VicenzaPiù Viva n. 11: partecipato incontro al Vicenza Time Café con Borghese (Youtrend) su elezioni Usa e Cavallari (Adusbef) su consumatori

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VicenzaPiù Viva n. 11, presentazione al Vicenza Time Café, da sx Fulvio Cavallari (Adusbef), Salvatore Borghese (Youtrend) e Giovanni Coviello (Vipiu e VicenzaPiù)

Buona la prima: nel tardo pomeriggio di oggi 14 ottobre, al Vicenza Time Cafè in Contrà Mure Porta Nova, nel cuore storico della città, si è svolto il primo degli incontri mensili con i lettori e gli autori di VicenzaPiù Viva. Un modo nuovo di far conoscere la rivista: anziché raccontare il contenuto di ogni numero pagina per pagina, si affrontano uno o due temi di attualità, cultura, società o politica – di cui si parla nel giornale -, che diventano stimolo per una discussione che a sua volta è incoraggiamento alla lettura.

Prima di iniziare la presentazione vera e propria, la presidente dell’associazione culturale Vicenza Time Café ha fatto gli onori di casa spiegando che l’associazione, affiliata Arci, è uno spazio culturale per i cittadini, che qui possono proporre iniziative, presentare libri o attività artistiche, confrontarsi su vari temi.

E in effetti è proprio quello che è accaduto con l’incontro organizzato dal direttore di VicenzaPiù Viva Giovanni Coviello, in cui si è parlato di elezioni Usa con l’analista politico di Youtrend Salvatore Borghese e di associazioni di consumatori con il responsabile di Adusbef Veneto, avv. Fulvio Cavallari.

Prima di dare la parola ai due relatori, Coviello ha comunque fatto un rapido resoconto dei contenuti del VicenzaPiù Viva appena uscito (acquistabile in edicola oppure in sede e anche nella versione online): il numero 11 della nuova serie, ma ben il 283° da quando è iniziata l’avventura del periodico, nel lontano 2006. Tema portante della rivista il pianeta consumatori, con i loro diritti, le associazioni che li dovrebbero tutelare, i nuovi modi di acquistare, gli influencer e i compratori di una volta, oggi boomer. Diverse pagine in apertura, poi, sono dedicate alle elezioni Usa, mentre nella parte finale ci sono notizie e commenti su eventi e personaggi prettamente vicentini.

Elezioni Usa, un rebus

Finita la fase delle presentazioni, ha iniziato Salvatore Borghese a parlare di Elezioni Americane. Non tanto, anzi per nulla, in chiave di previsioni, anche perché, ha spiegato, i sondaggi tra i due contendenti Trump e Harris sono talmente vicini che il lancio della monetina avrebbe la stessa attendibilità, ma proprio per spiegare il meccanismo elettorale a stelle e strisce, dato che il voto USA viene seguito sempre con grande attenzione dai media italiani ma spesso il lettore o lo spettatore (e, aggiungiamo noi, a volte pure chi scrive o il commentatore tv) non ha idea di come funzioni il sistema, né di come venga gestita la campagna o di come venga recepita dai cittadini.

Borghese non è sceso nei dettagli, che ha rimandato alla lettura dell’articolo, ma ha precisato che negli Stati Uniti non vince il candidato che prende più voti, ma quello che ottiene più grandi elettori, che competono a ciascuno del 50 Stati in base a quanto sono popolosi e che vengono assegnati in blocco a chi vince in ogni stato, anche di un solo voto. Per cui può capitare che un candidato perda pur avendo avuto più votanti del vincente. È successo proprio con Trump nel 2016 ma anche con Bush nel 2000. A proposito di come andranno queste elezioni, Borghese ha ribadito che sono imprevedibili, che lui stesso, che in passato aveva azzardato previsioni, sbagliando raramente, stavolta non ha idea della direzione che prenderà il voto del 5 novembre.

Il tema ha ovviamente incuriosito i presenti, in particolare per la figura di Trump, il cui essere repubblicano in un certo senso è secondario rispetto all’essere Trump. Novità di queste elezioni, ha poi sottolineato Borghese, incalzato dall’intervento di un partecipante, è che per la prima volta il dibattito politico è davvero divisivo, con i sostenitori dell’una e dell’altra parte che non vogliono sentire le ragioni dell’avversario.

Associazioni dei consumatori, limiti e vantaggi dell’essere piccoli

A proposito di consumatori, l’avv. Fulvio Cavallari di Adusbef – Associazione Difesa Utenti Servizi Bancari Finanziari Postali e Assicurativi Veneto, ha anzitutto spiegato che cosa sono le associazioni dei consumatori e quali sono quelle riconosciute dal CNCU, attualmente 20 in Italia. Ha spiegato che i requisiti per far parte del CNCU sono un numero di iscritti non inferiore allo 0,5 per mille della popolazione italiana o la presenza territoriale in almeno 5 regioni. Proprio in forza dei numeri, queste associazioni possono avere funzioni di carattere consultivo e possono fare proposte di legge oppure intentare class action, azioni inibitorie collettive che richiedono una preparazione molto specialistica e che comportano il grande rischio, se si soccombe, di dover pagare le spese legali che sono proporzionali all’ammontare dei danni reclamati.

Non è detto comunque che le associazioni dei consumatori più piccole non possano essere altrettanto efficaci. Per esempio nella vicenda delle banche venete sono state fondamentali le associazioni più piccole. Viceversa, nel caso, per esempio, delle associazioni dei consumatori CNCU (Federconsumatori, Adiconsum e Adoc) collegate ai tre sindacati “confederali”, rispettivamente, Cgil, Cisl e Uil, può capitare che difesa dei consumatori e difesa dei diritti dei lavoratori vadano a cozzare fra di loro. Un esempio pratico lo si trova nel caso degli scioperi: se un sindacato indice uno sciopero dei trasporti l’associazione collegata come potrà liberamente tutelarne gli utenti?

Durante la discussione sul tema è stato suggerito da uno dei presenti che le associazioni dei consumatori sarebbero più efficaci se unissero le forze. Sarebbe bello, ha risposto Cavallari, ma in realtà è molto difficile che due diverse associazioni dei consumatori riescano a trovare un punto d’incontro. Come in realtà in tutto il mondo associativo spesso manca il dialogo tra diverse associazioni, anche per colpa di personalismi e di interessi sottostanti.

Un dibattito vivace

Il dibattito sui due temi, a dire il vero sbilanciato sulle Elezioni Usa più che sui consumatori, forse perché il personaggio Trump è una figura abbastanza particolare (“com’è possibile che con quello che ha combinato sia ancora eleggibile?” è stata una legittima domanda anche se, ha osservato Coviello, “in Italia non potevamo meravigliarcene più di tanto prima della legge Severino”), è proseguito finché il direttore ha dato lo stop, perché l’ora si faceva tarda, invitando ancora una volta i presenti a leggere tutta la rivista e dando l’appuntamento al mese prossimo per sviscerare qualche altro tema.

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