Le vie di Vicenza. Contrà Busato, pittore mondiale e patriota. Di fronte c’è la targa ricordo di Elisa Salerno, pioniera del giornalismo libero

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Elisa Salerno
targa Elisa Salerno

A pochi passi da corso Fogazzaro si trova contrà Busato, con la targa che ricorda Giovanni Busato come pittore e patriota. Nato e vissuto a Vicenza dal 3 dicembre 1806 al 10 dicembre 1886, è stato infatti un pittore italiano celebre per le decorazioni di grandi opere collocate in chiese e teatri, ma soprattutto per i molti ritratti di personaggi celebri e i suoi disegni di nudo.

Il ritratto di papa Gregorio XVI gli valse nel 1834 la nomina a cavaliere e per amore di una donna visse a Corfù in Grecia dove decorò il locale teatro cittadino. Anche a San Pietroburgo decorò il teatro e dipinse il ritratto dell’Imperatore Alessandro II di Russia. Opere del pittore ci sono anche in Svizzera, Francia e Germania. Lavorò poi in uno dei sipari del Gran Teatro La Fenice di Venezia, a Palazzo Thiene a Vicenza, al duomo di Schio e in molte ville venete. Numerosi ritratti a olio sono conservati a Palazzo Chiericati e a Palazzo Trissino, tra cui due ritratti di Re Vittorio Emanuele II. Fu anche un convinto patriota: nel 1848 era a Marghera a combattere per la libertà di Venezia e tornò a Vicenza dopo la liberazione del Veneto nel 1866.

La prima giornalista Salerno

Busato nacque proprio nel Borgo Santa Croce, zona del centro storico dove gli è stata intitolata la via che passa di fianco al Comando della Polizia Locale. E proprio di fronte alla sua targa ce n’è un’altra, sulla parete della casa dove visse un’altra vicentina illustre, Elisa Salerno. Lo scorso 16 giugno le sue spoglie sono state portate nel famedio di Vicenza, al cimitero maggiore. Alla cerimonia hanno partecipato anche il sindaco Giacomo Possamai e la vicesindaca con delega alle pari opportunità Isabella Sala. Il 2023 è il 150° anno dalla nascita di Salerno che fu giornalista e saggista, prima direttrice ed editrice di giornali a Vicenza, dove trascorrerà tutta la vita.

Dopo vent’anni dalla morte Salerno venne riconosciuta tra le protagoniste storiche del femminismo italiano. Aveva esordito agli inizi del ‘900 con alcuni articoli pubblicati su “Il Vessillo Bianco”, periodico progressista che venne sospeso. Poi collaborò con il foglio più tradizionalista, “Il Berico”, ma soprattutto fondò un suo giornale a diffusione nazionale, “La Donna e il Lavoro” e per quasi un decennio, fino al 1918, il giornale affronterà la questione femminile. Il vescovo di Vicenza, monsignor Rodolfi, cominciò però a farle la “guerra” e fu costretta chiuderlo. Ma Salerno pochi mesi dopo fondò un nuovo giornale, “Problemi femminili”, questa volta affossato dal regime fascista.

La giornalista fu isolata e visse gli ultimi anni di vita in povertà, fino al punto di dover andare a mangiare alla mensa cittadina, nella sua casa a San Rocco nel quartiere dei Carmini, nella attuale via Busato.

Elisa Salerno
targa Elisa Salerno