È ancora stretta e in salita la strada che deve percorrere il Vicenza per centrare la salvezza. L’entusiasmo e la fiducia generati dalla vittoria sul Lecce non devono fuorviare facendo credere che il più sia fatto. Anzi, tenere i piedi ben per terra è assolutamente necessario per evitare di creare false aspettative da un lato e, dall’altro, perché la squadra affronti il primo ostacolo, ad Alessandria, con lucidità e coerenza.
Il drammatico scontro fra grigi e biancorossi è difficilissimo. Servono nervi saldi, agonismo senza riserve e almeno un po’ di qualità per vincerlo. E questo vale per tutte e due le contendenti.
I fattori a favore dell’Alessandria
L’Alessandria è avvantaggiata da parecchi fattori. Il primo è matematico: ha un vantaggio di tre punti sul Lane e, quindi, ha due risultati (vittoria o pareggio) a disposizione per accedere ai play out. Un altro fattore è quello di giocare nel proprio campo, dove ha finora avuto un rendimento decisamente migliore rispetto a quello esterno: undici risultati utili in diciotto partite (cinque vittorie e sei pareggi) e sette sconfitte. L’ultimo stop risale al 15 marzo (0-3 con il Monza) e, quindi, è imbattuta al Moccagatta da tre turni. Nel girone di ritorno è stata sconfitta due sole volte, altrettanti sono i successi e cinque i pareggi.
L’analisi del rendimento dei grigi sotto il profilo dei gol fatti/subiti fornisce un dato anomalo per le reti segnate in casa, che sono solo sedici a fronte delle ventuno esterne. Quelle incassate, invece, sono ventidue nelle gare casalinghe e trentasei quelle in trasferta. Un trend, insomma, che identifica la caratteristica di un’Alessandria che, in casa, è più portata al pareggio visto che segna poco ma anche subisce poco.
Il miglior marcatore dei grigi è il centravanti Simone Corazza, friulano di Latisana, trentun anni, che è in doppia cifra nella classifica della B (è al quinto posto) con dodici centri, uno dei quali su rigore, in trentacinque presenze. Quattro gol li ha firmati Riccardo Chiarello, centrocampista nato ad Arzignano, che, da giovane, ha giocato con il Real Vicenza e l’Arzignano. Gli altri ventun gol li hanno segnati un po’ tutti in squadra e questo è un altro aspetto di cui tener conto.
Alessandria e Vicenza hanno un rendimento equivalente
Tutti quelli riportati non sono numeri, è evidente, che facciano paura. Si può anzi dire che Alessandria e Vicenza si equivalgono nel rendimento, ma è un’equivalenza verso il basso. Proprio per questo l’esito del match che le attende potrebbe essere legato a episodi, occasioni, fatalità. Difficile pensare a una goleada, potrebbe bastare un gol a dare i tre punti a una o all’altra.
Oppure potrebbe essere la squadra che va in campo con più determinazione a vincere, alla faccia di statistiche e pronostici. Ma è possibile che Moreno Longo e Francesco Baldini, i due allenatori, mandino i loro giocatori all’assalto? Penso, piuttosto, a una gara tattica in cui entrambe le squadre puntano a sbagliare il meno possibile e a ottimizzare le occasioni che riusciranno a creare e che, forse, non saranno molte.
Una strategia di questo tipo è più alla portata dell’Alessandria sia – come abbiamo visto – per il suo profilo tecnico sia perché ha un obbiettivo minimo (il pareggio) che è meno impegnativo.
Il Vicenza dovrà essere lucido e utilitaristico
Il Vicenza, per centrare la salvezza, da qui in poi dovrà necessariamente adattarsi all’andamento che prenderà la partita e a sfruttarlo a proprio vantaggio. C’è poco da fare, i biancorossi dovranno segnare un gol più dei loro avversari per assicurarsi i tre punti che sono il sine qua non per poter restare in gioco e, quindi, data la loro abituale difficoltà a violare la porta avversaria, saranno chiamati a un compito ben arduo.
Il match winner potrebbe essere un centrocampista o, magari, un difensore, com’è successo nelle ultime partite (Ranocchia, Brosco). I gol potrebbero scaturire da inserimenti di seconde e terze linee, da calci piazzati, da angoli, visto che le azioni offensive del Lane non sono propriamente la specialità della casa.
Ma non basta. Ci vorrà estrema attenzione in difesa, per evitare i soliti errori che sono stati la costante di questo campionato. Mi preoccupa un po’ la scelta – se sarà questa – di utilizzare i tre difensori centrali perché la protezione delle fasce è affidata a due terzini che sono utilizzati nella doppia fase e Maggio e Lukaku, sia per anagrafe che per potenzialità fisiche, potrebbero non reggere tutto l’impegno.
Come contro il Lecce, insomma, i biancorossi dovranno dare molto di più che in tutto il precedente campionato e, del resto, questa partita è una sliding door che non dà alternative. Alessandria è la prima tappa per centrare la salvezza. Se si perde, non ci saranno scuse e non c’è una prossima partita per recuperare. In bocca al lupo, Vicenza!