Fare del bene divertendosi tra Vicenza e Capo Verde: storia dell’associazione LUA fondata dalle vicentine Giulia Boriero e Alessandra Dani

1832
associazione LUA Capoverde
associazione LUA Capoverde

Fare del bene divertendosi. Questo il motto dell’associazione LUA fondata dalle vicentine Giulia Boriero e Alessandra Dani circa cinque anni fa. Una piccola realtà registrata a Capo Verde che fa grandi cose non solo per la popolazione locale, ma anche per la città e provincia di Vicenza e che assume ancora più valore in tempi di Covid e quindi di crisi, non solo economica, ma anche sociale e in un certo senso spirituale (soprattutto come rischio di perdita dello spirito di comunità).

“La nostra associazione – ci spiegano – si occupa di vari ambiti, in questo momento stiamo facendo sostegno alimentare e sostegno scolastico per 33 bambini che vivono senza acqua e senza elettricità a causa della siccità di Capo Verde, dove piove solo due tre giorni all’anno. Lua significa luna in portoghese, è un simbolo molto potente, universale, la luna muove le maree, le energie, l’emotività”.

alessandra Dani Giulia LUA
alessandra Dani Giulia LUA

“L’associazione è registrata a Capo Verde, in particolare a Taraffal. Abbiamo iniziato a fare sostegno scolastico, alimentare, laboratori artistici, cineforum. Raccogliamo materiale scolastico, vestiti. Abbiamo fondato un centro culturale che si chiama Skausa, la nostra casa e la nostra causa, abbiamo ristrutturato l’edificio con la gente del posto, abbiamo coinvolto artigiani in modo che potessero esporre, poi hanno iniziato a fare concerti, mostre d’arte, laboratori per bambini. Da tre quattro anni le persone del posto stanno andando avanti autonomamente a gestire questo centro. Questo lo consideriamo un nostro successo perché ora è una cosa loro. Io – spiega Giulia – lavoro là come psicoterapeuta con i bambini di strada per l’elaborazione del trauma, con la collaborazione della Camara municipal, dell’assistente sociale e di SOS Children e anche training autogeno per le donne vittime di violenza”.

Alessandra segue le attività e il crowfunding a Vicenza e provincia, Giulia le attività a Capo Verde, poi, spiegano, “nel nocciolo duro, ci sono altre quattro cinque persone, con le cene sociali siamo arrivati anche a un centinaio. Le cene sociali sono una delle attività di autofinanziamento di LUA, altre sono il Dunk Tank, gioco in cui lanci la pallina e chi è seduto cade in acqua, gioco fatto costruire da Lua e usato a Festambiente, poi la lotteria, il teatro, musica live, feste in villa, il gioco dell’anello in collaborazione con la fattoria Massignan in cui si poteva vincere una bottiglia di vino. Noi cerchiamo di fare rete con le varie associazioni, come Piano Infinito, Burci. Fare del bene divertendosi è il nostro motto”.

Capo Verde LUA
Capo Verde LUA

La peculiarità di LUA è appunto che non si limita allo scopo nobile di raccogliere fondi per Capo Verde, ma organizza eventi, anche divertenti, sul territorio vicentino, che hanno quindi una doppia funzione: creare socialità qui per aiutare la popolazione locale dell’isola.

“La nostra filosofia è facciamo cose belle a Vicenza e provincia, che creano legami sociali nuovi, per aiutare Capo Verde” spiega Alessandra. “Un’altra attività di autosostentamento è stata recuperare le mappe geografiche vecchie che le scuole buttavano via e fare un’asta. Per me è fondamentale che ci sia sempre uno scambio. La casa sociale che abbiamo in mente di costruire in loco dovrebbe servire per ospitare le persone che vogliono andare a vedere la vera Capo Verde, e non quella con i resort dove poi la gente che vive in estrema povertà viene per così dire ‘nascosta’ ai turisti. In questo modo c’è comunque la possibilità di godersi un posto meraviglioso facendo anche beneficenza. La nostra idea è quella di aiutare Capo Verde, ma aiutare anche Vicenza e provincia a creare socialità e a vedere il mondo in maniera diversa. Facendo questo mettiamo anche a confronto due culture, quella europea e quella capoverdiana. Non è facile riuscire a sganciarsi dal proprio retaggio, almeno un minimo, per iniziare a vedere il mondo con i loro occhi. Sempre con il rispetto dei loro spazi e della loro mentalità. Non ci occupiamo solo di bambini, siamo aperti anche a progetti ambientali, abbiamo fatto la pulizia delle spiagge. Abbiamo organizzato il primo contest di skateboard”.

“La difficoltà maggiore in questo momento – spiegano in conclusione Alessandra e Giulia – è riuscire a trasportare i materiali, perché con il Covid si è ridotto il numero di bagagli che si possono portare in aereo, e un container costerebbe troppo per noi. Spedire pacchi sono spese inutili, perché non si sa se arrivano. E anche comprare in loco è un problema. Uno zaino costa 8 euro a fronte di 100 euro di stipendio medio lavorando 8 ore al giorno. L’anno prossimo torneremo a Capo Verde, dato che a causa del Covid non siamo più potute andare, pur continuando con i nostri progetti e attività”.