Villa Contarini, la “piccola Versailles del Veneto” a Piazzola sul Brenta

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Villa Contarini

A pochi chilometri da Padova e Vicenza, a Piazzola sul Brenta, si erge maestosa Villa Contarini, che fu annoverata tra le regge più vaste d’Europa. Acquistata dai Carraresi, signori di Padova, fu ereditata da un membro della famiglia Contarini, Marco Contarini, Procuratore di San Marco, che ne fece uno straordinario “luogo teatrale”. Risalente al secolo XVI, la villa fu infatti sede di rappresentanza per celebrare i fasti della Serenissima e dei suoi nobili, luogo d’arte dove si organizzavano feste e convivi intellettuali e avamposto per il governo del territorio che fiorì dal punto di vista agricolo e industriale.

Villa Contarini, porticato

Dopo un lungo periodo di abbandono, il complesso fu acquistato nell’Ottocento dalla famiglia Camerini che lo riportò all’antico splendore e lo completò con lo stile Liberty. Villa Contarini subì quindi un nuovo periodo di abbandono fino all’acquisto, alla metà del secolo scorso, da parte del professor Giordano Emilio Ghirardi e della sua fondazione. Dal 2005 è di proprietà della Regione del Veneto ed è divenuto museo e polo culturale sede di convegni, eventi e mostre.

Tra finzioni pittoriche e accostamenti ad effetto, Marco Contarini gioca con il visitatore creando un vero e proprio “regno delle illusioni” rispolverato e impreziosito con lo stile ottocentesco dalla famiglia Camerini. All’interno del corpo centrale dell’edificio, costruito su disegno di Andrea Palladio, particolarmente famoso è l’Auditorio che presenta a metà altezza un ballatoio, comunicante al centro, per mezzo di un’apertura ottagonale, con la sovrastante Sala della Musica del terzo piano, rinominata per questo “Sala della Chitarra Rovesciata”.

Sempre al primo piano si può ammirare una fuga di nove sale interamente affrescate nel 1684 da Michele Primon, artista padovano del ‘600. Al secondo piano si trovano invece la grande Biblioteca, l’Archivio Storico e le sale arredate nell’Ottocento dalla famiglia Camerini. Al piano terra, infine, impera la Galleria delle Conchiglie, con il soffitto e le pareti interamente decorate utilizzando vere conchiglie, pietre laviche e qualche frammento di vetro di Murano.

Villa Contarini
Galleria delle Conchiglie
Le nove stanze della “foresteria”, prospettiva

Soffermiamoci ora a esaminare la fuga di nove stanze della “foresteria” interamente progettata per stupire gli ospiti con finti scenari teatrali, mosaici e sculture. Partendo dalla Sala dell’Altalena, prende il nome dall’affresco sul soffitto ritraente una “Giovinetta sulla Fune” realizzato verso il 1900 da Pietro Pajetta.

In particolare, l’affresco ritrae una giovane ragazza che si dondola su di un’altalena; la sua veste bianca svolazzante si staglia sullo sfondo azzurro del soffitto, solcato da leggere nuvole rosate. Il dipinto, rimasto occultato per un periodo imprecisato di tempo, è stato ritrovato in occasione, probabilmente, dei lavori di sistemazione della biblioteca avvenuti nel 1930. Alcune dicerie raccontano che il soggetto raffigurato fosse l’amante del Camerini e che proprio per questo la moglie, gelosa, volle coprire l’immagine con un soffitto di legno.

Giovinetta sulla fune, Pietro Pajetta

Tra le sale affrescate, una delle principali è la “Sala del Ratto di Proserpina”. L’episodio mitologico, tratto dalle Metamorfosi di Ovidio, è raffigurato al centro del soffitto: Proserpina è rapita da Plutone, Dio degli Inferi, che la porta con sé sul suo bianco destriero, strappandola ai genitori Cerere e Giove. Le pareti sono scandite da una serie di finte nicchie con sculture in bronzo dorato, tra le quali si riconoscono alcune Muse, Mercurio con il consueto copricapo alato e il caduceo, Diana con arco e cane e Minerva, protettrice delle scienze e delle arti, con scudo ed elmo.

Per quanto riguarda illusioni e apparenze ci sono finte balaustre e stucchi, statue: si tratta della tecnica Trompe-l’œil, genere pittorico che, attraverso espedienti, induce nell’osservatore l’illusione di guardare oggetti reali e tridimensionali, in realtà dipinti su una superficie bidimensionale. Altro motivo di ilarità è il cavallo del soffitto: il suo muso segue il visitatore che cammina lungo il perimetro della sala. Infine, un ultimo inganno riguarda le due porte, una vera e l’altra finta.

Ratto di Proserpina

Tra le stanze del secondo piano, la Sala T o degli Specchi è la più stupefacente. Si tratta di una sala in stile Rococò con arredamento risalente al 1905. Esso si intona alla pregevole decorazione a stucco che accorpa riferimenti settecenteschi a istanze di gusto floreale, opera di Ferruccio Sanavio. Rapisce il gioco infinito di specchi che anche il visitatore di oggi può sperimentare.

Sala T o degli Specchi
Parco di Villa Contarini

Intorno al complesso architettonico, un ampio parco di tipo inglese con lago, peschiere e canali ha sostituito l’originaria presenza di appezzamenti agricoli. È il caso di dire che poco importa se sia illusione o realtà: a Villa Contarini si è rapiti dalla magia dell’arte e della storia.