allora ma, nonostante questo tassello della nostra storia sia stato rimesso in piedi, ad oggi non ha ancora acquisito un’ufficiale destinazione d’uso.
L’ultima notizia che lo riguarda è del Maggio 2021, quando le sue arcate, insieme a quelle dei viadotti di Rialto e di Rio Fresco, hanno accolto il passaggio di un macchinario di 260 tonnellate, oltre 12 metri di lunghezza e 7 metri di larghezza: un vero e proprio trasporto eccezionale organizzato da Terna-Ansaldo, gestore della rete dell’energia elettrica ad alta tensione in Italia, che si era aggiudicato una commessa (per un valore complessivo di 70 milioni di euro) per installare 3 compensatori sincroni di energia nel Centro-Sud per scongiurare quei pericolosi sbalzi di tensione elettrica che rovinano elettrodomestici e contatori. L’attraversamento dei 25 Ponti, quindi, è servito per raggiungere in maniera agevole – dato l’eccezionale contesto – la stazione elettrica del Garigliano che sfrutta l’energia proveniente dal corso d’acqua per alimentare la provincia di Caserta.