A un ragazzo di Vicenza abusato sessualmente è stato negato il supporto di un Centro antiviolenza cittadino.
A denunciarlo è Alessandra Bocchi, avvocato difensore del giovane che – stando alla versione dei fati riferita – è stato adescato da un altro ragazzo su una app di incontri per poi essere abusato sessualmente.
Il supporto – si sarebbe sentito rispondere dal centro vicentino – è fornito soltanto alle donne. “Davvero incredibile che un servizio di supporto pubblico, specie per determinati casi, non venga estesa anche a soggetti maschi”, l’opinione della legale vicentina che ha anche informato di seguire due casi simili. Semplicemente “il sistema li lascia scoperti“, ha sottolineato.
All’origine del problema, secondo Bocchi, ci sarebbe la legge regionale a contrasto della violenza sulle donne dell’aprile 2013. Questa prevede che i centri antiviolenza o le strutture protette possano accogliere solo donne maggiorenni vittime di violenza, con servizio pubblico e gratuito. Non anche agli uomini.
Sulla vicenda del ragazzo vicentino abusato sessualmente è intervenuta Cristina Guarda, consigliera regionale di Europa Verde: “Lo scorso anno – ha detto -, ho presentato in consiglio un emendamento al Collegato alla legge di stabilità per l’istituzione in Veneto di Centri antiviolenza di Orientamento sessuale.
Nello specifico – spiega la consigliera – la proposta prevedeva che la Regione del Veneto coordinasse e sostenesse la costituzione da parte di enti locali, singoli o associati, associazioni e organizzazioni operanti nel settore che abbiano maturato esperienze e competenze specifiche, di Centri antiviolenza di orientamento sessuale, ai fini della prevenzione e la presa in carico di vittime di violenza contro le persone Lgbt+.
L’emendamento – sottolinea Guarda – fu respinto dall’attuale maggioranza. Purtroppo nel corso del 2022 non sono mancati episodi, dal caso Cloe (leggi qui) alla triste vicenda del ragazzo di Vicenza abusato sessualmente, che testimoniano quanto siano necessari centri capaci di fornire supporto alle vittime di violenza”.
La consigliere si è detta pronta a reiterare la proposta all’assemblea consiliare chiedendo al contempo un cambio di rotta.