Vicenza in affanno tra furti e vandalismi

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La città di Vicenza continua ad essere al centro di episodi di spaccio di droga (in questo inizio d’anno si sarebbero verificati almeno un paio di decessi per overdose) e di fatti di microcriminalità. Nell’ultimo periodo una pericolosa escalation ha riguardato i furti sulle auto in sosta, un fenomeno, statistiche alla mano, già esistente in passato, ma non con la frequenza registrata tra gennaio e febbraio. Nei primi due mesi del 2020 sono stati almeno 110 gli assalti denunciati in città da parte di cittadini vittime della rottura di uno dei finestrini della propria macchina (in alcuni casi i ladri hanno utilizzato arnesi da scasso con i quali hanno forzato le portiere), lasciata parcheggiata nelle vie cittadine (anche del centro storico) ma anche all’interno di parcheggi dotati di sbarre, o addirittura, all’interno di cortili e proprietà private. Il numero complessivo è inferiore rispetto alla realtà, visto che non sempre gli automobilisti (per motivi di tempo o scelte personali) presentano la denuncia mentre in alcuni casi, trattandosi di persone residenti fuori provincia, si recano successivamente nelle caserme del proprio luogo di origine. Eccoci al confronto con il passato: al 15 febbraio i vandalismi sulle auto in città erano stati 90 (come visto nella seconda metà del mese scorso c’è stata un’ulteriore crescita), di poco superiore agli 82 dello scorso anno, sempre riferito allo stesso periodo. Nel 2019 gli episodi sono stati 622, quasi 2 al giorno.

Il fenomeno, anomalo per il fatto che siamo in presenza nell’ultimo periodo di raid in cui vengono colpite anche 12-15 auto nella stessa notte, era iniziato lo scorso anno, soprattutto in viale Rumor, sotto le mura di Parco Querini, quando si erano verificati diversi casi, al punto che il Comune era intervenuto, in accordo con Aim, potenziando l’illuminazione ma anche chiedendo maggiori controlli alle forze dell’ordine. Soprattutto a febbraio il fenomeno si è esteso dal centro storico (le zone più colpite il quartiere delle Barche e la zona di Ponte degli Angeli), al resto dei quartieri cittadini, dove peraltro la presenza delle telecamere della videosorveglianza è inferiore, così come il passaggio da parte delle pattuglie notturne. Da quello che in un primo tempo sembrava essere opera di bande di vandali “annoiati”, il fenomeno è diventato un vero e proprio allarme sociale al punto che il sindaco Francesco Rucco ha chiesto una convocazione del Comitato provinciale ordine e sicurezza, svoltosi in Prefettura, dove è stato discusso il problema e le possibili soluzioni per arginarlo. La risposta delle forze dell’ordine non si è fatta attendere, anzi è stata efficace: negli ultimi due mesi sono state almeno 5-6 le persone denunciate per essersi macchiate di questi reati. Gli ultimi due sono stati “pizzicati” nello scorso fine settimana – si tratta di due stranieri irregolari già noti alle forze dell’ordine e uno dei due, un tunisino, è stato rimpatriato – mentre a metà febbraio un 36enne residente a Foggia era stato individuato poche ore dopo, grazie alla videosorveglianza e bloccato mentre passeggiava in città, per il furto da un’auto compiuto in contrà Santa Corona.

Secondo quanto ricostruito da militari e agenti il “modus operandi” è spesso simile. I cristalli finiscono in frantumi sotto i colpi dei “martelli frangivetro” che vengono rubati dagli autobus e dai pullman o dalle bacheche situate a fianco di macchinari, dove sono installati per essere utilizzati in caso di emergenze: spesso vengono utilizzati anche stracci o fazzoletti per attutire i colpi e per limitare la possibilità di essere scoperti. In poche decine di secondi gli abitacoli delle auto vengono velocemente passati al setaccio alla ricerca di soldi e qualsiasi altro oggetto: in realtà il bottino è quasi sempre scarno e limitato a pochi euro, un paio di occhiali da sole, qualche cd e in pochi casi un capo d’abbigliamento lasciato nei sedili. Con quanto ricavato i ladri acquistano la droga oppure scambiano la refurtiva per una dose, a conferma che si tratterebbe per buona parte di tossicodipendenti, più che veri e propri criminali.