Martedì 12 marzo nella storica libreria Galla 1880, punto di riferimento per i lettori della città, Tommaso De Beni ha presentato con la moderazione di Elena Agosti, direttrice e conservatrice della Casa Museo Villa Lattes ad Istrana (Treviso), il suo libro “Vicenza. Città (quasi) bellissima” acquistabile a solo 12 euro nelle librerie, oltre che sul nostro shop e, ovviamente, su Amazon (aggiornamento cronaca del 14 marzo, ndr)
Il libro, edito da Editoriale Elas, che pubblica anche la testate online ViPiu.it e il mensile cartaceo VicenzaPiù Viva, arriva come ulteriore stimolo ed invito per i lettori a non dimenticare il valore della carta stampata. È scritto da un giovane giornalista e professore di Lettere cresciuto nella scuola di VicenzaPiù. Tommaso De Beni è guidato nel suo lavoro dall’amore per la sua città e per ciò che di bello ospita.
L’idea del libro nasce da una rubrica di ViPiù.it titolata “Gli orrori di Vicenza“, affidata ad un altro autore, rielaborata da De Beni, che più che alla polemica politica punta ad un dialogo costruttivo tra cittadini. L’autore infatti con il suo libro vuole “sollevare un dibattito, far discutere e mobilitare la cittadinanza attiva, ed evitare quindi le scelte calate dall’alto.”
Il titolo riprende una domanda che Paolo Lanaro pubblica in un suo articolo per “Venetica” nel 2013: “Vicenza: città bellissima?”. Il riferimento è chiaramente ad un libro noto, edito dalla Biblioteca Bertoliana del 1984, dal titolo “Vicenza città bellissima”.
L’aggettivo poteva essere calzante nel ‘500, quando la città era costituita praticamente solo dall’attuale centro storico, ma oggi De Beni lo mette in discussione e infatti all’inizio della presentazione ha spiegato il motivo dell’avverbio “quasi” nel titolo, usando una metafora scolastica: l’alunno che prende 9 e poi 5 ha la stessa media di un alunno che non arriva mai ad eccellere, ma nemmeno a scivolare in basso, e viaggia tranquillo sul 7.
Il libro è dedicato ad Andrea Palladio, che ha regalato tanta della bellezza di cui gode la città, e ai giovani, perché possano preservare la bellezza della città e costruirne di nuova. Da qui la scelta di affidare la prefazione a due giovanissimi consiglieri comunali: Jacopo Maltauro, capogruppo della Lega e Benedetta Ghiotto, eletta nella lista Civici con Possamai. Vicenza è diventata Patrimonio Unesco nel 1994, prima di tante altre città italiane. Ma non si può vivere di rendita da un punto di vista estetico: la città è bella quando è vissuta.
E l’autore ci racconta di come molte bellezze siano insidiate da altrettante brutture (da qui l’avverbio quasi).
A partire dalle piste ciclabili, che si inseriscono nella visione che l’amministrazione può avere della città, contribuiscono a renderla vivibile. Sono però spesso, le poche che ci sono, oggetto di progetti discontinui, hanno parti mancanti o sono costruite in zone inadeguate. Eppure, secondo l’autore, hanno il vantaggio di stimolare l’attività fisica, non essere ossessionati dal parcheggio e respirare, usando meno l’auto, aria pulita. Un doppio vantaggio quindi, logistico e sanitario.
Un altro tema trattato nel libro e nella presentazione è quello della mancanza delle fontane, che spesso caratterizzano le piazze. A Vicenza, dove di certo non manca l’acqua, sono poche o se ci sono, spesso sono in disuso, come quella di Piazza San Lorenzo.
E tra le brutture alcune sono anche molto recenti o prossime, come la Base Dal Molin o il progetto Tav, che andrà a demolire buona parte del quartiere Ferrovieri. Proprio qui c’è l’ex Pettinatura Lanerossi, una fabbrica abbandonata da 30 anni, dove si sarebbe potuto pensare ad un progetto di riqualificazione come quello, seppur non del tutto completato, della Fabbrica Alta di Schio, che rispettando la struttura originaria e la storia dell’edificio offre ai cittadini uno spazio per esposizioni artistiche, mostre e concerti.
Anche la chiesa di San Silvestro dopo il restauro è stata nuovamente abbandonata. E gli alloggi universitari adiacenti ristrutturati di recente, sono stati dichiarati inagibili in seguito al terremoto del 2012. A San Biagio, con la “spiaggetta” estiva c’è un tentativo di riqualificazione e a breve anche l’ex Palazzina Aci diverrà una sede universitaria. Rimane però, lì a pochi passi, la bruttura dell’ex carcere, completamente abbandonato da anni, e dell’ex convento, un rudere che se ripristinato avrebbe un enorme potenziale attrattivo.
Spazio, nel corso della serata, anche al degrado in cui versa l’ex Macello in viale Giuriolo, ai ben 5 cinema chiusi nel centro o appena fuori, alle caserme dismesse e all’obbrobrio della cementificazione incessante dei supermercati in diverse zone della città, che sono tra l’altro quelle di maggior traffico e che contribuiscono anche a creare problemi, anche di sicurezza, alla circolazione.
Le brutture sono tante e tutte da scoprire in questo libro che ripercorre fedelmente ogni dicotomia tra le bellezze architettoniche cittadine e tutte le contraddizioni che le insidiano. Tutti temi evidentemente molto sentiti dalla popolazione, come dimostrano i numerosi interventi del pubblico durante la lunga presentazione. Qual è allora il progetto per il futuro? Idealmente scrivere un libro dal titolo promettente: “Vicenza di nuovo bellissima”. Per fare questo De Beni continuerà il lavoro giornalistico su ViPiù, ma non solo. La volontà è quella di creare un dialogo attivo tra cittadini, stampa e amministrazione per rendere Vicenza sempre più viva e, forse, di nuovo bellissima.