La Vicenza degli orrori: Colonia Bedin Aldighieri, un gioiello deturpato dal solito rudere

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Il rudere di Colonia Bedin Aldighieri
Il rudere di Colonia Bedin Aldighieri

Vicenza, città di ruderi. Non solo nel centro storico ma anche nelle sue bellezze naturalistiche, che sono scorci affascinanti quanto quelli architettonici. L’orrore, stavolta, deturpa un parco collinare al limite della città, sul versante ovest di Monte Berico. È il parco della ex Colonia Bedin Aldighieri e il rudere è quello dell’edificio che era sede dell’istituto climatico per bambini bisognosi di cure preventive di malattie polmonari: la Villa dei Bambini, appunto.


Ne parla un grande scrittore vicentino, Goffredo Parise, in un racconto uscito il 12 novembre 1982 sul Corriere della Sera con il titolo «Suor Franca e le sue sorelle» e in «Malinconia», uno dei capitoli di Sillabari n. 2. Parise torna nella colonia di cui è stato ospite in un’estate di quarant’anni prima e vi ritrova la suora che l’aveva accudito durante il suo soggiorno. Con lei ripercorre i sentieri del parco riscoprendo le stesse piante, gli stessi profumi e perfino gli stessi insetti che lo avevano colpito da bambino.
Anche oggi la meravigliosa natura del parco che occupa un intero versante del monte, da viale Cialdini alle pendici di Gogna, colpisce chi va a passeggiare o a correre o in mountain bike lungo il percorso lungo un chilometro e mezzo, in parte asfaltato e in parte sentiero, della ex Colonia.
In mezzo a piante secolari campeggia però il rudere fatiscente dell’istituto, privo del tetto (crollato) e di porte e finestre. Anche la cappelletta neogotica, appena sotto, è in rovina. Lo sconcio è più vistoso dopo la riqualificazione del parco del 2018, fatta dal Comune e finanziata con 600.000 euro del Bando Periferie. Il bosco e il sottobosco sono stati sfoltiti e ripuliti, gli alberi malati sono stati rimossi e, così facendo, è stata eliminata la cortina verde che nascondeva l’edificio, ora visibile in tutta la sua triste decadenza sia da sopra che da sotto.
La Colonia ha un secolo di vita. La sua costruzione comincia infatti nel 1920 al centro di un’area di 150.000 metri quadrati acquistata dieci anni prima dal notaio Giacomo Angelo Bedin e donata alla Congregazione della Carità, antenata dell’Ente Comunale Assistenza e, poi, dell’IPAB. La edificazione della struttura è possibile grazie a una donazione della contessa Sofonisba Chilesotti (vedova Aldighieri) e al contributo di altri cittadini. Il 30 settembre 1922 è inaugurata la Colonia Climatica Preventoriale Bedin Aldighieri, in grado di accogliere ottanta bambini a rischio tubercolosi. Nel 1958 è oggetto di una radicale ristrutturazione con la revisione degli impianti e l’aggiunta di una nuova ala. Ma il miglioramento delle condizioni igieniche della popolazione e l’utilizzo degli antibiotici privano progressivamente di ospiti la Colonia, che sopravvive fino al 1984.
Sono passati quindi trentasei anni dalla dismissione e nulla è stato fatto per sottrarre alla rovina l’edificio che, con l’abbandono, è diventato da casa dei bambini quella di drogati e sbandati. Nella cappella sono stati trovati perfino resti di messe nere.
Il proprietario della Colonia è l’IPAB Proti Salvi Trento di Vicenza, che, nel 1995, lancia un concorso per la progettazione di massima di una casa di riposo per anziani non autosufficienti. Presenta alla Regione il progetto e ottiene un contributo di oltre un milione di euro, salvo poi (nel 2005) dirottarne la realizzazione e i soldi all’Istituto Trento.
Nel 2017 tre enti, Regione Comune e IPAB sottoscrivono un accordo di programma. IPAB concede il diritto d’uso del complesso per trent’anni al Comune. “Qualora il Comune – si legge nell’accordo – decidesse per un recupero funzionale anche delle strutture immobiliari esistenti, in considerazione degli ingenti investimenti necessari, il diritto d’uso a favore del Comune sarà prolungato fino a un massimo di ulteriori anni 30”. La giunta Variati si impegna concretamente e pubblica un bando per la ricerca di associazioni e soggetti interessati a proporre progetti per la riqualificazione dell’area esterna. Civiltà del verde e Laboratorio spazi rurali e boschi partecipano con il progetto “Officina verde ex colonia Bedin Aldighieri” che prevede il recupero dell’edificio e la creazione di un ostello e di una scuola per giardinieri.
Se per il parco i reggenti della città si sono dati da fare riportandolo in condizioni di fruibilità e sicurezza, è ancora tale e quale la vergogna per le condizioni in cui versa l’edificio della colonia. Gli unici interventi sono stati il ripristino della recinzione e del cancello d’ingresso.
Lo stato in cui versa la ex Colonia, oltre che essere indecoroso, rappresenta anche un grosso limite all’utilizzo del parco: il rudere spaventa e tiene lontani i cittadini che hanno paura di fare brutti incontri lungo i percorsi che lo attraversano. Le migliorie apportate non sono abbastanza attrattive per portare la gente a camminare o pedalare fra gli alberi secolari e i prati del declivio e, tanto meno, per fare un pic nic sui tavoli in legno installati nelle piazzole e già deteriorati.
Si dovrebbe abbattere il rudere, ormai irrecuperabile, e costruire ex novo una struttura compatibile con l’ambiente che l’attornia, da destinare a usi pubblici, culturali sportivi e di ristorazione. Bisogna far rivivere uno dei parchi più belli della città: si potrebbe collegarlo con l’area religiosa di Monte Berico e con quella storica del Museo del Risorgimento e con una rete di percorsi pedonali e ciclabili che si sviluppi sui colli e nelle valli sottostanti.


Qui gli articoli della nuova rubrica “La Vicenza degli orrori”


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Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.