Dpcm Covid, l’altra piazza: centri sociali, Cobas, studenti, precari e insegnanti: “stop affitti, reddito di quarantena”

Brevi momenti di tensione con alcuni disturbatori. Prossimo appuntamento fuori dal Comune il 7 novembre

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Questa sera a Vicenza centri sociali, Cobas, studenti, precari e insegnanti sono scesi in piazza Castello a Vicenza per dire la loro sul Dpcm Covid del governo Conte. Le richieste al governo e al Comune sono state varie, dalla scuola, ai tamponi, agli affitti, alla sicurezza sui luoghi di lavoro, ai trasporti. Sono state contestate le “spese militari inutili, a fronte di una carenza di tamponi, di soldi da investire nella sanità, nelle terapie intensive”, sono volate anche critiche al sindaco di Vicenza Rucco e all’assessore Giovine per i trasporti e per il fatto di andare in piazza con i commercianti per poi avallare il centro di smistamento Amazon a Vicenza Est. Amazon è finita più volte nel mirino dei manifestanti, per essersi “arricchita” e per “danneggiare i piccoli negozi”. Si è chiesto di migliorare i trasporti,evitandovi assembramenti, garantire l’istruzione, evitando le classi pollaio e assumendo i precari, dare tamponi gratis, sospendere sfratti e canoni di affitto e bollette e un “reddito di quarantena”, “un reddito universale di almeno 1000 euro”, per presentare un piano alternativo a Confindustria, affinché l’epidemia di Covid non vada a colpire le classi subalterne. I manifestanti si sono dati appuntamento per sabato 7 novembre per portare tutte queste richieste davanti al Comune.

Brevi momenti di tensione che hanno richiesto l’intervento delle forze dell’ordine si sono verificati quando sono state allontanate alcune persone, scappate via, identificate dai manifestanti come “esponenti di CasaPound, fascisti, estrema destra”.

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