Due settimane dopo la retrocessione, il Vicenza 2022-2023 è ancora un progetto appena abbozzato. Come la precedente conferenza stampa abbinata presidente-direttore generale, anche quella che si è tenuta a Casa Vicenza, protagonisti il direttore sportivo Federico Balzaretti e quello tecnico Francesco Vallone, non ha offerto anticipazioni e prospettive chiare su quella che sarà la squadra per il prossimo campionato.
Non potrebbe essere che così, forse, in considerazione che la società è in attesa di sapere se sarà riammessa in Serie B per completare l’organico del girone e lo saprà solo il 22 giugno. Questo punto è discriminante per la operatività del club, che si troverà – nel caso di Lega Pro – nella necessità di inserire almeno una ventina di giocatori nuovi e, in caso di riammissione, potrebbe invece valutare la conferma di qualche protagonista della passata stagione.
“Stiamo ragionando per la Serie C – ha ammesso Balzaretti – ma ci stiamo prendendo un minimo di tempo.” L’unica certezza al momento, quindi, è che si riparte con gli stessi top manager e con lo stesso allenatore della retrocessione.
Anche il d.s. si è dilungato sulla ricostruzione della seconda parte del campionato appena concluso (“mi prendo tutte le responsabilità” ha affermato quasi con le stesse parole già usate da Bedin), senza aggiungere – in verità – nulla di particolarmente significativo: “ha contato molto l’aspetto psicologico nei giocatori”, “alcuni dei nuovi arrivati avevano bisogno di minutaggio e di tempo per conoscersi”, “il calciomercato di gennaio è riuscito e, nel girone di ritorno, abbiamo raccolto ventisette punti”, “Brocchi è stato sostituito perché la squadra era incappata in due-tre partite negative.”
Sul Vicenza 2022-2023, bocche cucite. Non è stato ancora deciso il modulo (“ne parleremo con l’allenatore”) ma sarà, in ogni caso, una squadra improntata all’agonismo, alla concretezza e alla verticalità. “Non è importante il bel gioco – ha spiegato – quanto dare alla squadra una sua identità, che vogliamo sia quella che si aspettano i tifosi vicentini”, “un gioco con queste caratteristiche è particolarmente adatto al nostro stadio, con gli spalti a ridosso del campo.”
Il profilo dei giocatori che arriveranno è quello che già aveva anticipato il d.g.: “calciatori di proprietà con caratteristiche identitarie precise, soprattutto senso di appartenenza e attaccamento alla maglia, e un gruppo di giovani italiani da inserire progressivamente.”
Inevitabile, su questo secondo punto, un chiarimento a proposito di Tommaso Mancini, che voci di mercato spingono verso la Juventus Under 23. “Il ragazzo – ha spiegato il d.s. – è sotto contratto con noi fino al 2023 e gli è stato proposto in gennaio un prolungamento di due anni. Non ci ha ancora dato una risposta ma non abbiamo fretta. Posso dire che nessuna società finora ce lo ha chiesto.”
Mancini potrebbe diventare un punto centrale del progetto Vicenza 2022-2023? “Senz’altro – ha risposto Balzaretti – soprattutto se dovesse giocare in Lega Pro, esperienza importante per la formazione di un giovane.”
Sugli altri nomi che potrebbero comporre la nuova squadra Balzaretti ha detto davvero poco: “Vandeputte resterebbe a Vicenza in Serie C”, “abbiamo visionato nei giorni scorsi alcuni giocatori in rientro dai prestiti”, “sul futuro di Jallow e Longo (a loro volta in rientro per fine prestito ndr) permettetemi di non rispondere”, “ci piacerebbe una squadra radicata nel territorio, come abbiamo cominciato a fare quest’anno con Maggio, Cavion, Zonta, Mancini”, “Giacomelli ha rinnovato il contratto per un’altra stagione”, “se sarà confermata la Serie C, sarà difficile trattenere alcuni giocatori.”
A chi gli faceva notare che l’attaccamento (uno dei sine qua non richiesti per il prossimo campionato) non è una dote innata in un calciatore, Balzaretti ha dovuto ammettere che “ci vogliono tempo e continuità per crearlo e sarà la società a doverne incentivare la nascita facendo conoscere ai giocatori la storia del Vicenza e spiegando loro la peculiarità del rapporto con i tifosi.
“Vogliamo ripartire – ha concluso Balzaretti – con grande energia.”
Francesco Vallone ha ribadito che il lavoro di scouting fatto dal suo arrivo nel luglio del 2021 non ha trovato riscontro in prima squadra perché “la situazione che c’era in gennaio ci ha impedito di inserire alcuni giovani come era stato programmato.”
“A breve – ha anticipato il d.t. – annunceremo due atleti 2001 e un 2003, tutti italiani”. Sulle modalità di lavoro utilizzate ha spiegato: “abbiamo creato una rete che segue quarantun campionati per scoprire dei talenti stranieri. Alla base delle nostre scelte ci sono anche data base e algoritmi, strumenti oggettivi di valutazione, ma facciamo un esame anche di natura soggettiva, perché è importante conoscere il lato umano dei giocatori.”