“Non è una partita decisiva” aveva profetizzato Cristian Brocchi alla vigilia di Vicenza-Crotone. A molti l’affermazione era sembrata un po’ paradossale, in fondo si trattava di un match-salvezza fra due candidate alla retrocessione. E, invece, tutto sommato aveva ragione il tecnico biancorosso perché, in ogni caso, né l’una né l’altra squadra avrebbe visto segnato in modo definitivo il proprio futuro.
Certo, però, che, se avesse vinto, il Vicenza avrebbe scalato un paio di posizioni in classifica ascendendo al quintultimo posto e mettendosi alle spalle Alessandria e Cosenza. Piazzamento temporaneo, questo è vero, a cinque giornate dal termine e con distacchi minimi fra le concorrenti, ma senz’altro utile visto che ci sono quasi sicure probabilità di arrivare in fondo in un testa-a-testa.
Il minitorneo a cinque per salvarsi
Si è ormai consolidata la prospettiva che, la permanenza in Serie B, le cinque squadre ora in coda se la giochino in una sorta di minitorneo all’interno del campionato. La sestultima posizione, che assicura la salvezza diretta, è ormai lontana e il livello tecnico e qualitativo di tutte le retrocedende è talmente lontano da quello del resto del girone che sembra molto improbabile, se non impossibile, una loro rimonta in extremis.
Alessandria, Cosenza, Crotone, Pordenone e Vicenza sono squadre con un sacco di lacune e di problemi, si portano appresso chi un intero campionato disastroso chi un calo di rendimento dopo la pausa di gennaio. Giocano tutte più o meno male, non hanno continuità, non trovano soluzioni tecniche o tattiche per venirne fuori.
Il Lane ben raramente è riuscito a rivaleggiare alla pari con squadre di categoria superiore. Forse solo all’Andata con il Brescia e, nel Ritorno, a Pisa e a Cremona. Ma, dalle tre partite, ha ricavato due punti in tutto: sconfitta interna con le Rondinelle, pareggi con le altre. Nemmeno con il Pordenone ha avuto strada facile.
Il Crotone: l’avversario giusto al momento giusto
Il Crotone era, in base alle statistiche, l’avversario perfetto per centrare la vittoria al Menti. La squadra calabra esibiva, infatti, il peggior rendimento in trasferta. Il bilancio era: in sedici partite zero vittorie, tre pareggi e tredici sconfitte. Ben trentuno i gol incassati e appena tredici quelli messi a segno. L’ultimo punto fuori casa lo aveva ottenuto a Parma il 30 gennaio, poi era incappato in sei sconfitte consecutive.
Con una pagella così non poteva essere di sicuro uno spauracchio per un Lane che, nelle ultime cinque gare al Menti, aveva raccolto tre successi e un pareggio. Con questo divario di rendimento, quindi, Vicenza-Crotone era un’occasione da non sprecare assolutamente per centrare i tre punti.
Le mosse di Brocchi
L’allenatore berico, a Brescia, aveva rimesso in campo la stessa formazione che aveva battuto l’Ascoli senza tener conto del ben diverso valore dell’avversario e dell’intervenuto calo di alcuni dei suoi giocatori. A metà gara era stato costretto a rimangiarsi alcune scelte e fare tre cambi contemporanei.
Sul campo bresciano il tecnico aveva scelto un modulo tutt’altro che difensivistico e aveva pagato dazio andando negli spogliatoi con un doppio svantaggio.
Per Vicenza-Crotone ha cambiato linea, optando per uno schema con i soliti quattro difensori ma con un mediano in più e quindi con una linea di tre centrocampisti affiancati da due esterni offensivi che avrebbero dovuto supportare un unico attaccante. Perché tre mediani contro un avversario che disponeva di un centrocampo senz’altro meno attrezzato di quello del Brescia?
Pur con questo rimescolamento tattico, in Vicenza-Crotone il gioco dei biancorossi non è migliorato e nemmeno ha cancellato i consueti deficit. Pochissimi tiri (undici, di cui tre in porta) e un gol subìto nell’unica occasione (su sette) in cui i calabresi sono riusciti a centrare la porta biancorossa.
L’inutilità del calciomercato di gennaio
Il d.s. Federico Balzaretti ha portato a Vicenza, nella sessione invernale di calciomercato, otto nuovi giocatori più il quarantenne Christian Maggio, svincolato, il 21 febbraio. Si è dovuto attendere che la maggior parte delle new entry entrasse in condizione ma, anche quando ciò è avvenuto, non si può certo dire che la squadra sia cresciuta. È, anzi, successo proprio il contrario e, cioè, i nuovi sono stati risucchiati nella mediocrità che la squadra aveva evidenziato nella prima metà del campionato.
Riconosciuto che Bikel e Cavion hanno dato più solidità al centrocampo, sono evidenti i limiti di entrambi nella costruzione del gioco. De Maio non ha certo dimostrato di essere il centrale imbattibile di testa che serviva e non si vede cos’abbia in più di Padella e Pasini. Lukaku è arrivato per rimediare alla mancanza di un terzino sinistro ma si è trasferito subito in infermeria e chi l’ha più visto. Boli non è proprio un giocatore da Serie B. Da Cruz sarà anche dotato ma è discontinuo e individualista. Non si è capita la utilità di Teodorczyk, che, come uomo-gol, non vale più di Longo. Maggio ce la mette tutta ma, quanto a spinta, il tanto criticato Bruscagin dava di più. L’unica novità positiva era il portiere Contini, ma si è presto infortunato ed è entrato nella lista dei lungodegenti.
Anche in Vicenza-Crotone il calciomercato di gennaio si è dimostrato un flop.