Mancano pochi giorni all’elezione dei membri laici del CSM e l’attenzione dei partiti si concentra in particolare sulla vicepresidenza.
Il motivo? Con la partita aperta della riforma della giustizia alla quale lavora il Ministro Carlo Nordio (FdI) occupare anche o meno questa posizione nell’organo supremo di gestione e controllo della materia è evidentemente importante.
La politica conta: l’elezione, con Camera e Senato in seduta comune, è in programma martedì 17 gennaio 2023 e le candidature vanno presentate entro questo sabato o lunedì 16 se non ci saranno almeno il 40 per cento di candidature femminili.
Dei 10 consiglieri laici del Consiglio Superiore della Magistratura previsti, 7 dovrebbero essere eletti dal Centrodestra: 3 Fratelli d’Italia, 2 Lega e altrettanti Forza Italia. I 3 restanti alle opposizioni: Partito Democratico, Movimento 5 Stelle e il Terzo Polo di Renzi e Calenda che alcune fonti di stampa danno come “dialogante” con la Meloni, recitando un ruolo di “ago della bilancia”.
Molti quotidiani e siti online convergono sul nome di Gian Domenico Caiazza, attuale presidente dell’Unione delle Camere Penali Italiane e avvocato di Matteo Renzi.
Altri, invece, indicano il nome di Pierantonio Zanettin, senatore vicentino di Forza Italia che avrebbe più di un requisito per ambire alla carica, come puntualmente delineato dalla collega Valentina Stella sul sito Il Dubbio.
“La scelta di un esponente del partito di Silvio Berlusconi – spiega la giornalista – sarebbe un modo per riparare al fatto che a Forza Italia non è stato dato il Ministero della Giustizia, consegnato invece a Carlo Nordio eletto con Fratelli d’Italia.
L’alternativa sarebbe stata quella della Ministra delle Riforme istituzionali Maria Elisabetta Alberti Casellati sempre di FI ma qualcuno, al contrario di Zanettin, considera ‘divisiva’ la candidatura dell’ex seconda carica dello Stato.
Ma quest’ultimo che ne pensa? Interpellato, ci ha detto ‘Hic manebimus optime’ (Qui staremo benissimo, ndr) riferito alla sua attuale presenza in Senato. Zanettin è stato già membro del Consiglio Superiore della Magistratura, conosce bene la macchina. Certo, spostarlo dal Senato al Csm significherebbe anche depotenziare un certo modo di battagliare sulla giustizia a Palazzo Madama da parte di Forza Italia.
Zanettin è uno dei più attivi da questo punto di vista, basti pensare alle ultime iniziative sul trojan, che molte riflessioni stanno suscitando, e all’emendamento alla norma sull’ergastolo ostativo per espungere i reati contro la Pa da quelli che impediscono l’accesso ai benefici penitenziari”.
Ci sono poi da considerare altri nomi circolanti attorno alla candidatura della vicepresidenza del Csm. Tra questi, quello di Marta Cartabia, prima donna presidente della Corte Costituzionale e ministro della Giustizia nel governo Draghi, ruolo nel quale ha dato il via a una riforma del sistema giudiziario penale e del processo civile.
Nel toto-nome anche Mauro Anetrini, avvocato penalista vicino alla Lega piemontese, che ha difeso in molti procedimenti che dovrebbe contare sull’appoggio di Matteo Salvini.