(Da VicenzaPiù Viva n. 11 in edicola, nella sede di Contrà Vittorio Veneto dal martedì al giovedì dalle 15 alle 18.30 e online per gli abbonati, clicca qui). Percorso 13- Sentiero Brunelli: è stato chiamato “La Valle dell’Orco” da qualche anno a questa parte perché lo scrittore Umberto Matino vi ha ambientato un noto romanzo giallo, proprio intitolato “La Valle dell’Orco”.
Per arrivare a questa meta, da raggiungere questo mese un sabato o una domenica o quando volete, partendo, per esempio, da Vicenza si raggiunge in auto Torrebelvicino, a quasi 5 km a nord di Schio, e si raggiunge il Ponte delle Capre.
Ci troviamo nel territorio che circonda Contrada Manfron. Questo percorso somma il Percorso 11 – Sentiero di Mondonovo al Percorso 12 – Sentiero del Cengìo, avendo come cardine Contrada Manfron, i Brunelli del romanzo.
La prima parte di questo percorso corrisponde a quella del Percorso 11. Partendo da Ponte delle Capre, attraverso le Contrade Rizza e Casarotti si arriva a Contrada Manfron. A questo punto si prende il Percorso 12 che ha come punto di partenza il salizo di questa contrada. Completato il Percorso 12 e ritornati a Contrada Manfron, si prende la seconda parte del Percorso 11 scendendo verso Contrada Mondonovo. Da qui, passando per Contrada Sagno, si riguadagna il Ponte delle Capre.
Si tratta di una zona, un percorso naturalistico di Torrebelvicino, che è affascinante per i panorami rurali, i torrenti, gli affreschi e i capitelli votivi. Oltre alla bellezza ambientale di questo luogo, si celano molte leggende. Ecco perché anche Matino nel suo romanzo racconta di morti misteriose, personaggi caratteristici e ripercorre l’origine cimbra della Val Leogra. Dalla Valle dell’Orco è facilmente raggiungibile anche la suggestiva Contrada Mondonovo.
Sembra che la Valle dell’Orco venga chiamata così sia sul versante di Recoaro Terme, sia sul versante di Torrebelvicino. Tant’è che i recoaresi ne hanno ricavato una leggenda.
“Questa leggenda ha inizio molti anni fa, in una valle tetra e tenebrosa che mette paura anche agli uomini più coraggiosi – si legge sul sito della Chiamata di Marzo -. L’acqua, scendendo dalla vecchia montagna, crea dei mormorii e dei sussurri da far rabbrividire anche il cuore più indurito. È da questi mormorii, da questi sussurri e da qualche masso che cade perché mosso dall’acqua, che i nostri antenati credevano di sentire l’Orco“.
L’Orco, secondo le immagini paurose di questi avi, era un uomo dalla corporatura enorme, la sua forza era qualcosa di spaventoso, poiché poteva smuovere e far rotolare grossi massi. Tutte queste cose avvenivano solamente di notte. Durante il giorno non accadeva nulla.
Gli antichi abitanti credevano in tutto quello che sentivano. Per questo motivo, ogni cosa che si muoveva era, per loro, un essere immaginario in cui bisognava credere.
Si credeva anche, che chi calpestasse l’impronta dell’orco non potesse muoversi, fino a quando non fosse arrivato il nuovo giorno. Questa leggenda, “la xe na storia de sti ani” che veniva raccontata ai bambini, dicendo loro di non uscire di casa alla sera e stare buoni altrimenti veniva l’orco a portarli via…
Mentre il romanzo “La Valle dell’Orco” di Matino racconta di Aldo Manfredini, un giovane medico stanco della vita cittadina, che decide di andare ad abitare in una contrada montana, nel bel mezzo delle Prealpi Venete. Riesce facilmente ad integrarsi in quella piccola comunità composta da anziani montanari e si adegua volentieri agli antichi ritmi della vita contadina. I suoi nuovi compaesani hanno fama d’essere ombrosi e bruschi, rovèrsi, ma lui si sente ben accolto, come a casa propria. L’atmosfera di serena vita agreste che si respira lassù viene offuscata da un tragico incidente che provoca la morte di un vicino. Non credendo alla casualità di quanto accaduto, Aldo inizia un’indagine discreta, aiutato dall’ex parroco del paese. Per fissare meglio le proprie riflessioni, le scoperte e i dubbi cominciano inoltre a scrivere un diario. Via via che scava nel passato remoto di quella valle e di quella gente, gli incidenti misteriosi e le morti si moltiplicano e lui si rende conto che potrebbe rimanere travolto dagli avvenimenti. Aldo, infatti, muore e il suo diario diventa la cronistoria dell’indagine, una specie di “messaggio in bottiglia” che verrà raccolto dal suo unico amico rimasto in città, l’ingegnere Carlo Zampieri. Molte sono le domande alle quali Carlo dovrà trovare risposta, la prima delle quali riguarda proprio il suo amico: Aldo si è suicidato, come sostengono i carabinieri, o è stato assassinato? E se è stato ucciso, chi è il colpevole? Cosa ha trovato di così importante da lasciarci la vita? Le risposte sono ovviamente contenute nel giallo di Matino.
Per la durata della “scoperta”, in mancanza di tempo o per godersela in un paio di volte, magari anche per motivi di diverse abitudini a camminare si può ovviamente anche scegliere di fare il percorso 11 e poi il percorso 12. A voi la decisione di come godere di questo percorso naturalistico da… giallo.
Caratteristiche del percorso:
Partenza: Ponte delle Capre
Durata: 5 ore e 45 minuti circa
Distanza: 15,8 chilometri
Dislivello: 550 metri
Cosa e dove mangiare
Se vi trovate nel versante di Recoaro Terme, la specialità tipica sono gli “gnocchi con la fioreta”, un piatto tipico che riassume il sapore della malga di montagna e dell’alpeggio. La fioreta è una ricotta semiliquida e cremosa, color perla, dal retrogusto lievemente acidulo, ottenuta non scolando completamente il siero del latte. Si chiama così perché è il fiore del latte, il primo affioramento dopo la mungitura. Si possono gustare in quasi tutti i ristoranti e le trattorie di Recoaro.
Questa specialità di può trovare, oltre che in alcuni “ristori”, alla centralissima “Locanda Seggiovia”, vicino all’ovovia in centro paese.
Se vi trovaste sul versante di Torrebelvicino, potreste fermarvi a mangiare in qualche trattoria con barbecue o in qualche bruschetteria.
Non sono vietate, anzi…, le merende al sacco da godersi durante la camminata…tanto più che è sempre consigliato portarsi uno zaino leggero con acqua, sempre necessaria, e, se volete, cibo o spuntini.