A poche centinaia di metri dalla bellissima cittadina di Sperlonga, una perla della Riviera di Ulisse lungo la via Flacca, si ergeva la villa di Tiberio Giulio Cesare Augusto che fu imperatore di Roma dal 14 al 37 d.C. Era una villa enorme di cui la grotta naturale al limitare della spiaggia era la residenza imperiale con piscina spettacolare, statue di pregio e alcove.
La villa si estendeva per 300 metri di lunghezza e, oltre alla lussuosa residenza imperiale, vi si trovavano caserme per i soldati, le residenze della corte, le terme, la grotta stessa decorata e le pescherie sul mare. Le costruzioni erano costruite su terrazze rivolte al mare e diciamo che Tiberio, che pare fosse nato nella vicina Fondi nel 42 a.C., non si faceva mancare nulla.
A conferma che i romani furono grandi costruttori di strade, che univano le regioni dei loro governati ed erano strumento vitale per i commerci oltre che per i movimenti più agevoli delle legioni per controllare i territori, in quel periodo fu costruita la via Flacca che, passando per Sperlonga, collegava già allora Terracina alla via Appia, dando vita ad una intensa attività edilizia e commerciale. Così i ricchi romani iniziarono a costruire lì le loro ville. Pare che l’imperatore abbia abbandonato la villa nel 26 d.C in seguito ad un grave crollo della grotta in cui morirono tre schiavi e che lo mise in ambascia.
Ma chi era Tiberio?
Era il marito di Giulia, figlia di Ottaviano Augusto, relegata a Ventotene e di cui abbiamo già parlato, e figlio di Livia, che divenne moglie dell’imperatore Cesare Augusto, a cui Ottaviano succedette.
Tiberio odiava Giulia, che lo aveva costretto a separarsi per motivi politici dalla moglie che amava, e si dedicava a orge e ad ogni tipo di perversione sessuale a cui iniziò anche Caligola, figlio di Germanico, un valoroso e amato generale che lo stesso Tiberio avrebbe fatto uccidere, e fu per quella morte prematura e violenta che il piccolo Caligola iniziò forse (e ve lo dico da psicologa e non da turista questa volta) il suo percorso verso la follia.
La madre di Caligola, Agrippina Maggiore, iniziò a spargere voci sull’omicidio del generale per opera di Tiberio così l’imperatore la relegò a villa Giulia, lascando il piccolo Caligola da solo: un doppia trauma per Caligola che successivamente impazzì definitivamente.
Tiberio, che era molto diffidente, cominciò a temere e, per questo abbandonò Roma, lasciò il governo al Senato e si trasferì a Capri in una villa maestosa sul monte che prese il suo nome e da cui dominava la vista del mare e della stessa isola.
Esiste la giustizia divina? Sì, perché Tiberio, che non brillava certo di bontà, fu poi soffocato dallo stesso Caligola che gli succedette al trono…