Il Vicenza sconfitto a Reggio Calabria. Poggi: bastava leggere la lista dei convocati per capire come sarebbe finita

366
Reggina Lr Vicenza, un'azione di gioco
Reggina Lr Vicenza, un'azione di gioco

Era davvero un brutto biglietto da visita la lista dei convocati del Vicenza per la trasferta calabrese contro la Reggina (qui gli highlights, ndr). Fra i ventidue in partenza figuravano, infatti, ben otto giocatori della Primavera: un terzo della rosa a disposizione dell’allenatore Brocchi non faceva parte stabilmente della prima squadra e solo tre (Tommaso Mancini e Filippo Alessio – entrambi diciottenni – e Thomas Sandon, più vecchio di un anno) erano i giovani con presenze in Serie B nel corso del campionato.

L’attaccante Matteo Spiller (diciannove anni) era alla prima convocazione, il terzino destro Thomas Lattanzio (diciotto) alla seconda, il trequartista Stefano Cester (venti), più volte convocato, non era mai sceso in campo come il centrocampista Malik Djibril (diciannove, otto convocazioni) e la punta Alessandro Favero (pure del 2003, convocato due volte). Questa pesante quota green comportava una ridottissima possibilità di cambi a disposizione del tecnico biancorosso, se non correndo il rischio di mandare in campo dei ragazzi senza esperienza e con tutte le incognite tecniche e psicologiche legate a un debutto.

A ben guardare, anche il resto dei convocati per Reggina – Lr Vicenza non poteva dare grande tranquillità a Brocchi che, ad esempio, era completamente privo di un terzino destro a causa della squalifica del titolare Bruscagin e dell’ennesimo infortunio di Cappelletti e aveva come unica pedina per il ruolo il neo arrivato Maggio, quarantenne e fermo da otto mesi. A centrocampo, poi, l’allenatore subiva il deficit più pesante perché il reparto scontava il maggior numero di infortunati lungo degenti: Ranocchia, Bikel, Boli e Taugordeau. E andava anche messo in conto che i due esterni offensivi Dalmonte e Giacomelli, sempre scesi in campo nelle ultime partite, potessero pagare un po’ di stanchezza nella terza gara consecutiva in dieci giorni.

L’attacco, infine, era una vera incognita. La formula scelta da Brocchi era ancora quella dell’unico attaccante (Teodorczyk) con, a supporto, il trequartista Da Cruz, di fatto seconda punta. Non proprio una coppia di bomber: il polacco, dopo sei presenze, ancora a caccia della prima marcatura stagionale e due centri per l’olandese in nove partite.

La Reggina, per di più, non dava l’impressione di essere un avversario arrendevole: quattro vittorie nelle ultime cinque partite, tre delle quali con squadre in zona retrocessione; il recente successo sul Pisa; l’ottimo rendimento interno negli ultimi turni con tre vittorie consecutive; non da ultimo, una forte motivazione a far punti per fronteggiare la probabile penalizzazione in arrivo a causa di versamenti federali effettuati in ritardo. E senza dimenticare che i calabresi avevano vinto il match dell’Andata (1-0, gol di Galabinov al 31’), ma erano altri tempi.

Brocchi puntava, all’inizio, sulle scelte sicure e manteneva il modulo che aveva dato buoni riscontri nella serie positiva di cinque partite schierando i due mediani (con Zonta al posto di Bikel e Cavion) e i due esterni, riproponendo Giacomelli e Dalmonte. Rinunciava quindi all’utilizzo dei Primavera, tant’è che ricorreva a Padella, che è un centrale, come difensore esterno a destra.

Per una mezzora abbondante era, un po’ imprevedibilmente, proprio la squadra biancorossa a mantenere l’iniziativa negando il possesso palla alla Reggina, incapace di organizzare il proprio gioco e costretta da un Lane compatto e deciso a subire il gioco avversario che, come al solito e come prevedibile, non trovava finalizzazione. Teodorczyk centellinava – per dirla con un eufemismo – le sue conclusioni e Da Cruz non trovava varchi per inserirsi ed anzi era indotto a cercarli vagando nella metà campo calabrese. Praticamente a zero, poi, l’apporto al tiro di Giacomelli e Dalmonte. Il bilancio era, quindi, di un Vicenza positivo e prevalente ma incapace di passare in vantaggio.

Dopo il trentesimo minuto la partita cambiava completamente inerzia e la Reggina metteva il risultato al sicuro già prima del riposo con la complicità – cosa non certo nuova – della difesa del Vicenza. Dal 35’ la squadra calabrese sommava prima una clamorosa palla gol ciccata da Adjapong, poi (37’) il gol del vantaggio concretizzato dal calcio di rigore perfettamente tirato da Galabinov e, cinque minuti più tardi, il raddoppio firmato da Menez che si inventava uno spiraglio per inquadrare la porta vicentina tra due statuari difensori biancorossi. Nei due gol il portiere Contini non faceva il miracolo: non indovinava la direzione del tuffo laterale sul penalty e non dimostrava la solita reattività sul raddoppio. La giornata di scarsa santità del portiere italo-ucraino era confermata, all’inizio del secondo tempo, da un grossolano errore di presa alta che regalava a Cortinovis il pallone del tris.

Fine della partita, perché i successivi quarantatre minuti più recupero non avevano nulla da aggiungere. Sul 3-0 la Reggina gestiva il vantaggio senza correre grossi rischi, il Vicenza cercava senza nemmeno troppa convinzione una improbabile rimonta ottenendo solo quello che una volta si chiamava il gol della bandiera di Padella con la generosa collaborazione della Reggina. Brocchi si faceva notare solo per i cinque (inutili) cambi e i debutti di Maggio e Djibril.

La sconfitta interrompe la mini-serie positiva dei biancorossi ma non cambia molto la road map del Vicenza sulla strada della salvezza. Solo l’Alessandria, fra le cinque a rischio retrocessione, è riuscita a raccogliere un punto e quindi, per il Lane, ora i punti da recuperare sulla squadra piemontese sono diventati sei, tenendo conto che il Cosenza, grazie agli scontri diretti, è in vantaggio sui biancorossi in caso di pari punteggio finale.

Articolo precedenteDalla Pozza e condanna in I° grado direttore ViPiù, Usb Vicenza con Coviello: prima si chiedeva rettifica, oggi c’è la querela facile per… zittire
Articolo successivoLe dichiarazioni al termine di Reggina-LR Vicenza di mister Cristian Brocchi ed Emanuele Padella
Gianni Poggi
Gianni Poggi risiede e lavora come avvocato a Vicenza. È iscritto all’Ordine dei giornalisti come pubblicista. Le sue principali esperienze giornalistiche sono nel settore radiotelevisivo. È stato il primo redattore della emittente televisiva vicentina TVA Vicenza, con cui ha lavorato per news e speciali ideando e producendo programmi sportivi come le telecronache delle partite nei campionati del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi, i dopo partita ed il talk show «Assist». Come produttore di programmi e giornalista sportivo ha collaborato con televisioni locali (Tva Vicenza, TeleAltoVeneto), radio nazionali (Radio Capital) e locali (Radio Star, Radio Vicenza International, Rca). Ha scritto di sport e di politica per media nazionali e locali ed ha gestito l’ufficio stampa di manifestazioni ed eventi anche internazionali. È stato autore, produttore e conduttore di «Uno contro uno» talk show con i grandi vicentini della cultura, dell’industria, dello spettacolo, delle professioni e dello sport trasmesso da TVA Vicenza. Ha collaborato con la testata on line Vvox per cui curava la rubrica settimanale di sport «Zero tituli». Nel 2014 ha pubblicato «Dante e Renzo» (Cierre Editore), dvd contenente le video interviste esclusive a Dante Caneva e Renzo Ghiotto, due “piccoli maestri” del libro omonimo di Luigi Meneghello. Nel 2017 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza il documentario «Vicenza una favola Real» che racconta la storia del Lanerossi Vicenza di Paolo Rossi e G.B. Fabbri, distribuito in 30.000 copie con il quotidiano. Nel 2018 ha pubblicato il libro «Da Nobile Provinciale a Nobile Decaduta» (Ronzani Editore) sul fallimento del Vicenza Calcio e «No Dal Molin – La sfida americana» (Ronzani Editore), libro e documentario sulla storia del Movimento No Dal Molin. Nel 2019 ha pubblicato per Athesis/Il Giornale di Vicenza e Videomedia il documentario «Magico Vicenza, Re di Coppe» sul Vicenza di Pieraldo Dalle Carbonare e Francesco Guidolin che ha vinto nel 1997 la Coppa Italia. Dal 9 settembre è la "firma" della rubrica BiancoRosso per il network ViPiù, di cui cura anche rubriche di cultura e storia.