Oggi 9 novembre seconda udienza presso il giudice del lavoro di Vicenza della vertenza portata avanti dalle lavoratrici della DHL Supply Chain di Isola Vicentina per avere delle spettanze arretrate che nei diversi cambi di appalto non sono mai state riconosciute. È stato invece chiesto, a seguito di un accordo sindacale di CGIL, CISL e UIL, OTB di Rosso, Regione Veneto, Confindustria, di firmare un verbale di conciliazione per rinunciare a queste spettanze in cambio di poter continuare a lavorare.
Il sindacato USB e le sette lavoratrici non hanno firmato e questo è stato motivo di scontro con i sindacati, scontro culminato venerdì scorso con il presidio sotto la sede di Vicenza. “Noi abbiamo figli, c’è chi vive sola, vogliamo lavorare, abbiamo bisogno di lavorare” spiega una delle lavoratrici “ma non possiamo accettare questo ricatto. È una questione di dignità. Dal punto di vista umano chiediamo al giudice di mettersi una mano sulla coscienza. Ciò che accade ogni giorno nel mondo della logistica è quello che è accaduto a noi. La nostra lotta riguarda tutto questo settore. Ci sentiamo tradite perché siamo state stroncate rispetto alla vertenza che avevamo aperto circa un anno fa dopo il subentro di Amcar. Abbiamo deciso di non firmare il verbale di conciliazione come tutti gli altri nostri colleghi per recuperare le differenze salariali che le cooperative susseguite negli anni ci avevano tolto”.