Vicenza, visita al carcere di esponenti PD: “Struttura gestita bene nonostante le difficoltà”

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7 nuovi agenti di polizia penitenziaria al carcere di Vicenza

Una struttura gestita in maniera esemplare dal personale di ogni livello, seppur tra mille difficoltà, a partire dai numeri critici che mettono a dura prova il sistema: è questa la realtà emersa dalla visita al Carcere di Vicenza effettuata ieri da Annalisa Corrado (Segreteria Nazionale PD, MEP S&D), Rosanna Filippin (Deputata eletta in Veneto, PD) e Chiara Luisetto (Consigliera Regionale in Veneto, PD).

“Vicenza, come tante strutture italiane, soffre di un grave sovraffollamento: con 270 posti, l’istituto ospita in realtà 365 detenuti, sostenuti da un organico del tutto insufficiente di soli 170 poliziotti penitenziari e tre educatori, di cui uno part-time”, riportano.

Numeri allarmanti, che rendono impossibile un percorso rieducativo efficace e scaricano il buon funzionamento della struttura sulle spalle di chi ci lavora, invece che su quelle dello Stato”.

Le tre esponenti dem hanno incontrato la Direttrice dell’istituto, Luciana Traetta, il Direttore sanitario, Stefano Tolio, e la Garante dei diritti delle persone detenute, Angela Barbaglio, oltre ad una rappresentanza del corpo di polizia penitenziaria, constatando in prima persona le criticità del carcere. La carenza di personale educativo e sanitario è aggravata dalla presenza di detenuti con fragilità psichiatriche e dipendenze.

“Troppo spesso la detenzione rappresenta il primo e unico momento di emersione per queste situazioni di marginalità. Il carcere non può essere l’ultimo approdo per realtà che la società tende a dimenticare, ma deve diventare un punto di partenza per un reale reinserimento sociale”, sottolineano le esponenti del PD.

Fondamentale, secondo Corrado, Luisetto e Filippin, è investire nella riqualificazione degli spazi, nel potenziamento del personale del carcere di Vicenza e nei progetti di inserimento professionale. “Se vogliamo garantire la sicurezza delle nostre comunità, dobbiamo mettere al centro rieducazione e lavoro”, aggiungono.

L’appello delle rappresentanti democratiche è chiaro: “Per migliorare il sistema servono investimenti concreti e un cambio di paradigma: il carcere deve essere considerato il primo anello della sicurezza di un territorio, non l’ultimo“.