Sopra, la Villa Comunale Umberto I, frequentata da famiglie e turisti; affacciata sul porto di Formia, con uno sguardo sulle piscine romane e sul golfo di Gaeta, offre la possibilità di una passeggiata nel verde nel pieno centro della città. Sotto, i criptoportici di un’antica villa romana, attribuita a Gneo Domizio Apollinare, console suffetto nel 98 d.C.
Magie della Riviera di Ulisse, dove camminare e “inciampare” nella storia è all’ordine del giorno.
La Villa Comunale Umberto I – La Villa Comunale di Formia è accessibile dalla centrale Via Vitruvio o dal porto. La sua estensione è piuttosto contenuta ma rappresenta un piccolo polmone verde della città; attrezzata con giochi per bambini, panchine e una fontana scenografica, nel periodo natalizio ospita anche alcune luminarie colorate. Molto amata per il panorama sul mare, è sempre brulicante di visitatori. Recentemente è stata oggetto di un restauro e si è dotata di alcune mappe interattive della città con schermi touchscreen.
Nonostante le dimensioni, ospita anche un piccolo anfiteatro che diventa spesso palco di eventi e spettacoli di intrattenimento di vario genere.
Insomma, un piccolo angolo di pace in pieno centro urbano… ma che custodisce un segreto molto antico sotto il livello di calpestio.
La villa, originariamente, era dedicata a Marco Tullio Cicerone: soltanto nel 1902 – e con un monumento ad hoc – si vide intitolata al re Umberto I.
La villa di Apollinare – Al di sotto di tutto questo e dei rumori della modernità si può fare un vero e proprio viaggio nel tempo millenario, arrivando fino al I secolo a.C.
Un livello più giù della strada, infatti, si trova un labirinto di quindici grandi ambienti che costituivano una domus di epoca romana del periodo repubblicano: 1000/1500 mq per livello, a guardare ciò che resta oggi dei criptoportici, e si pensa che originariamente ce ne fossero almeno due o tre.
In più, nella parte antistante vi erano delle piscine per l’allevamento ittico (visibili durante la bassa marea del pomeriggio) che si estendevano per circa 1800 mq. Gli ambienti al piano terra, invece, erano usati per lo stoccaggio materiali e come alloggi per servi e schiavi.
I criptoportici, oggi, appaiono come privi di pavimenti e intonaco alle pareti e aperti su un lungo corridoio, illuminati da piccole finestre “a bocca di lupo” (cioè, quelle per i sotterranei). Realizzati in opera incerta, successivamente sono stati modificati in opus reticulatum e si ipotizza che fossero connessi alla peschiera antistante.
L’attribuzione della villa è indeterminata ma, da quanto dedotto da un epigramma (X, 30) di Marziale, parrebbe appartenuta a Gneo Domizio Apollinare, console suffetto (cioè “supplente”) nel 98 d.C. che, però, non sarebbe stato né il primo né l’unico proprietario. Marziale, infatti, era stato invitato dallo stesso Apollinare a trascorrere una giornata d’otium in questa residenza marittima; giornata che fu talmente piacevole da meritare, appunto, un epigramma intitolato “O temperate dolce Formiae litus” (“O dolce litorale di Formia dal clima mite”); un inno alla dolcezza e alla bellezza di Formia, qui appellata come paradiso terrestre e preferita persino a Roma che “quando permette di gioire di simili delizie?“.
Secondo l’architetto Salvatore Ciccone, nella primavera del 37 a.C. la villa potrebbe essere stata abitata anche da Lucio Licinio Murena, politico e console repubblicano, che si ritrovò ad ospitare per una notte persino Orazio e Mecenate: la cena sarebbe stata offerta dal vicino Gaio Fonteio Capitone, che proprio in quel periodo viveva dall’interno le vicende di Antonio, Ottaviano e Cleopatra e che fu, nel 33 a.C., a sua volta console suffetto. Si ipotizza anche che fu in quell’occasione che Mecenate incontrò quella che sarebbe diventata la sua unica moglie, Terenzia, sorella adottiva proprio del Murena.
I cognomen “Murena” e “Capitone”, secondo qualcuno, non possono essere casuali: l’ipotesi è che siano stati ricevuti in merito a specifiche attività ittiche condotte dai due politici.
Lavori di ristrutturazione – Lo scorso anno sono stati annunciati alcuni lavori di ristrutturazione indirizzati ai criptoportici; il restauro si è reso necessario a causa di alcune infiltrazioni di piogge che hanno determinato, purtroppo, una momentanea situazione di non agibilità. Il sito, infatti, al momento non è più accessibile, ma in passato è stato sfruttato per mostre ed esposizioni.