I diritti Lgbtqia+ sarebbero talmente tutelati da rendere del tutto inutili, perfino anacronistiche, manifestazioni come il Pride, convenzionalmente celebrato a giugno e che andrà in scena a Vicenza sabato 22.
La pensa così Gian Luca Deghenghi, portavoce cittadino del Movimento Italia Sociale, soggetto politico di destra noto per le sue posizioni estreme e l’impegno su temi quali la sicurezza cittadina.
Dal Mondo Arcobaleno cittadino e non, l’evento viene così presentato: “Ogni anno, il Pride di Vicenza, come quelli di tante altre piccole e grandi città d’Italia e nel mondo, si conferma non solo una celebrazione, ma un atto politico, un promemoria di ciò che è stato conquistato con fatica e di ciò che ancora si deve ottenere. Le parole d’ordine sono sempre le stesse: uguaglianza, visibilità, diritti. Eppure, ogni volta, sembrano acquisire un nuovo significato, un nuovo peso, alla luce degli eventi recenti che continuano a minacciare quei fragili progressi”.
Ma per Deghenghi la manifestazione che colorerà le strade cittadine viene sminuita a “parata carnevalesca” e le manifestazioni simili sparse nel mondo bollate senza mezzi termini come “false, ipocrite” e perfino “eversive”. “Sono false – afferma Deghenghi con convinzione -, in quanto intrise di vittimismo per immaginarie discriminazioni a danno delle persone omosessuali che non trovano riscontro nella realtà sociale. Sono ipocrite, in quanto dietro la forma gioiosa e colorata nascondono istanze di liceità e legalità per pratiche aberranti quali il ricorso alla maternità surrogata e l‘adozione per le coppie omosessuali. Sono eversive, in quanto attaccano dalle fondamenta la famiglia tradizionale, negandone il valore unico di nucleo fondamentale della comunità ed equiparandola ad altre forme di unione che ne sono vuote parodie”.
E – come se non bastasse – il rappresentante del MIS respinge categoricamente le accuse di scarsa inclusività della società attuale verso il mondo Lgbtqia+.
Inclusività che però Deghenghi dimostra di non possedere, quando afferma che, “Il MIS ritiene i Gay Pride eventi volgari e provocatori, atti unicamente ad ammantare di presunta condivisione richieste tutt’altro che ricevibili” e che “non sarà l’ennesima sagra del cattivo gusto di sabato prossimo a dar più forza al mondo arcobaleno, che per quanto sovraesposto e spalleggiato dai paladini del politicamente corretto, rimane nella realtà portatore di una cultura minoritaria, marginale e sterile“.
A dimostrazione dell’accettazione che conosce oggi la nostra società, Deghenghi conclude invitando “tutti i vicentini a non prestarsi con una presenza figlia della superficialità ad ingrossare le file della manifestazione del 22 giugno prossimo“.
E poi conclude: “Anche se la bandiera arcobaleno sventola su Palazzo Trissino e l’amministrazione ha gratificato il Pride con il patrocinio del Comune, Vicenza ha ben altre cose di cui occuparsi”.