Questa mattina Vicenza ha scritto un’altra pagina importante nella sua storia di memoria collettiva. Sono state posate tre nuove Pietre di inciampo in ricordo di altrettanti cittadini vicentini deportati nei campi di concentramento nazisti: Bruno Allegro, Ruggero Menin e Luigino Scuizzato. Questi piccoli blocchi di pietra con una targa d’ottone riportano il nome, la data di nascita e il luogo di deportazione delle vittime, diventando simboli tangibili della lotta per la libertà e la giustizia.
Le cerimonie si sono svolte in due luoghi emblematici del centro storico di Vicenza. Le prime due pietre, dedicate a Ruggero Menin e Bruno Allegro, sono state posate di fronte a Palazzo Trissino, sede del Comune, al civico 98 di corso Palladio. La terza, in memoria di Luigino Scuizzato, è stata collocata in contrà XX Settembre, al civico 2, davanti alla casa dove il giovane visse prima di essere deportato.
All’evento hanno partecipato il sindaco Giacomo Possamai, i familiari delle vittime e i rappresentanti dell’Istituto Storico della Resistenza e dell’Età Contemporanea di Vicenza (Istrevi), che ha curato l’approfondita ricerca storica e supportato il Comune nella richiesta al maestro Gunter Demnig, ideatore delle Stolpersteine.
«Con il passare degli anni – ha dichiarato il sindaco Possamai – sono sempre meno i testimoni viventi degli orrori nazifascisti. La posa delle Pietre di inciampo assume quindi un significato profondo: un monito affinché non si dimentichino mai gli eventi tragici del passato e si impedisca che accadano di nuovo. Questi tre coraggiosi vicentini, ancora molto giovani, hanno sacrificato la loro vita per non piegarsi alla dittatura e alla violenza. È grazie al loro sacrificio che oggi possiamo vivere in democrazia».
Bruno Allegro, Ruggero Menin e Luigino Scuizzato rappresentano tre storie di resistenza e coraggio. Allegro, partigiano della Brigata Argiuna, fu deportato nel sottocampo di Gusen, dove morì nel 1945, a soli 21 anni. Menin, un diciottenne fattorino telegrafico e partigiano, trovò la morte nel 1945 nel sottocampo di Gotenhafen (oggi Gdynia). Scuizzato, internato militare, perse la vita a Dachau nel 1944, a soli 24 anni.
Questa iniziativa si inserisce nel programma della Giornata della Memoria, promossa dal Comune per ricordare le vittime dell’Olocausto e dei crimini nazifascisti (qui altri dettagli).
E proprio la capogruppo del Pd in Consiglio regionale del Veneto, Vanessa Camani, ha evidenziato l’importanza di questa ricorrenza: «Il Giorno della Memoria rappresenta un momento irrinunciabile per ribadire e diffondere tra le nuove generazioni un patrimonio di valori umanitari e democratici che vennero calpestati in modo atroce dall’Olocausto. È un compito istituzionale e civile doveroso, soprattutto di fronte al riemergere di fenomeni di estremismo ideologico e politico intrisi di violenza discriminatoria».
Camani ha poi aggiunto: «Il ricordo ci richiama a tenere alta la guardia, affinché consenso e indifferenza non diventino terreno fertile per nuove storture. Dobbiamo essere intransigenti nella difesa dei diritti e della libertà».
Le Pietre di inciampo, frutto dell’impegno condiviso di istituzioni e cittadini, rappresentano un gesto simbolico che invita tutti a riflettere su quanto sia necessario proteggere i valori fondamentali di libertà, dignità e giustizia, affinché tragedie come quelle del passato non si ripetano mai più.