Alessandro Preziosi è pronto a tornare a Vicenza per inaugurare la nuova stagione teatrale del Teatro Comunale. Martedì 21 e mercoledì 22 novembre alle 20.45 in Sala Maggiore, il celebre attore sarà protagonista di “Aspettando Re Lear”, una rilettura originale del capolavoro di William Shakespeare.
Lo spettacolo, diretto dallo stesso Preziosi, è tratto dall’adattamento di Tommaso Mattei e vede l’attore affiancato da Nando Paone (Gloster), Roberto Manzi (Kent), Federica Fresco (Cordelia e il Fool) e Valerio Ameli (Edgar).
In questa nuova versione, il testo shakespeariano viene ambientato in un mondo apocalittico, dove tutto è stato distrutto. Il Re Lear, ormai anziano e in declino, si ritrova a vagare per una terra desolata.
L’allestimento dello spettacolo è stato curato da Michelangelo Pistoletto, uno dei più grandi artisti dell’arte contemporanea. Le sue opere, presenti in scena, contribuiscono a creare un’atmosfera suggestiva e inquietante.
“Aspettando Re Lear” è un’occasione imperdibile per vedere Alessandro Preziosi in un ruolo che lo vede impegnato in una prova attoriale complessa e impegnativa. Lo spettacolo è un’occasione per riflettere sul tema del potere, della perdita e dell’illusione.
“Aspettando Re Lear” è un adattamento da Shakespeare con un evidente richiamo a “Aspettando Godot” di Samuel Beckett, uno spettacolo sul difficile rapporto tra padri e figli, sulla relazione tra Uomo e Natura e sulla perdita dei valori.
Nello spettacolo (un atto unico che dura un’ora e venti minuti) si parla di follia, di potere che distrugge, di solitudine di caos dentro e fuori, ‘l’unico ordine possibile’ per Michelangelo Pistoletto. E in scena ci saranno le opere e i costumi del maestro, costumi iconici realizzati dal collettivo Fashion B.E.S.T. con materiali sostenibili, ma anche le musiche saranno ispirate dall’artista.
Parlando di questa commistione multidisciplinare tra arte contemporanea e teatro, commenta Preziosi nella sua veste di regista: “A teatro ho condiviso la messa in scena dei presupposti del Terzo Paradiso, la terza fase dell’umanità, che si realizza nella connessione equilibrata tra l’artificio e la Natura. L’uomo deve cercare di non essere debitore alla Natura di ciò che indossa: il senso dell’abito, del superfluo, dello stretto necessario sono tematiche di Pistoletto che porto a teatro. L’uomo nella sua nudità trova sé stesso, e così anche noi attori durante lo spettacolo veniamo privati dei vestiti, per farci vedere per quello che siamo”.