Vicenza sul The Guardian… grazie a una app internazionale. Tra i founder anche la vicentina Elisabetta Faggiana

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Vicenza e provincia, nella loro versione “inaspettata”, finiscono sulle pagine de “The Guardian” grazie a un’app turistica, di fama internazionale, tra i cui fondatori figura anche una figura di “casa”: la vicentina Elisabetta Faggiana, originaria di Arzignano.

Procedendo con ordine, alcuni giorni fa, il quotidiano britannico indipendente che vanta lettori a livello globale, si è occupato di Overtourism, e ha dedicato spazio a “una startup che fa dell’inaspettato il suo business”, ovvero Unexpected Italy. L’applicativo – di cui in calce diremo di più – è stato fondato a Londra e tra i fondatori figurano creativi italiani, tra cui la già citata Elisabetta Faggiana.

L’articolo è stato ripreso da altre testate locali, con alcune che però hanno preferito non citare “la base” stessa dello stesso scritto, firmato da Liz Boulter (puoi leggerlo qui).

L’autrice parla di esperienze di molto particolari che sono possibili da vivere nel Vicentino, citando strutture ricettive, distillerie, osterie e locali per l’aperitivo, aziende agricole e perfino luoghi inusuali per una visita turistica come la sede di una assicurazione.

Insomma – ed è questo lo spirito che anima l’applicazione citata -, posti unexpected, in cui appunto vivere esperienze inaspettate e fortemente alternative alle mete iconiche del turismo internazionale. Quelle, per capirci, che ogni turista vuole visitare e che sono la principale causa dell’overtourism, detto anche sovraturismo o sovraffollamento turistico: fenomeno definito dall’Organizzazione mondiale del turismo come “l’impatto del turismo su una destinazione, o parti di essa, che influenza eccessivamente e in modo negativo la qualità della vita percepita dei cittadini e/o la qualità delle esperienze dei visitatori”.

Si stima che il 70% dei turisti si concentra sull’1% del territorio italiano. A elaborare dati consolidati Banca d’Italia e Istat è stata The Data Appeal Company. Tra le città catalizzatrici di questi ritrovi di massa nei luoghi iconici Roma, Venezia, Firenze, Milano e Napoli. L’app che nasce in parte anche dal Vicentino e che, quest’anno, riparte proprio dal medesimo territorio, parte da questi dati per continuare a sviluppare la sua mission.

La Boulter, tra le altre cose, scrive su The Guardian: “Vicenza è una città antica, ricca ma poco turistica che offre un valore migliore e un ritmo più tranquillo rispetto alle altre V del nord Italia (Verona e Venezia). Fu la casa dell’architetto Andrea Palladio , il cui stile classico è stato copiato ovunque da Stormont a Harrogate, ma mai con la calma e l’atmosfera signorile degli originali del XVI secolo”.

E poi, una ricostruzione della storia dell’app e della sua fondatrice vicentina: “Elisabetta Faggiana lavorava nell’industria musicale a Londra e nel 2017 ha fondato Unexpected London con il suo attuale marito, Savio Losito, offrendo tour a piedi per piccoli gruppi. Hanno ampliato l’idea in Unexpected Italy, una guida basata su app, lanciata il 3 agosto, su luoghi in cui soggiornare, mangiare e visitare lontano dalle trappole per turisti e dai like su Instagram. Si definiscono l’antidoto all’Overtourism, utilizzando esperti locali per mostrare gemme meno note e impedire ai visitatori di affollare tutti gli stessi posti. Coprendo finora Firenze, Roma, Venezia e i territori di residenza della coppia a Vicenza e in Puglia, offre strumenti di pianificazione pre-viaggio e, una volta arrivati, tour GPS personalizzati in base agli interessi individuali e persino alle condizioni meteo”.

In una comunicazione inoltrata anche alla nostra redazione si apprendo altri particolari di questo applicativo lanciato di recente: “l’App di Unexpected Italy, progetto traveltech che ha come obiettivo offrire un’esperienza turistica che faccia sentire ‘locali’ i viaggiatori. È una Lonely Planet 3.0 geolocalizzata e altamente targetizzata, nella quale il viaggiatore ha accesso ad itinerari digitali che permettono di personalizzare il viaggio entrando in contatto diretto con posti unici e locali, difficili da trovare sui classici canali turistici.

L’annuncio è stato dato nel Regno Unito, sulle colonne del The Guardian, che segue la startup da quando i suoi fondatori divennero celebri per il loro racconto della Londra inaspettata con la loro prima società Unexpected London.

La startup da poco si è presentata all’Onu: a giugno ha partecipato al Geneve/Fribourg Entrepreneurship Forum, evento che si è tenuto presso il Palazzo delle Nazioni dell’ONU“.

Oltre ad una parte freemium l’app offre feature premium in una guida digitale avanzata al momento disponibile sulla provincia di Vicenza. La guida completa include informazioni utili prima di arrivare, itinerari digitali in tutta la zona (filtrabili in base a mezzo di trasporto, comune, meteo e interessi). Ogni itinerario è spiegato nel dettaglio e una volta in loco parte la navigazione live con gps e il racconto di ogni punto. Inoltre c’è una guida culinaria ed enologica per scoprire i prodotti locali, primi, secondi, dolci, vini, aperitivi e liquori tipici della zona in quel periodo specifico dell’anno in cui si visita per incentivare prodotti a chilometri zero e di produttori selezionati.

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Elisabetta Faggiana e Savio Losito

“Siamo solo all’inizio del viaggio, in quanto l’app verrà costantemente alimentata ed aggiornata con molte nuove feature in vista”, dichiarano Faggiana e Losito. “Questa è la nostra soluzione per redistribuire il turismo su tutto il tessuto nazionale.

Stimoliamo benefici economici, ambientali e sociali, con un occhio non solo ad un turismo responsabile ma anche inclusivo, attraverso una valorizzazione dei territori che parte da una conoscenza approfondita di persone e business indipendenti locali ed una conseguente profilazione avanzata che consente un match tra viaggiatore e host per tutelare i posti portando le persone giuste nei posti giusti ed evitando fenomeni di massa.

Non siamo di fronte alla classica visita guidata, proponiamo l’esperienza umana di viversi un territorio e le sue persone, di vedere artigiani al lavoro, di assaporare i prodotti del territorio, il viversi una sagra o un mercato locale, in poche parole immergersi appieno nelle comunità locali e sentirsene parte, evitando le tanto famigerate trappole turistiche”.