Vicenza, Asproso (Coalizione Civica): “scempio cedri del Libano a San Pio X, serve piano urbano cura del verde”

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Cedro del Libano a S. Pio X a Vicenza

Il consigliere di opposizione di Vicenza Ciro Asproso (Coalizione Civica) ha presentato un’interpellanza al sindaco e all’assessore competente “affinché, in tempi brevi, venga predisposto un Piano strategico del verde urbano che abbia a riferimento la salute e il benessere dei cittadini e affronti in maniera strutturale tutti gli elementi ecosistemici: dai viali alberati ai grandi parchi, dai giardini privati alle ville storiche, fino ai tetti verdi e al bosco verticale”.

Ho trascorso tutta la mia adolescenza a San Pio X – scrive Asproso in un conunicato – e ricordo bene di quando in Via della Scola c’erano poche case e tutt’intorno alberi e campagna, a quel tempo l’area di proprietà dell’ENEL era un luogo interdetto e misterioso, ma non per questo estraneo al quartiere, vi erano alberi enormi che ben mascheravano gli edifici. Dopo la dismissione la zona divenne incolta e come spesso accade in questi casi fu declassata e data in pasto alla speculazione commerciale”.

Cedro del Libano a S. Pio X a Vicenza
Cedro del Libano a S. Pio X a Vicenza

“L’accordo tra il Comune e la società LIDL prevedeva di preservare i due alberi monumentali, che infatti non furono tagliati, ma i lavori di urbanizzazione ne hanno compromesso la sopravvivenza. Tant’è che il cedro patriarca sta per essere abbattuto e quello più piccolo non se la passa troppo bene. Nel primo caso, il colletto è stato interrato di 30 cm e le radici sono state tagliate in più punti, nel secondo caso, si vedono chiaramente due radici lacerate dalle ruspe e una grossa ferita alla corteccia. Chi ha praticato un simile “trattamento” sapeva benissimo che le piante non sarebbero sopravvissute, ma dov’erano quelli che hanno il dovere di tutelare l’interesse pubblico e l’obbligo della vigilanza?”.

“Alberi di queste dimensioni rappresentano un valore immenso per la nostra salute, per la mitigazione climatica, per l’assorbimento della CO2 e, non da ultimo, per la bellezza che apportano alle nostre città. Purtroppo, non bastano cento anni per ricostituire un simile patrimonio e intanto, chi paga per questo scempio inaccettabile?”.

“Non è la prima volta che ci troviamo di fronte a situazioni simili – prosegue Asproso – sia in zone pubbliche che in aree private. L’Ufficio del Verde è sotto organico e con le armi spuntate: il Regolamento non viene fatto applicare, la prevenzione è una chimera e le manutenzioni sono affidate, senza alcun controllo, a ditte scarsamente qualificate.
Occorre assolutamente rivedere il global service con AMCPS e riorganizzare la struttura comunale. La gestione del verde – conclude il consigliere di opposizione – non può essere governata da fattori di casualità, serve un progetto organico e il coinvolgimento di competenze multidisciplinari”.

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