(Articolo da Vicenza Più Viva n. 5, sul web per gli abbonati tutti i numeri, ndr).
Le donne nate negli anni ‘60 sono la fascia demografica più numerosa. Questa ed altre curiosità nei dati statistici 2023 elaborati dal Comune.
Le vedi sedute a ciacolare sorseggiando un caffè, nella pausa tra un impegno e l’altro. Camminare di fretta sui tacchi, parlando al telefono. Sfiancarsi in palestra per contrastare gli effetti della menopausa, per poi sfoggiare look arditi nelle serate out. Del resto il loro inno era e sarà sempre “Girls just wanna have fun”. Sono loro le padrone di Vicenza, le boomers. Emerge dai dati sull’andamento demografico cittadino nel 2023 elaborati dall’ufficio statistica del Comune, secondo i quali la fascia delle 55-59enni è la più numerosa, battendo i coetanei per 267 unità.
Le ragazze degli anni ‘80 vivono in una città in cui i residenti sono in lieve ma costante calo dal 2010. La popolazione risulta complessivamente di 110.471 abitanti (110.536 nel 2022). La differenza tra nascite e decessi si mantiene negativa (come accade ormai costantemente dal 2006): nel 2023 si sono verificati 1.253 decessi a fronte di 733 nascite (meno 520 unità). Il saldo migratorio (cioè il rapporto tra iscritti per immigrazione e cancellati per emigrazione), è invece positivo per 455 unità, dato che mitiga il decremento della popolazione.
Nel dettaglio, sono 4.759 le iscrizioni totali registrate nel 2023 e 4.304 le cancellazioni. Le iscrizioni dall’estero sono in totale 1.207, di cui 165 italiani rientrati e 1042 stranieri.
La città delle donne over 40
Vediamo un po’ di numeri: i residenti in città sono in maggioranza femmine, con una percentuale del 52%. (57.454 femmine a fronte di 53.017 maschi). L’età media è di 46,8 anni (46,7 nel 2022), 44,8 anni per i maschi e di 48,7 per le femmine. Negli ultimi 15 anni questo dato è in costante aumento. Anche l’indice di vecchiaia (il rapporto percentuale tra la popolazione over 65 e quella in età 0-14 anni) presenta una curva in crescita: 220 anziani ogni 100 giovani (206 nel 2022, 212 nel 2021, 205 nel 2020 e 201 del 2019).
I bambini fino ai 14 anni sono appena 12.601, con una leggera prevalenza maschile (6.541 maschi e 6.060 femmine), e rappresentano l’11,4% del totale dei residenti. Decisamente meno degli ultra ottantenni, per capirci, come emerge chiaramente dalla “piramide dell’età” elaborata dall’Ufficio statistica del Comune. Un bambino su 4 (24,1%) ha cittadinanza straniera (3.036) e ⅔ sono nati all’ombra del Palladio; solo 590 sono nati all’estero.
Benvenuti e addii
Nel 2023 sono nati appena 733 bambini, (395 maschi e 338 femmine), 10 in meno dell’anno precedente. Gli ultra novantenni residenti in città sono il doppio. Anche i nuovi arrivi di bambini da genitori stranieri sono leggermente diminuiti rispetto a quelli del 2022 (185 contro 204), e restano inferiori anche rispetto al 2021 (197) e al 2020 (217). Delle nascite di bambini stranieri, l’81,6% è proveniente da paesi extra UE (40,4% di nazionalità asiatica, 39,7% di nazionalità africana, 17.2% europea non UE, 2.7% provenienti dal continente americano e dall’Oceania).
Il tasso medio di natalità resta sostanzialmente invariato: 6,6 nati ogni 1000 abitanti, contro i 6,7 del 2022 e del 2020 e i 6,3 del 2021. Il trend si mantiene comunque sostanzialmente negativo dal 2014, l’anno a partire dal quale si registra un forte calo demografico.
I decessi tra i residenti a Vicenza nel 2023 sono stati 1253, 159 in meno rispetto al 2022 e soprattutto rispetto agli anni del Covid. Il mese con la mortalità più elevata è stato marzo (129 decessi), mentre quello che ha registrato il minor numero di deceduti è settembre (85).
Chi va e chi viene
Vicenza città con pochi movimenti e, soprattutto, senza allontanarsi troppo. Escludendo le nascite, le persone che, nel corso del 2023, sono state iscritte nei registri anagrafici di Vicenza (per cessata irreperibilità anagrafica, immigrazione, rimpatrio o altro) sono 4.759 (2.394 maschi e 2.365 femmine), con un aumento di 548 unità rispetto al 2022. Dei nuovi iscritti nel 2023, 2.578 sono italiani (in crollo di quasi mille unità rispetto al 2021), 2.181 di nazionalità straniera (1.538 l’anno scorso). Rispetto agli ultimi 10 anni si nota un considerevole incremento percentuale degli stranieri iscritti rispetto agli italiani, anche se questo dato non si ripercuote sul numero totale di stranieri residenti, che negli ultimi 5 anni ha subito delle variazioni minime: a calare è la popolazione italiana.
Il bilancio con l’emigrazione è in positivo, visto che sono state 4.304 (2.110 maschi e 2.194 femmine) le persone che nel 2023 sono state cancellate dall’anagrafe (per irreperibilità anagrafica, emigrazione, espatrio, altro), 293 in più rispetto all’anno precedente; un terzo sono stranieri (circa 1.400).
Le new entry provengono in gran parte dalla prima cintura di Vicenza (864 persone, contro le 972 del 2022) o da altro Comune della provincia (707, contro le 726 del 2022) e solo 497 (459 nel 2022) arrivano da altre province del Veneto. I cittadini immigrati da altre regioni italiane sono 1.040 (1.057 nel 2022). Le immigrazioni dall’estero sono 1.207 (866 nel 2022), di cui 165 italiani rientrati nel Paese (136 nel 2022) e 1.042 cittadini stranieri (730 nel 2022).
Anche le “fuoriuscite” hanno riguardato soprattutto i Comuni della cintura (979 emigrazioni, contro le 1.127 del 2022) o della provincia (775, a fronte delle 813 del 2022), mentre 411 persone si sono trasferite in altri Comuni veneti (18 in meno del 2022) e 664 in un’altra regione.
I Comuni di destinazione più scelti sono stati Torri di Quartesolo (166), Caldogno (142) e Monticello Conte Otto (138) nella cintura; Isola Vicentina (50), Montecchio Maggiore (49), Camisano Vicentino (40) e Grumolo delle Abbadesse (37) per la restante provincia.
Le cancellazioni a seguito di espatri sono state 391 (425 nel 2022).
“Anche oggi mi sposo domani”
Vicenza non è decisamente una città per l’amore, almeno secondo i dati statistici e sempre che si consideri il matrimonio come il coronamento dell’unione tra due persone. Nel 2023 sono stati celebrati appena 243 matrimoni, 25 in meno rispetto al 2022. Facendo il rapporto tra la popolazione residente e i riti, il dato che emerge (2,7%) è decisamente inferiore rispetto a quello nazionale, che si attesta sul 3,7%. Prosegue la tendenza della scelta del rito civile (190) a fronte di 53 matrimoni celebrati in chiesa. Da quando nel 2006 i riti religiosi sono stati superati da quelli civili, la forbice a favore di questi ultimi si sta costantemente allargando.
I matrimoni rispecchiano la composizione dei residenti: su 243 celebrazioni di matrimoni il 72% è tra cittadini italiani, il 20,2% tra italiani e stranieri e il 7,8% tra cittadini stranieri. Appena 11 le unioni civili (6 tra maschi e 5 tra femmine).
Un altro dato interessante che emerge dai dati del Comune, è l’età media degli sposi: se nel 2000 era 23 anni e mezzo per lui e 30 per lei, l’anno scorso sono arrivati “all’altare” a 42 anni lui e poco più di 38 lei. Insomma, l’aggettivo “novelli” assume una sfumatura quasi ironica. Anche questo dato stride con quello nazionale, che pone a 34 anni di età media per lo sposo e 32 per le neo signore.
A fronte di circa 250 nuove coppie ufficiali, l’anno scorso negli uffici del Comune ci sono state 41 separazioni e 45 divorzi. Non è mancato anche lo scioglimento di un’unione civile. I residenti vicentini divorziati sono quasi triplicati negli ultimi 23 anni: erano quasi 2.250 nel 2000, sono oltre seimila oggi. Il dato curioso è che a Vicenza risiedono molte più divorziate che divorziati: circa 3700 le ex mogli a fronte di neanche 2.300 ex mariti. Volendo tentare un’interpretazione, si può supporre che gli uomini tendano ad abbandonare il tetto domestico ed entrino in quelle circa 1.700 emigrazioni verso la cintura cittadina e la provincia. Magari qualcuno si è spinto anche oltre.
“Famiglie”
Pochi bambini, pochissimi matrimoni, molti over 50 sono i tre elementi visti finora che fanno da premessa ai dati sulle famiglie vicentine nel 2023. Secondo l’Ufficio statistica del Comune, il numero di famiglie è aumentato rispetto all’anno precedente: i nuclei familiari sono 53.184 (+157), un dato simile a quello del 2012, prima del calo nel settennato 2013 2020. Ma il dato veramente eclatante è il crollo del numero medio dei componenti per famiglia, passato dal 2,33 di 23 anni fa al 2,06 registrato nell’anno appena trascorso. Il dato nazionale è di 2,3 componenti per famiglia. Un 2,06 ulteriormente ribadito e declinato
dal dato sulle “famiglie per numero di componenti”: nel 2.000 le famiglie con un solo componente erano 15mila, quelle con due componenti quasi 13mila, quelle con tre 9.600, circa 7.000 con 4 e 1.600 con 5 componenti o più; l’anno scorso la fotografia è stata ben diversa: le famiglie mononucleari sono cresciute a 23mila (il 44%), stabili quelle con due componenti (26%), mentre calano di 2.000 unità quelle con tre e di 1.500 quelle con 4, stabili le famiglie numerose.
Un vicentino su 7 è straniero
I cittadini stranieri sono leggermente aumentati (17.514 rispetto a 17.421 del 2022) e rappresentano il 15,8% del totale dei residenti. Come detto, da 5 anni a questa parte questo dato presenta variazioni minime, dopo la forte crescita tra il 2000 e il 2013, quando sono passati da 6.300 a 19.650.
Il 31,1% degli stranieri ha cittadinanza in paesi europei extra UE (tra questi, Serbia 11,1% del totale, Moldavia 5,5%, Albania 5%), il 24,7% proviene da paesi dell’Asia (in questo gruppo le comunità più numerose sono quelle di Cina e Pakistan con il 5,2% ciascuna), il 19,5% dall’Africa (tra questi, 6,1% Nigeria, 3% Marocco), il 19,4% da Paesi UE (in gran
parte Romania 15,7%), e il 5,2% dal Continente Americano.
Dei 3043 stranieri residenti che sono nati in Italia, la maggior parte (83%) è nata a Vicenza, eppure sembrano non tenerci troppo a diventare italiani: nel corso del 2023 sono stati 775 i residenti che hanno acquisito la cittadinanza italiana (404 maschi e 371 femmine). Oltre al loro contributo come forza lavoro e risorsa economica, l’età media degli stranieri, poco meno di 31 anni, contribuisce ad abbassare l’età anagrafica. Come i vicentini “autoctoni”, anche tra gli stranieri dominano le donne, una tendenza iniziata nel 2010: l’anno scorso, a Vicenza c’erano oltre 9mila femmine e 8.500 maschi.
Se un vicentino su 7 è straniero, il rapporto varia di quartiere in quartiere: la maggioranza vive a San Felice Cattane (23%) e, in 4mila, rappresentano un quarto dei residenti totali (circa 20mila) della zona. Molto gettonato anche San Pio X (15,8%), dove gli stranieri sono circa 2.800 su 12.250 italiani, e il centro storico (8,5%), dove sono oltre un decimo dei residenti italiani. Percentuali praticamente nulle nei quartieri più periferici, come Maddalene, Bertesina, Campedello, Gogna, e nel supervip Monte Berico.
Una Vicenza di mezza età e sola
Come sta, quindi, la città del Palladio, almeno secondo i dati diffusi dall’Ufficio di statistica del Comune? Dal punto di vista demografico, vengono accentuate le medie nazionali sull’età e sulla frammentazione dei nuclei famigliari. Con le conseguenze del caso. Se è vero che creando più occasioni di aggregazione e di divertimento si potrebbe ravvivare
la città, lo è altrettanto che, con una larga fetta di popolazione che ha già superato i 40, e anche da un po’, c’è bisogno di altre cose: tranquillità, servizi alla persona, iniziative culturali, ristorazione di qualità. Un 50/60enne difficilmente esce tutte le sere, ma quando lo fa ha il potere d’acquisto per concedersi qualcosa di bello e di buono. I bambini sono
pochissimi: evidentemente Vicenza non è una città per genitori, che, forse, nella cintura o in altre cittadine, trovano realtà più raccolte e ben servite.
Infine, Vicenza deve confrontarsi con il dato che è anche una città di stranieri, sempre di più nati al San Bortolo. Si sta facendo abbastanza per una vera e solida integrazione culturale? Forse no.