“Welcome to caserma Eberle“: questo è scritto su uno striscione apparso nelle scorse ore a Vicenza. La caserma è il Liceo Scientifico Paolo Lioy, mentre Eberle è la preside dell’istituto Rossana Eberle.
Lo striscione affisso nei pressi dell’istituto è firmato da Azione studentesca, movimento notoriamente legato all’area dell’estrema destra italiana. Il motivo: la reintroduzione nei giorni scorsi della mascherina in classe e in regime di autosorveglianza.
“La volontà impositrice della preside del Liceo Lioy – si legge in un comunicato stampa – richiama più all’atteggiamento di un generale o di un caudillo che al normale ruolo che un educatore dovrebbe ricoprire.
Non capiamo la lamentela della dirigente che richiederebbe pieni poteri per poter imporre la mascherina a tutta la scuola, come se fosse necessaria la nomina di un dittatore per affrontare chissà quale minaccia. Tutto ciò per 12 contagiati tra alunni e docenti.
Se volete vivere da ipocondriaci, mettetevi la mascherina senza dover obbligare gli altri a vivere da ospedalizzati dopo anni di Dad e restrizioni di dubbia costituzionalità.
La nostra – specifica Azione studentesca Vicenza – vuole essere una beffa: perché solo così si può rispondere. I problemi della scuola che richiederebbero pieni poteri sono ben altri: l’offerta didattica che è poverissima, la mancanza di insegnanti, e le scuole vecchie e fatiscenti”, conclude la nota.
Abbiamo provato a contattare questa mattina la dirigente scolastica, ma dal liceo vicentino ci hanno spiegato che in questo momento non è possibile esaudire la nostra richiesta.
Tuttavia, di recente, si era parlato del Paolo Lioy quando la Eberle aveva raccomandato l’utilizzo della mascherina nella classe di auto-sorveglianza e un test rapido a fronte di un incremento dei contagi di docenti e studenti
Al Corriere Veneto, la preside aveva spiegato: “Siamo lasciati soli. In questa fase in cui si presentano casi Covid che vanno e vengono, i dirigenti scolastici non possono fare nulla. Bisogna aspettare che un istituto abbia il 50 per cento della sua popolazione studentesca o docente contagiato perché nella frase di prevenzione non ci è concessa nessuna iniziativa. Qualsiasi atto è inficiato subito dall’intervento di associazioni e enti che si appigliano ai vizi di forma della legge per cui alla fine hanno anche ragione dal punto di vista legale”.
La decisione della preside è comunque basata sull’ambito normativo nazionale e regionale, ma nella vicenda si sono innestate prese di posizione tanto degli alluni quanto di alcuni genitori e persino un’associazione No Vax che si è rivolta a un avvocato e diffidato la preside Eberle accusandola di abuso di potere.