Edilizia, logistica, ristorazione. Questi sono i settori in cui operavano 5 società anche nella provincia di Vicenza che erano in realtà legate alla ‘Ndrangheta. Esponenti di spicco di una cosca di Crotone si erano stanziati tra Lombardia ed Emilia e prestavano soldi, sfruttando probabilmente anche la crisi da Covid, a piccoli imprenditori, con tassi d’interesse da usura. In un caso, a fronte di 700 mila euro ne avrebbero pretesi più di un milione. Proprio da quell’episodio, come riporta Catanzaroinforma.it, sono partite le indagini dei finanzieri del Nucleo di polizia economico finanziaria di Cremona e coordinate della Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, che hanno poi consentito alla Corte d’Appello del capoluogo emiliano di giungere alla definitiva condanna di esponenti di spicco della cosca ‘ndranghetista capeggiata dal boss Nicolino Grande Aracri, con annessa confisca di beni del valore complessivo di 17 milioni di euro. Si tratta di 28 immobili, ubicati nella provincia di Crotone, 5 società operanti nel settore dell’edilizia, logistica e ristorazione, operanti nelle provincie di Crotone, Parma e Vicenza ma anche 5 abitazioni e una barca.