È già ora di pensare alla salvezza? Forse è ancora presto ma, nella situazione in cui è oggi il Vicenza, è meglio accantonare sogni di gloria e planare realisticamente su questo obbiettivo: il mantenimento della categoria. Poi, se le cose dovessero repentinamente cambiare e i biancorossi mettessero il turbo scalando la classifica, tanto meglio.
Se preferiamo tenere i piedi per terra, dobbiamo guardare i dati: il Lane ha vinto l’ultima volta il 10 maggio battendo al Menti la Reggiana per 2-1 nell’ultima partita del campionato 2020-2021. Nella nuova stagione è ancora a quota zero, perché ha perso le tre amichevoli precampionato (con Cagliari, Lecce e Sassuolo), il match di Coppa Italia con l’Empoli e le prime sei partite di campionato. Aggiungiamo che ha pareggiato l’amichevole con l’Arzichiampo, squadra non professionistica, e questo è l’unica occasione in cui non è stato sconfitto.
I biancorossi sono ultimi in classifica in Serie B, staccati di sedici punti dal capolista Pisa e a -7 dalla zona salvezza. Il Vicenza è l’unica squadra ancora senza punti di tutti i campionati professionistici nazionali. Nel dettaglio del rendimento, poi, è la seconda peggiore (insieme al Como) nei gol segnati, che sono solo quattro, e quartultima nella classifica delle reti subite (dodici) dopo Crotone, Pordenone e Alessandria. Con una differenza reti -8 è pari alla stessa Alessandria, peggio ha fatto solo il Pordenone con -13. Le statistiche, quindi, inquadrano il Lane in zona retrocessione.
Nemmeno uno dei diciotto punti in palio finora è entrato nel bilancio biancorosso e questo deficit crea un gap che non si deve sottovalutare perché, per recuperarlo, è necessario avviare al più presto una serie di risultati positivi che, al momento, non sembrano però alla portata del Vicenza.
La prossima partita con il Pordenone ha già valore di spareggio-salvezza: se i biancorossi dovessero uscirne sconfitti, la situazione diventerebbe davvero preoccupante. La trasferta a Lignano è quindi la prima partita-cardine di questo campionato.
La sconfitta con la Cremonese dev’essere valutata come interlocutoria. Il cambio di allenatore avvenuto solo quattro giorni prima, le tre gare in una settimana, gli infortuni hanno senz’altro penalizzato il Vicenza e, quindi, per individuare delle prospettive bisogna necessariamente aspettare l’esito delle partite di ottobre. Che, per altro, non sono proprio facilissime, visto che, dopo Pordenone, in calendario ci sono la Reggina in casa e la Ternana in trasferta, per chiudere il mese di nuovo al Menti con il Monza. Sforando in novembre, il primo impegno è a Parma. Non è proprio un percorso agevole quello che si prospetta per il Vicenza, che ha meno di un mese a disposizione per cambiare passo e trovare continuità.
Brocchi non ha fatto rivoluzioni nel suo debutto sulla panchina biancorossa. La squadra messa in campo l’avrebbe probabilmente schierata anche Di Carlo, il modulo non è cambiato e, fino all’espulsione di Calderoni, si è rivisto il consueto 4-3-1-2 con il centrocampo a rombo. Anche Brocchi ha scelto come trequartista Proia, che non ha dimostrato nemmeno stavolta di esserlo, e come regista Rigoni. Vero che non c’erano molte scelte a disposizione nel reparto, ma, neanche in questa occasione, il numero 30 vicentino è stato adatto al ruolo. Se l’ex allenatore del Monza continuerà a utilizzare questo modulo, dovrà contare sul rientro di Taugourdeau per dare un senso a un centrocampo che, altrimenti, resta acefalo e privo di fosforo. Il centrocampista francese è arrivato a Vicenza ormai da un mese, si è visto in campo solo per uno spezzone di gara, poi è andato in retrovia per carenza di preparazione e per infortunio. È evidente che, quando si acquista un giocatore-cardine, negli ultimi minuti dell’ultimo giorno di calciomercato, poi si paga inevitabilmente pegno. Ma ciò non è colpa dell’allenatore.
Brocchi deve al più presto trovare una soluzione anche per la difesa, che è ormai un punto debole: una media di due gol incassati a partita mette a fuoco che il reparto è tutt’altro che impermeabile. Sono soprattutto i due difensori esterni a risultare meno convincenti, e, infatti, se ne sono accorti anche gli allenatori avversari che – come si è visto – hanno puntualmente attaccato la difesa vicentina sulle corsie esterne. Calderoni, espulso nella partita con la Cremonese, salterà per squalifica la gara con il Pordenone e la sua sostituzione è problematica perché Bruscagin è lungodegente e l’unico terzino sinistro a disposizione è Thomas Sandon, che, però, è un 2003 e, schierandolo, si corre un bel rischio.
Problemi anche in attacco. L’infortunio di Lanzafame e l’ormai palese inadeguatezza di Mancini riducono le scelte a tre: Diaw, Meggiorini e Longo. Di Carlo non è mai riuscito a dare un gioco offensivo convincente, incaponendosi in un accanito turn over di giocatori e in scelte tattiche non sempre comprensibili. Quella che è sempre mancata, quando il modulo di Mimmo prevedeva due attaccanti, è stata l’intesa fra gli stessi e non solo sotto il profilo dei movimenti reciproci quanto, piuttosto e soprattutto, sotto quello del giocare insieme. I gol delle punte, l’anno scorso, sono nati quasi sempre da prodezze individuali. Brocchi deve trovare il modo di far collaborare i suoi attaccanti, spesso – è giusto riconoscerlo – costretti agli individualismi anche per mancanza di supporto dai compagni.