Lega e M5S si scambiano insulti in continuazione e si danno del bugiardo reciprocamente anche per l’art. 9 sulla dichiarazione integrativa alla legge di bilancio (leggi condono sì, condono no) col presidente del consiglio Giuseppe Conte e, soprattutto, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella a provare a ridare un minimo di dignità a un Paese in via di definitiva distruzione, dopo l’azzeramento repentino dai tempi di tangentopoli di una classe politica di certo in parte corrotta, anche se spesso soprattutto per i propri “partiti” oltre che per vantaggi personali.
Ma quella classe, nella disintegrazione dei valori, dei principi e dei progetti (leggi ideologie), non è stata sostituita da una migliore, visto che quella di oggi, figlia di una continua involuzione dal 1992 in poi, è composta in buona parte da corrotti per i propri interessi o da impreparati alla gestione della cosa pubblica o da “ignoranti” del rispetto dei vari “poteri” che, fissati e regolati dalla Costituzione, fanno da regolatori e incubatori della democrazia (i politici peggiori sono, ovviamente quelli che assommano più di una fino a tutte le caratteristiche precedenti).
In questo quadro attacca direttamente chi vi scrive (vi informeremo a breve dei passi in atto) Massimo Bitonci, un sottosegretario del Mef in quota Lega, ad oggi senza deleghe e che, quindi, può solo “intervenire alle sedute delle Camere e delle Commissioni parlamentari, e rispondere ad interrogazioni e interpellanze” mentre promette azioni a favore delle vittime delle banche, magari lodevoli ma finora mai supportate da atti e decreti di legge per quelle più consistenti (alias 1.5 miliardi di dotazione del fondo di ristoro per i risparmiatori, ora azzerati da una bancopoli ancora non completata per altri Istituti, che erano soci di Banca Popolare di Vicenza, di Veneto Banca e delle quattro banche risolte).
E nello stesso quadro Alessio Villarosa, anche lui sottosegretario in quota Movimento 5 Stelle ma anche lui senza deleghe se non quelle a “intervenire alle sedute delle Camere e delle Commissioni parlamentari, e rispondere ad interrogazioni e interpellanze” e non a prendere impegni a nome del Governo, che, tra l’altro, non ne ha presi se non a parole, con i suddetti soci, attacca, dopo averlo fatto con altri media, Il Giornale (mai da noi amato, sempre o quasi criticato ma mai discusso per la sua libertà di opinione) coltivando con Luigi Di Maio la guerra a tutti, o quasi, i media responsabili di non inchinarsi all’aspirante statista ex steward del mio amato Napoli e ai suoi sherpa.
Villarosa attacca e minaccia nel video che lui ha postato, e che qui vi riproponiamo, Il Giornale e su FB allarga le accuse ai “Giornalisti Farlocchi” con argomenti tanto più pericolosi per la democrazia e la libertà, di cui quella della stampa è una base fondamentale, quanto più sono false le sue affermazioni visto che lui accusa di fake news quel quotidiano che ha sollevato, come tanti altri (noi abbiamo citato l’Huffington Post) il problema delle diversità tra i comunicati stampa di Giusepep Conte, che non sono leggi (1.500 mln ai truffati), il NaDef (100 milioni) e il Documento programmatico di bilancio inviato a Bruxelles (nulla nel 2019, poi 360 mln nel 2020 e altrettanto nel 2021).
I dubbi sui veri fondi per i truffati, nel piccolo, sono prima nostri (che nel preannunciare, prima, e combattere, poi, i misfatti almeno della Banca Popolare di Vicenza siamo i più vecchi di tutti, incluso lui ex dipendente, a detta anche di La Stampa, di una finanziaria amministrata dal fratello, bocciata da Banca d’Italia e che ha chiuso i battenti con un debito di 500.000 euro proprio nei confronti di BPVi).
Poi più su i dubbi sono gli stessi delle associazioni (a parte quelle che hanno propri esponenti di vertice soprattutto nel M5S) e, soprattutto, dei 300.000 e passa risparmiatori che sentono da anni promesse e di leggi ne hanno letto solo la sia pur limitata ma “aperta” 205, non attuata ancora né UFFICIALMENTE migliorata.
Questi dubbi, caro sottosegretario, lei come il suo collega Bitonci in cerca di deleghe, non sono definibili, per giunta con cipigli pre repubblicani, “cazzate” né de Il Giornale né della totalità, ripetiamo, dei media che affrontano (non sono proprio tutti, purtroppo) le angosce dei soci azzerati.
Quelle che, urla un “invasato” Villarosa, alimenterebbe, invece, Il Giornale, in compagnia, questa volta, della stampa che si occupa di una dramma ogni giorno più grave e non ancora risolto o ridotto.
Urla Villarosa e afferma le sue verità (nel gravissimo video e nel testo postato a suo lancio qui) ma non produce MAI documenti costringendoci a porre a lui (uno vale uno?) e a voi (300.000 sono più di uno?) questa nostra, personalissima domanda: tra i componenti della classe politica attuale Villarosa (con Bitonci) è tra quelli impreparati alla gestione della cosa pubblica o tra gli “ignoranti” del rispetto dei vari “poteri” che, fissati e regolati dalla Costituzione, fanno da regolatori e incubatori della democrazia?
Non è Villarosa, insieme a Bitonci e ai loro capi, Di Maio e Salvini, né impreparato né ignorante ma ha a cura gli interessi dei soci vittime di quelle sei banche?
È semplicissimo smentire le cazzate della stampa e “silenziarla”: basta produrre, SUBITO, copia dei documenti che attestino cifre e modalità di erogazione del miliardo e mezzo di conti correnti dormienti promessi, ma anche no, e che non toccano il deficit.
Tutto, ma solo davanti a provvedimenti firmati e senza manine, diventerà così una serie di CAZZATE.
Pronunciate per ora in massima parte da sottosegretari farlocchi…