Avevo sperato dopo il primo intervento del Consigliere Comunale di Vicenza Isabella Sala che affermava la necessità di un’opposizione propositiva in un cambio di rotta dell’opposizione, in precedenza maggioranza. Un buon consiglio, potremo quasi dire saggio al primo ascolto.
Purtroppo né la nominata né i suoi compagni di cordata del partito Democratico e delle liste collegate hanno saputo cogliere il prezioso messaggio, forse parola dal sen fuggita per sbaglio, più che per vera convinzione.
Peccato! Ma si sa che oggi il peccato non è più di moda, meglio essere politically correct e fare l’opposizione per l’opposizione, insomma un’arte per l’arte di contrapporsi. Ecco quindi altri consiglieri comunali di Vicenza a esercitare l’antica tattica, magari credendola strategia, di attaccare la Giunta Comunale un giorno sì e l’altro pure, spesso dimenticandosi che molte questioni sono la pesantissima eredità, lasciata da chi oggi timidamente cerca ancora di farsi largo, magari per qualche ristorante dove servono la Choucroute.
Ciò che stupisce è però un altro ricordo: il silenzio che gli stessi consiglieri facevano quando sedevano al potere, come se non esistessero quei problemi che sono stati accentuati proprio da dieci anni di gestione personalistica a due dell’amministrazione del comune di Vicenza, lasciato pure impoverito.
La democrazia, sostenevano i tanto disprezzati medioevali che di politica s’intendevano più di quelli che machiavellicamente oggi si oppongono, è “molti al bene”, non la lotta a tutti i costi, il contrasto, perfino l’intolleranza e l’individuazione di nemici supposti più che reali.
La vera politica, dovremo un po’ tutti comprenderlo, è collaborazione, proposizione positiva, in modo che chi per elezione governa, possa trarre non vantaggio solo per la propria parte, ma per tutti. La massima unità nell’amministrare, pur nella differenza di prospettive, individua quel bene civile al quale tutti i cittadini debbono concorrere.
Si preferisce, invece, anche a Vicenza la lotta, la denigrazione, perfino il mancato saluto e l’alta aria di sufficienza, come se ognuno fosse un deus ex machina, che teatralmente, scende a dare soluzioni, che lui stesso non è riuscito a dare quando era maggioranza.
Forse è tempo a Vicenza di avviare una relazione importante tra le parti, magari anche dismettendo i termini maggioranza e opposizione, in modo che a godere del benessere siano tutti i cittadini visto che a Vicenza di problemi ereditati, lo sanno bene quelli che ora si oppongono, ve ne sono moltissimi che richiedono scelte importanti da compiere.
Provarci e con serenità potrebbe far bene, avendo in mente sempre che non quello che io propongo è meglio di quello che propone un altro. Temo, come già detto, che le opposizioni attuali, silenziose sui guai vicentini per dieci anni, siano incapaci di cambiare l’usato modo che è ormai “tradizione”, insomma un uso che è difficile mutare.