
Il Parco della Pace di Vicenza, area verde di 65 ettari, avrà un unico regista per coordinare le molteplici attività che vi si svolgeranno. Questo approccio prevede la stipula di accordi con vari attori per generare le risorse necessarie alla sostenibilità economica del parco. La forma giuridica scelta per implementare questo modello è una fondazione partecipata, come suggerito dal business plan redatto dalla società ACUBE SB Srl, incaricata dal Comune.
Il Business Plan e le sue conclusioni

Il documento, di quasi 40 pagine, è stato presentato oggi dal CEO di ACUBE, Davide Dal Maso, insieme all’assessore del Comune di Vicenza Leone Zilio e dal gruppo di lavoro che l’ha redatto. “Questo business plan – ha dichiarato Zilio – conferma che la fondazione partecipata è lo strumento più adatto per la gestione del parco. Inoltre, il prospetto economico-finanziario fornisce possibili scenari per garantire la sostenibilità a breve termine”. L’assessore ha sottolineato l’importanza delle “esternalità positive” generate dal parco, risorse che dovranno essere misurate e promosse per coinvolgere gli stakeholder. L’obiettivo rimane quello di aprire il parco entro il 2025.
Incaricata il 12 settembre 2024, ACUBE SB Srl ha elaborato il business plan per rispondere a una richiesta dell’amministrazione comunale, che ha riconosciuto la necessità di un modello gestionale dopo un periodo focalizzato principalmente sulla realizzazione fisica del parco. Il piano è frutto di ricerche di mercato, interviste con esperti locali e confronti con i referenti degli uffici comunali.
Aspetti fondamentali del piano
Lo studio analizza vari elementi critici per la gestione del parco, tra cui il fattore tempo, poiché i cittadini attendo da decenni l’apertura di questo spazio. Altri aspetti essenziali riguardano le finanze pubbliche e le funzioni del parco, che dovranno includere ambiente, biodiversità, eventi culturali, sport, educazione e ristorazione. La sostenibilità economica del Parco della Pace, secondo i consulenti, dipenderà dalla generazione di reddito attraverso attività diversificate.
Il modello prevede una regia unica per garantire un coordinamento efficace tra le diverse funzioni del parco. Dato che però è difficile pensare che un unico soggetto possa gestire attività così dissimili come sport, educazione e intrattenimento, il modello proposto prevede due livelli distinti di intervento, uno strategico e uno operativo. La complessità del business model è evidente, poiché deve integrare diverse forme di creazione di valore, con una predominanza della logica immobiliare.
Creazione di valore e sostenibilità
Il “regista” del Parco della Pace avrà il compito di raccogliere risorse necessarie, prelevando parte del valore generato dagli operatori che gestiranno le varie funzioni. Questo prelievo è giustificato dall’uso degli asset e dalla meta-gestione del parco, che offrirà benefici diretti e indiretti ai gestori. I servizi forniti dal regista includeranno sia quelli di base, come property e facility management, che servizi più specifici come comunicazione e coordinamento.
Proposta di una Fondazione Non Profit
Infine, il documento propone la creazione di una fondazione non profit, che consentirebbe al Comune di esercitare un’influenza indiretta attraverso la condivisione di obiettivi strategici. Questo approccio mira a garantire una gestione efficiente e sostenibile del Parco della Pace, un luogo che promette di diventare un’importante risorsa per la comunità.