Sapere, prima di scendere in campo, che tre delle dirette concorrenti alla salvezza avevano tutte perso era un bel vantaggio per il Vicenza. Alessandria, Cosenza e Crotone, infatti, erano state sconfitte negli anticipi da Ternana, Reggina e Monza. L’obbiettivo della partita con l’Ascoli era, quindi, ben delineato per la squadra allenata da Cristian Brocchi: vincere e incamerare tre punti che l’avrebbero immessa, almeno virtualmente, nella zona play out. Un ingresso solo virtuale alla quartultima posizione perché la paripunti Cosenza conta una gara in meno.
L’allenatore vicentino sceglieva, dunque, per questo match di rinnovato interesse il modulo che di più, ultimamente, sembrava consono alle possibilità della squadra e che, in effetti, aveva dato, da quando era stato adottato, equilibrio e rendimento. E, quindi, quattro difensori in linea (con Maggio riproposto a destra e Bruscagin rimediato sul lato opposto per l’infortunio di Crecco), i due mediani Bikel e Cavion e i due esterni Boli e Dalmonte, Da Cruz di nuovo nel ruolo di trequartista e, unica punta, Diaw.
Le scelte tattiche di Brocchi avevano un preciso significato: non teniamo conto delle caratteristiche dell’avversario perché la partita dobbiamo farla noi e quindi dobbiamo giocare al meglio di quello che possiamo e sappiamo fare.
Al riscontro del campo ha avuto solo parzialmente le risposte che si aspettava. All’attivo c’è stata la ottima prova del centrocampo che ha quasi sempre interrotto le linee di passaggio degli avversari e vinto gran parte dei duelli uno-contro-uno. Positiva è stata anche la prova dei due esterni offensivi, che hanno messo in difficoltà gli avversari con la loro velocità, come anche quella dei due terzini, che hanno sofferto molto meno che in altre occasioni gli attacchi portati sulle fasce dall’Ascoli.
Non ha, invece, reso quanto ci si aspettava Da Cruz con una interpretazione discontinua e imprecisa del duplice compito di suggeritore per Diaw e di inventore di tiri inattesi e balistici. Il giocatore olandese, per di più, ha macchiato la propria prestazione facendosi parare il secondo rigore consecutivo: un errore che poteva costare molto caro al Vicenza.
Scadente e impacciata è risultata anche la costruzione del gioco, quasi sempre affidata a lunghi lanci verso l’attacco. Non proprio la scelta congrua a una giornata di forte vento. In effetti il Lane è stato pericoloso solo quando le azioni offensive provenivano lateralmente, come in occasione del gol dell’1-0 propiziato da una delle tipiche discese di Giacomelli. Anche la difesa non è stata impeccabile. Pur non commettendo uno degli immancabili errori di reparto o individuali, ha lasciato ai bianconeri tre palle gol, che non sono entrate in porta per un nonnulla.
Diaw è stato come sempre encomiabile per l’impegno ma resta l’impressione che, da solo, faccia fatica a reggere il peso dell’attacco. Il problema è che un partner all’altezza in rosa non c’è e, anche quando fa coppia con Meggiorini o Teodorczyk, la situazione non migliora molto. I tiri in porta, contro l’Ascoli, sono stati appena sei, quattordici quelli totali: Brocchi deve trovare a tutti i costi il modo di portare di più i suoi al tiro.
Ovviamente bisogna parlare anche degli avversari. L’Ascoli non ha dato l’impressione di essere venuto a Vicenza con il coltello fra i denti. Compassato, spesso velleitario e impreciso nella costruzione del gioco, non sempre puntuale nelle chiusure, smorzato in attacco. Si temeva ben altro livello da parte della squadra di Sottil, che raramente è stata in grado di prendere in mano la partita e, piuttosto, ha dato l’impressione di accontentarsi del pareggio.
Incomprensibile è stata la scelta del tecnico ascolano di sostituire Dionisi al 58’. Vero che il centravanti non sembrava nella sua giornata migliore ma è uno di quegli attaccanti che si dovrebbe lasciare sempre in campo perché è capace di far gol quando meno te l’aspetti. Il lungagnone Iliev, che lo ha sostituito, non ha la sua classe e nemmeno le sue caratteristiche di opportunista, anche se ha sfiorato il palo con una perfetta girata di testa nel finale.
La vittoria sull’Ascoli ha risollevato gli animi della squadra e dei tifosi, anche se – non per fare i guastafeste – il bello deve ancora venire. Dopo la pausa della prossima settimana, comincia per i biancorossi, infatti, una sequenza di partite ad alto coefficiente di difficoltà a partire dalla trasferta a Brescia del 2 aprile, seguita dopo tre giorni dallo spareggio-salvezza al Menti con il Crotone (altra partita da uno fisso) e poi dal match sul campo del Benevento. Il 18 aprile arriva a Vicenza il Perugia e, a quel punto, si conoscerà il risultato del recupero Cosenza-Benevento del 14. Parte, poi, la volata finale: Como-Vicenza, Vicenza-Lecce e, l’ultima giornata, Alessandria-Vicenza.
Il calendario per Alessandria e Cosenza è molto peggiore e al Vicenza potrebbe bastare una continuità di risultati per trarsi d’impaccio.