
Proseguono con determinazione e intensità a Vicenza i controlli antidroga della polizia locale: il Nucleo operativo speciale (Nos) e la Squadra antidegrado hanno condotto negli ultimi giorni un’operazione nei pressi delle aree verdi di Campo Marzo, Giardino Salvi e Parco Fornaci, culminata nella denuncia di un pusher e nella segnalazione di quattro consumatori di sostanze stupefacenti. Durante l’operazione, sono state identificate anche diverse altre persone.
Nell’operazione, una decina di individui sospetti sono stati identificati tra Campo Marzo e Giardino Salvi. Quattro di loro, già noti per uso di stupefacenti, sono stati trovati in possesso di sostanze illegali per uso personale, portando a segnalazioni alla Prefettura e sanzioni per violazioni del regolamento comunale sul consumo di alcolici nei parchi.
Gli agenti del Nos si sono poi spostati su Parco Fornaci, in risposta ad alcune segnalazioni da parte dei cittadini di presenze e comportamenti sospetti. Il controllo ha portato ad identificare sei persone di origine straniera. Tra queste, un 30enne del Gambia, C.K., è stato visto mentre cercava di disfarsi di un sacchetto gettandolo tra i cespugli. Recuperato dagli agenti, il sacchetto conteneva diverse dosi di marijuana pronte per la vendita.
Successivamente, il giovane è stato sottoposto a una perquisizione che ha rivelato ulteriore sostanza stupefacente. È stato quindi deferito in stato di libertà per detenzione ai fini di spaccio, e la droga confiscata è stata posta sotto sequestro.
Il sindaco di Vicenza Giacomo Possamai ha espresso apprezzamento per l’operato della polizia locale, sottolineando come le attività di controllo quotidiane siano fondamentali nella lotta contro lo spaccio e nel monitoraggio del territorio. «Abbiamo però bisogno – ha dichiarato, ribadendo un concetto già espresso in analoghe circostanze – che ognuno faccia la propria parte: non c’è solamente la lotta allo spaccio, c’è anche la lotta al consumo di sostanze stupefacenti. Su questo è necessario che arrivino finalmente risorse sia economiche sia di personale a chi si occupa di agganciare e recuperare le persone con problemi di tossicodipendenza. Altrimenti il rischio è quello di continuare a intervenire su chi spaccia, ma senza la possibilità di risolvere concretamente il problema».