Buongiorno signor direttore, nel 2001, io Renzo Pietribiasi, vicentino, ho cambiato lavoro e lavorando distante ho pensato bene di prendere una macchina a diesel, il gasolio costava 0,80 centesimi al litro, a quel tempo prendevo come stipendio 1.350/1.400 € al mese perciò con le spese ci stavo dentro benissimo, l’ho venduta nel 2015: il gasolio costava già 1.40 € al litro, quasi quanto la benzina.
Macchina vecchia diesel caro; decido così di vendere il Doblò diesel e prenderne uno a metano visto che nel frattempo sono andato a lavorare ancora più distante da casa così spendo un po’ meno e inquino un po’ meno. Il metano nel 2015 costava circa 0,80 centesimi al kilo, ora in alcuni distributori lo trovi anche a 3.50 € al kilo.
Stessa cosa con il pellet, ho comperato una stufa a pellet nel 2011, costava circa 0.70 € al sacco, ora lo trovi a 9 €, idem per la corrente elettrica e il gas di casa. Sono andato in pensione il primo agosto, il mio stipendio era fermo a 1.400 € mentre tutto il resto era triplicato, quadruplicato.
Guardando l’utile che ha fatto l’ENI nel primo trimestre di quest’anno, 7,3 mld pari al 700% in più dell’anno prima, e visto che il gas russo non è aumentato di prezzo neanche di un centesimo, il petrolio nel 2011 a 147,25 € al barile e ora è a 06,09, mi domando quanto si sta speculando sulla nostra pelle.
Con la Vaia e i milioni di alberi abbattuti il prezzo del pellet dovrebbe calare sensibilmente e invece arriva a 9 € al sacco e tutto questo sotto lo sguardo indifferente di un popolo oramai allo sbando e incapace di reagire, e dopo due anni di pandemia gestita da un governo inetto che ha “prodotto” una popolazione sottomessa e rassegnata.
Per farla completa ci voleva la guerra in Ucraina dove le multinazionali delle armi e dei combustibili hanno giocato come in una roulette russa, puntando la pistola alla tempia del cittadino che, frastornato e intimorito, si trincera nel proprio angolo di “sicurezza” illusoria. Che dire del governo? Draghi mi è sembrato uno Schettino della peggiore specie, ha cozzato contro una economia fallimentare e ha abbandonato la nave prima che affondasse.
Ancora! Ora ci saranno le elezioni (mannaggia non c’è mai fine al peggio), l’assenteismo sarà al 45% e si voterà per non cambiare niente, governeranno sempre degli inetti affaristi comandati dal mercato e da interessi privati: qualsiasi schieramento vincerà resteranno e resteremo sempre schiavi del sistema.
Mi domando quanto ancora dovremmo subire per svegliarci e dare veramente una svolta a questa marcia società, con questa classe dirigente di imbroglioni, sfruttatori senza una visione del domani, senza la voglia di sporcarsi mai le mani, ideologi allevati alla Bocconi, con questi lorsignori non avremo dei miglioramenti ma sempre più sottomissione a un sistema capitalistico dove i ricchi saranno sempre più ricchi e i poveri saranno sempre di più attaccati alla canna del gas. Come dice Pierpaolo Capovilla nella sua ultima canzone: MORTE AI POVERI.
Renzo Pietribiasi