Sicurezza e degrado a Vicenza, associazioni ALDA e Scintilla contro rappresentazione mediatica di viale Milano

In risposta all'immagine di delinquenza data dai media locali sono state raccolte testimonianze di residenti ed esercenti

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viale milano
viale milano

L’associazione ALDA in collaborazione con il gruppo Scintilla e il circolo Pampas da alcuni anni cerca di valorizzare attraverso diverse iniziative e proposte quella zona di Vicenza pensata negli anni ’60 per essere una piccola Milano, di cui porta appunto il nome, cioè il fulcro della parte produttiva della città con banche, uffici, studi di dentisti, di avvocati, di architetti, nonché zona residenziale di alto livello (un po’ com’è o vorrebbe essere adesso Borgo Berga). Stiamo parlando del cosiddetto “quadrilatero” di viale Milano, dove peraltro aveva lo studio il celebre pittore Roberto Montanari, figura tale da catalizzare attorno a sé, a Vicenza, figure di spicco del mondo culturale come per esempio il regista Sergio Leone. “Il Quadrilatero di Viale Milano non è caratterizzato da degrado e delinquenza come lo si vuole dipingere – spiega l’associazione Alda in una nota -. E’ soprattutto un quartiere che guarda al futuro, popolato da persone volenterose, che credono nel processo di rigenerazione urbana e sociale che dal 2019 promuove il Gruppo Scintilla. Proprio questo è il messaggio chiave di ciascuna delle 4 video interviste appena rilasciate dal Gruppo Scintilla, in cui sono stati coinvolti liber* cittadin*, esercenti commerciali, organizzazioni non- profit con sede in Viale Milano, che amano il proprio quartiere e che cooperano per migliorarlo e renderlo sempre più vivibile attraverso il grande ed ambizioso progetto THE PLACE TO BE, promosso dal Gruppo Scintilla. Le interviste sono un progetto nato in risposta al servizio trasmesso dall’emittente televisiva TVA lo scorso aprile 2021, che forniva al grande pubblico una visione poco aderente alla realtà del quartiere, ben più articolata di come può apparire da un breve servizio di cronaca”.

Storie dal quadrilatero

I residenti Marco e Isabella raccontano di quando la polizia scambiò per “moschea abusiva” una festa nel loro appartamento con 100 persone scalze. “Si dà più risalto ad una rapina in viale Milano che ad una in piazza delle Poste” afferma Marco a proposito di come i media raccontano la zona. Deve diventare una zona moderna appetibile a tutti”.

“La prima cosa da fare è ripristinare il poliziotto di quartiere – spiega invece Roberto Zacchini, titolare del bar Floria in viale Milano dal 2004 -. Avere una figura in divisa che sa chi spaccia, conosce i residenti, entra nei locali, vuol dire tanto e fa la differenza. Poi almeno a livello strada bisognerebbe ripristinare i locali sfitti. Purtroppo tante gente che abita qua si chiude in casa e si disinteressa del quartiere. Se tu entri al Famila che hanno aperto qua dietro (il supermercato in viale Torino sorge sulle ceneri di una ex fabbrica abbandonata e in passato rifugio di tossici e senza fissa dimora vicino al palazzo più alto di Vicenza soprannominato Everest, n.d.r.) vedi che nessuno dei clienti abita in questo quartiere. Eppure ci abitano migliaia di persone. Quando abbiamo fatto le cene per parlare del quartiere sono venuti in otto. I media poi parlano della zona solo in negativo. Se non è viale Milano è nei pressi di viale Milano. Quando in realtà tutti sanno che per essere una zona vicinissima alla stazione, cioè un luogo che in ogni città è ricettacolo di cose negative, è una zona a dir poco tranquilla”.

Roberto titolare bar Floria in viale Milano
Roberto titolare bar Floria in viale Milano

“Mi sento più tranquilla qui che dove stavo prima – afferma Lilly, che vive in viale Milano da due anni e qui gestisce anche un Airbnb. Se si ghettizza diventa un casino per tutti, ma se c’è equilibrio funziona bene” aggiunge a proposito dell’integrazione con gli stranieri. I media danno un messaggio terribile, esagerato. Anche perché i casini avvengono dappertutto. Si potrebbe lavorare un po’ con l’urbanistica mettendo un po’ di verde, quattro piante, perché è troppo grigia”.

“Questo è un quartiere che rappresenta il mondo secondo noi – spiega infine Antonella Valmorbida, segretaria generale di ALDA -. Secondo noi questo quartiere viene inutilmente stigmatizzato, viene presentato come una zona off limits, mentre invece non rappresenta una zona di pericolo. A livello di rapporto qualità-prezzo questa zona è molto interessante, soprattutto per le dimensioni e gli spazi degli appartamenti e degli uffici di questo quartiere”.