Ultimo mese di campionato, ancora sette partite per centrare gli obbiettivi stagionali. Il Vicenza ha la possibilità di arrivare al mantenimento della categoria attraverso gli spareggi, sembra più complicato con la salvezza diretta. Il calendario mette a disposizione della squadra allenata da Cristian Brocchi altri ventun punti. Solo in tre delle prossime gare i biancorossi potranno contare sul “fattore campo”, che sembra tornato importante dopo essere risultato pressochè ininfluente per tre quarti del campionato sul rendimento dei giocatori vicentini.
È poco utile mettersi a fare conti dei punti alla portata gara per gara, sono troppe le variabili in gioco e molte non sono sotto il controllo del Lane. L’unico fattore tecnico da non mancare assolutamente è la continuità di risultati positivi, che è stata la strada attraverso cui si è sviluppata la lenta risalita della classifica da gennaio in poi. È infatti scontato che ogni sconfitta nella prossima fase peserebbe il doppio: oggi come oggi il Vicenza è coinvolto in un minitorneo con Cosenza e Alessandria da cui dovrà sortire la coppia che si sfiderà nei play out. Le tre sfidanti sono posizionate in un lasso di soli due punti in classifica, anche se non bisogna trascurare che il Cosenza è in credito del recupero con il Benevento, che giocherà in casa giovedì 14 aprile.
È imprevedibile lo sviluppo del confronto giornata per giornata fra Alessandria, Vicenza e Cosenza. Non è, fra l’altro, solo questione di punti perché bisogna tener conto anche dei criteri suppletivi che assegnano il posizionamento in caso di parità di punteggio finale. Il Lane sarebbe svantaggiato nei confronti dei calabresi perché ha perso in trasferta all’Andata e pareggiato, successivamente, al Menti, mentre si è aggiudicato l’unico scontro stagionale con i piemontesi, dei quali sarà ospite nell’ultimo turno di campionato. Inutile dire che l’Alessandria-Vicenza in programma venerdì 6 maggio allo stadio Giuseppe Moccagatta sembra un appuntamento perversamente voluto dal compilatore per dar vita ad un drammatico spareggio-salvezza.
Le due concorrenti dei biancorossi hanno, sulla carta, un calendario più ostico ma sarebbe sbagliato contare sulle disgrazie altrui e, comunque, c’è sempre un’alea sui possibili risultati in questo finale di campionato in cui i valori dimostrati in precedenza potrebbero saltare per imprevedibili situazioni contingenti. Chi saprà dosare meglio le proprie forze, aggiungere la più forte aggressività, scendere in campo con la maggiore concentrazione potrebbe ribaltare dei pronostici negativi in partenza.
Potrebbe, ovviamente, anche succedere il contrario e che, cioè, ci sia il crollo di una o più d’una delle pericolanti che andrebbe a tutto vantaggio di chi, invece, saprà mantenere la rotta. Ma questa sembra una prospettiva meno realistica perché le tre aspiranti ai play out sono ben consapevoli che, da qui in poi, dovranno dare il massimo e hanno certamente lavorato per preparare al meglio la volata finale.
Il Vicenza nella volta salvezza avrà un percorso cadenzato dalla esigenza di non perdere o di perdere il meno possibile. I mezzi a disposizione della squadra sono il miglioramento della fase difensiva, da cui andranno definitivamente banditi quegli errori di reparto e individuali che sono costati molte delle diciannove sconfitte fin qui subìte, e, contestualmente, una crescita della efficacia offensiva che comporti un maggior numero di tiri in porta nell’arco della partita e, in conseguenza, anche più gol.
Sono entrambi obbiettivi non facili da raggiungere e ci vorrebbe la bacchetta magica per centrarli in quest’ultimo spezzone di campionato dopo che non ci si è riusciti per tutto il precedente. Se non è illusorio poco ci manca pensare che, improvvisamente, la difesa biancorossa diventi un bunker inespugnabile o che gli attaccanti a disposizione di Brocchi si trasformino nei bomber del girone. Le forze a disposizione dell’allenatore vicentino sono quelle che sono e il rientro dei numerosi infortunati difficilmente basterà a eliminare i punti deboli della squadra.
Il lavoro da fare è, piuttosto, sul modulo e sulla condizione. Bisognerà, intanto, valutare bene l’atteggiamento tattico da prendere in relazione alle caratteristiche di ogni avversario evitando la scelta aprioristica di un modulo e questo non per adottare un ruolo gregario in campo ma, piuttosto, per sfruttare al meglio le proprie potenzialità adattandole ai punti deboli altrui. È chiaro che, a questo punto, servono assolutamente giocatori in gran forma sia per dare una caratura atletica e agonistica al gioco sia per consentire il turn over (se servisse) sia per i cambi in corso di partita.
Ci si deve anche attendere qualcosa in più dall’allenatore che non deve più sbagliare formazione e sostituzioni, che deve rendersi duttile e opportunista, che sappia motivare i giocatori non solo durante la settimana ma soprattutto in partita. E, magari, che inventi qualcosa, che tiri fuori il coniglio dal cilindro, che sparigli con qualche trovata le situazioni difficili.