Vicenza e i suoi fiumi sono legati da una lunga convivenza in precario equilibrio. Hanno infatti sempre rappresentato un’importante risorsa sia in ambito domestico che commerciale. D’altro canto però in occasione di abbondanti piogge, sono stati e sono tuttora, un flagello per la città.
Vicenza nasce nel VI secolo a.C. circa nell’intersezione tra l’Astico e il Retrone, due tra i principali cosi d’acqua che la attraversano. Sin dalle origini, quindi, c’è stato un forte nesso tra natura e civiltà. A quel tempo molte aree erano paludose ma vennero bonificate durante il Medioevo in modo da rendere più confortevole ed abitabile il territorio. Si è quindi innescata una fragile convivenza tra la città e i corsi d’acqua, che sono anche vere bellezze naturali e fonte d’ispirazione per grandi autori. Giacomo Zanella per esempio aveva una villa sulla riva dell’Astichello e scrisse dei sonetti legati al tema della natura intitolati appunto Astichello. Un’altra piccola oasi naturale nel mezzo del centro città sono i Giardini Salvi. Qui scorre il Seriola che era una risorsa sia per le abitazioni che per le attività nei dintorni.
Queste meraviglie naturali condividono quindi una lunga storia intrecciata con quella della città.
Il Bacchiglione, primo tra tutti, ha rappresentato un’importante via di comunicazione per Vicenza e le zone circostanti, come anche un’ottima risorsa per le attività commerciali. È un fiume che si può definire misto, ovvero alterna momenti di calma ad imprevedibili piene. Questo suo lato emerge dalle testimonianze che ci giungono dall’800 e dal ‘900 ma anche più recenti, basti pensare all’alluvione del 2010.
Inizialmente in città arrivava l’Astico, finché nel secolo XI il suo corso venne deviato. Da quel momento a Vicenza arrivò solo una parte della sua portata e diventò quindi l’Astichello. A Dueville, nel letto asciutto dell’Astico iniziarono a giungere acque di risorgiva e dei torrenti Igna, Timonchio e Orolo. Questi, uniti tutti insieme, diedero vita ad un nuovo fiume: il Bacchiglione.
Oltre a questo indiscusso protagonista fluviale, ci sono però altri corsi d’acqua strettamente legati al territorio, che attraversano Vicenza e le zone limitrofe. In passato era il Retrone (foto in copertina, ndr) ad essere il fiume principale della città e non il Bacchiglione di cui, a causa di cambiamenti idrografici, è diventato solo un affluente.
L’Agno cambia nome durante il suo corso, mentre il Brendola ha incentivato la nascita di attività storiche come il Molino del Vo’. Il Ceresone in passato era il fiume Brenta, mentre le acque del Chiampo fino al XVI secolo si riversavano nel Guà, fiume il cui nome ha origini incerte. Importante per gli impianti idroelettrici è il Cismon come anche il Leogra, mentre il Longhella fu importante per la fondazione di Marostica. Il fiume Oliero è uno dei più corti d’Europa e nasce nelle omonime grotte, mentre il Tesina esisteva sicuramente in tempi antichi, attraversato da un ponte probabilmente progettato da Palladio.