Vicenza, frode sull’Iva: nei guai una Spa del trasporto su strada e due imprenditori. Guardia di Finanza sequestra 12,5 Mln di euro

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Guardia di Finanza di Vicenza

Una Spa con sede a Vicenza nei guai per una frode sull’Iva scoperta dalla Guardia di Finanza. Coinvolti due imprenditori, uno dei quali di origine campana in rapporti con la criminalità organizzata. Le fiamme gialle hanno eseguito un sequestro preventivo per 12,5 milioni di euro per equivalente: 19 immobili, 28 terreni, diversi autoveicoli, quote societarie, nonché disponibilità finanziarie e liquidità collocata su oltre 70 rapporti finanziari.

Questi i dettagli salienti di una operazione della Guardia di Finanza di Vicenza che ha accusato i due imprenditori coinvolti dei reati di bancarotta fraudolenta ed evasione fiscale e contributiva.

Nucleo di Polizia Economico Finanziaria di Vicenza ha rilevato una frode sull’Iva nel settore dei trasporti su strada. La SPA vicentina si aggiudicava grossi appalti nel settore dei delivering services. Servizi che forniva utilizzando due cooperative e cinque Srl con sedi sparpagliate in Italia (Salerno, Roma, Milano, Piacenza oltre che a Vicenza) e, soprattutto, grazie a un articolato sistema fraudolento finalizzato alla somministrazione illecita di manodopera.

Il sistema prevedeva che le società “satelliti” si interponessero tra il reale datore di lavoro e i lavoratori. In questo modo, contributi e ritenute obbligatorie non ricadevano sulla Spa, ma su quelle che a tutti gli effetti, secondo gli investigatori, erano delle cosiddette “società cartolari” non in possesso dei requisiti previsti per l’esercizio legittimo dell’attività delle agenzie di somministrazione.

“Grazie alla sistematica emissione di fatture per servizi inesistenti, da parte delle imprese formalmente somministratrici di manodopera – spiega la Guardia di Finanza –, la Spa vicentina ha artificiosamente contenuto i costi del personale, risparmiando sui contributi ed abbattendo l’Iva, riuscendo in spregio alle regole della libera concorrenza ad aggiudicarsi commesse da società di rilievo nazionale ed internazionale, queste ultime estranee ed inconsapevoli di tale sistema di frode”.

Sia la Spa che le altre società sono risultate amministrate da persone ritenute “prestanome” e tutte, sempre secondo gli investigatori, riconducibili alla figura a capo del sistema: un imprenditore di origine campana il cui nome era emerso anche in altre indagini e ritenuto verosimilmente contiguo alla criminalità organizzata.

Srl e cooperative venivano dunque create e “sfruttate” per poi essere chiuse nel giro di qualche anno, in media 3, e rimpiazzate da nuove “creature” che assorbivano i lavoratori dipendenti delle precedenti.

“Si tratta – ancora la Guardia di Finanza – di fittizie imprese di somministrazione che presentavano, esteriormente, i caratteri tipici delle società cartiere, quali l’assenza di struttura organizzativa, la devoluzione delle funzioni amministrative e di rappresentanza legale a soggetti prestanome e il mancato rispetto degli obblighi di dichiarazione e versamento delle imposte”.

Chiuse le indagini, dunque, i finanzieri di Vicenza hanno avuto un quadro fedele della frode sull’Iva perpetrata dai diretti interessati. Ovvero un’evasione, dal 2017 al 2019, di oltre 12,5 milioni di euro, di cui 7 milioni di Iva evasa a seguito di omessa dichiarazione, circa 3 milioni di Iva non versata e di 2,5 milioni di ritenute non versate. 

L’amministratore di fatto (l’imprenditore già citato) e il rappresentante legale, entrambi campani, della Srl con sede a Vicenza sono stati quindi denunciati alla Procura della Repubblica. In un eventuale processo dovranno rispondere dei reati di omessa dichiarazione e omesso versamento di ritenute e di IVA.

I finanzieri precisano che “atteso poi lo stato di decozione di una delle imprese utilizzate per la somministrazione di manodopera, la citata SRL vicentina con sede coincidente con la SPA utilizzatrice della manodopera, l’autorità giuridica berica ha richiesto ed ottenuto a marzo del 2022 la dichiarazione di fallimento della SRL, motivo per il quale i due indagati sono stati deferiti anche per il reato di bancarotta fraudolenta, avendo causato, per effetto del reiterato omesso pagamento delle imposte, il dissesto della società dagli stessi amministrata”. 

Capitolo sequestri: nei giorni scorsi l’autorità giudiziaria ha disposto il sequestro preventivo delle disponibilità e dei beni posseduti dalla società coinvolta e dai due indagati. Ovvero 19 immobili, 28 terreni, diversi autoveicoli, quote societarie, nonché disponibilità finanziarie e liquidità collocata su oltre 70 rapporti finanziari. Il tutto per 12.759.945 euro, sottoposti al vincolo cautelare.

L’operazione resa oggi pubblica circa la frode sull’iva è stata condotta dai militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Vicenza, coordinata dalla Procura berica. Il sequestro, richiesto da quest’ultima, è avvenuto su ordinanza del Gip.