“Evidente degrado e manutenzioni mai fatte su 9 viadotti”: indagati i vertici della Strada dei Parchi, sequestrati quasi 27 milioni di euro“: con questo titolo Il Fatto Quotidiano.it annuncia un’indagine che, partendo dalla mala gestio delle autostrade in concessione, quelle di Toto nella fattispecie, coinvolge anche un vicentino molto noto nella politica e nei suoi mondi collaterali: Mauro Fabris (in seguito prosciolto da ogni accusa come comunicatoci ad aprile 2023, ndr)
Dopo il crollo del ponte Morandi tragicamente firmato Benetton, a cui Gianni Mion, testa pensante (calcolante?) della famiglia trevigiana e noto anche come il traghettatore verso le esequie della Banca Popolare di Vicenza e di oltre 118.000 suoi risparmiatori/soci azzerati, si compiaceva di far arrivare più utili risparmiando sulle manutenzioni, ora i fari degli investigatori, quegli abruzzesi in questo caso, puntano di nuovo il politico di Camisano.
Quei fari su Fabris i pm di Teramo li avevano, infatti, già accesi nel 2018 nell’ambito dell’inchiesta già allora sulla sicurezza dei viadotti dell’A24 ed in particolare su quelli di Cerchiara e Casale San Nicola con sei iscritti nel registro degli indagati, incluso lui in quanto vice presidente della Strada dei Parchi, quella di cui oggi ha scritto Il Fatto per gli sviluppi delle indagini.
Abile e storico navigatore dei palazzi della politica (non a caso da sottosegretario ai Lavori pubblici ben conosceva il Transatlantico), con e senza il tutor Mastella, con il centro sinistra e con il centro destra, perché no?, a dargli incarichi nel settore delle infrastrutture (commissario per il tunnel ferroviario del Brennero, vicepresidente della società di Toto per la gestione in concessione della A24 e della A25, presidente del Consorzio Venezia Nuova per il Mose, e anche vicepresidente di Aiscat, la potente associazione delle società concessionarie autostradali) non manca in Veneto chi associa l’ascesa di Mauro Fabris e la sua lunga permanenza in quota anche ai buoni rapporti trevigiani.
Sbarcato dal 2006 anche alla presidenza della Lega di Pallavolo di Serie A Femminile, grazie ai buoni uffici del nostro direttore, allora presidente del volley rosa vicentino, Fabris non parve poi dolersi più di tanto della sua fuoriuscita visto che non perse tempo a sperticarsi in lodi della proprietà e dirigenza che gli subentrarono nell’allora Minetti Vicenza, lodi non tanto beneauguranti visto che i “nuovi” ne celebrarono la morte (il club-cidio?) in un solo anno.
Anche in ambito sportivo Mauro Fabris ultimamente non vive sonni tranquilli sia per combattuta conferma ai vertici della Lega Volley sia per un deferimento da parte della Fipav, la Federazione del volley, di tutti i membri del suo Cda, tutti meno lui che mai si è tesserato, per, scrive Volleyball.it riferendo degli sviluppi odierni dall’affaire Strada dei Parchi, “questioni in corso di valutazione legate all’ammissione ai campionati” tra cui quella della squadra di Caserta, il cui patron Turco ha dato, spiega il direttore Luca Muzzioli, un voto pesante al politico-manager camisanese per la sua risicata riconferma in Lega nonostante la mancata ammissione al campionato della sua squadra.
Proprio al nostro direttore Giovanni Coviello, che si dimise “per senso di responsabilità” da presidente del club di Vicenza e ne perse la “titolarità” per le indagini di allora che lo coinvolsero ma che mai portarono, (“né potevano portare” ci dice) ad un esito, ci siamo rivolti per raccogliere la doverosa replica di Mauro Fabris a cui sempre Volleyball.it, che lo defisce da tempo come #Sceriffodeldopingamministrativo, suggerisce oggi le dimissioni: “a fronte di questa situazione un uomo di sport si dimetterebbe dalla carica in Lega Pallavolo Femminile anche solo per opportunità e per lo stesso movimento. Un uomo di sport…“.
Il direttore lo ha contattato senza indugio e, dopo aver raccolto il suo… apprezzamento per la telefonata (“a differenza dei giornalisti de Il Fatto Quotidiano“, ha sottolineato Fabris), ha raccolto le sue dichiarazioni che ci ha così riportato: “Sono in serena attesa del pronunciamento del tribunale del riesame, che si è riunito oggi e che fra 5 giorni dovrebbe rendere note le sue decisioni sull’istanza di dissequestro, e degli sviluppi delle indagini della procura di Teramo, che sono la prosecuzione di quelle del 2018, per vedere se poi porteranno ad un rinvio a giudizio o meno. I pm teramani si stanno occupando della vicenda in parallelo con gli inquirenti delle procure delle altre sei province attraversate dall’arteria sotto esame, procure da cui, invece, non ho ricevuto avvisi di garanzia. D’altronde io ero (e sono, aggiungiamo noi) vice presidente della società di gestione ma senza ruoli operativi…“.
Castellucci like, Fabris è… sereno.
Ipse dixit.
Ecco l’articolo completo de Il Fatto Quotidiano.it
“Evidente degrado e manutenzioni mai fatte su 9 viadotti”: indagati i vertici della Strada dei Parchi, sequestrati quasi 27 milioni di euro
Indagati vertici ed ex vertici della concessionaria della A24 con le accuse, a vario titolo, di abuso d’ufficio, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti. Insieme a Toto Holding e alla Toto Costruzioni sono destinatari di un decreto di sequestro preventivo di 26,7 milioni di euro eseguito dai finanzieri. Le accuse degli investigatori: “Totale inadempienza, criticità su pile e impalcati. Alcuni lavori svolti con contributi statali”
Per gli investigatori e i tecnici nominati dalla procura di Teramo non avevano mai fatto manutenzione su 9 viadotti della A24. “Totale inadempienza”, sostiene la Guardia di Finanza. Tutt’altro che sporadica, visto che la situazione – che riguardava sia gli interventi ordinari che straordinari – andava avanti dal 2009. E alcuni lavori erano stati eseguiti solo dal 2018, dopo il crollo del Ponte Morandi, senza spese a carico della società perché erano stati “utilizzati contributi statali”. Sono accuse gravissime quelle mosse dai magistrati teramani nei confronti dei vertici di Strada dei Parchi, società della Toto Holding e concessionaria che gestisce le autostrade A24 e A25, già al centro di numerose contestazioni da parte del ministero dei Trasporti. Lelio Scopa, Cesare Ramadori, Mauro Fabris, Iginio Lai, Marco Rocchi e Gabriele Nati – tutti ai vertici della concessionaria negli ultimi 11 anni – sono indagati dai pm Laura Colica e Silvia Scamurra con le accuse, a vario titolo, di abuso d’ufficio, inadempimento di contratti di pubbliche forniture e attentato alla sicurezza dei trasporti. Insieme alla stessa Toto Holding e alla Toto Costruzioni sono tutti destinatari di un decreto di sequestro preventivo emesso dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Teramo, Roberto Veneziano, di 26,7 milioni di euro eseguito dai finanzieri. Molti dei manager sotto inchiesta sono coinvolti anche negli accertamenti riguardanti la A25 da parte della procura di Pescara.
“Le uniche opere di manutenzione ordinaria svolte dalla concessionaria Strada dei Parchi spa hanno riguardato negli anni la pavimentazione, il verde, le segnaletiche e non le parti strutturali dei viadotti”, ovvero cassoni, pile e appoggi e ritegni antisismici. “Questi interventi di manutenzione ordinaria sulle opere d’arte sono stati effettuati a partire dal 2018 e neppure a spese della concessionaria perché sono stati utilizzati contributi statali, erogati in base ai provvedimenti successivi i fatti di Genova”, spiegano gli investigatori che hanno iniziato gli accertamenti dopo il collasso del viadotto sul Polcevera sulla base di alcune segnalazioni che denunciavano lo “stato di evidente degrado” delle pile dei viadotti della A24. Durante i sopralluoghi, gli investigatori ritengono di aver accertato sulle pile del viadotto Casale San Nicoladel Comune di Isola del Gran Sasso “ossidazione dei ferri dovuta anche a cedimento strutturale dei copriferri”.
Da qui le indagini si sono estese sui viadotti Cretara, S. Nicola 1 e 2, Le Grotte, Cerchiara, tutte infrastrutture della stessa tratta autostradale. E la Guardia di Finanza ritiene di aver accertato “criticità” su “alcune delle pile e degli impalcati”. Nello specifico, le fiamme gialle, hanno riscontrato un “evidente ammaloramento” dello “strato di calcestruzzo posto a protezione dei ferri d’armatura”, il “danneggiamento delle canaline di raccolta e dei discendenti che convogliano le acque di dilavamento provenienti dalla sede autostradale”, oltre a un “grave stato di ossidazione dei ferri delle armature esposti agli agenti atmosferici a causa della mancanza dello strato copriferro”. Per gli inquirenti è stata “omessa” fino al 2018 anche la manutenzione straordinaria del viadotto Temperino, che era da “eseguirsi entro il 2013”. Alla fine, due anni fa, sono stati fatti “con contributi dello Stato”.
“Ciò – scrive la Guardia di Finanza – ha comportato la contestazione alla concessionaria delle gravi inadempienze agli obblighi derivanti dall’incarico pubblico di gestione dell’autostrada A24 nel tratto teramano e la contestazione dell’attentato colposo ai pubblici trasporti, poiché le prolungate omissioni dal 2009 al 2018 (e in parte ancora fino all’attualità) non hanno assicurato la funzionalità e l’esercizio in sicurezza della tratta autostradale e hanno messo in pericolo la sicurezza dei pubblici trasporti”. Per i reati di inadempimento di contratti di pubbliche forniture la procura di Teramo ha chiesto ed ottenuto dal gip il sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta del profitto del reato per circa 5 milioni, “pari ai rilevanti risparmi di spesa conseguiti con conseguimento anche di contributi statali”. Le altre condotte illecite hanno comportato il sequestro diretto e per equivalente nei confronti di tre degli indagati e il sequestro diretto nei confronti delle società collegate alla concessionaria, per circa 21 milioni di euro.