Vincenzo Forte, romano come Giorgia Meloni, del cui partito, Fratelli d’Italia, è membro dell’Assemblea nazionale e per il quale si candida a Vicenza come consigliere regionale, vive dal 2007 stabilmente in Veneto dove si è sposato con la figlia maggiore di Sergio Berlato, Sara, con cui ha avuto due bambine, Beatrice, ora di sei anni, e la seconda di tre anni col nome benugurante di Vittoria.
Forte, formatosi politicamente, dopo la fine del MSI, in Azione Giovani, il movimento giovanile di An per parecchi anni guidato proprio dall’attuale leader di FdI, ha condotto a Vicenza e nel Veneto una lunga attività associativa con i cacciatori di Sergio Berlato ma anche con una onlus ambientale oltre che politica nelle fila dei suoi sostenitori più fedeli e, perché no?, più “ideologici”.
E’ stato per più di due anni Coordinatore provinciale di Fratelli d’Italia per la provincia di Vicenza e durante il suo mandato è innegabile che il partito in provincia e in città sia cresciuto in maniera esponenziale. Ora, così come prevede lo statuto di FdI, è stato temporaneamente sospeso dalla carica provinciale perché si candida alle prossime elezioni per il rinnovo del Consiglio regionale del Veneto nella lista di Fratelli d’Italia proprio per il Collegio provinciale di Vicenza a sostegno del Presidente Luca Zaia.
Sentiamolo così come stiamo sentendo e sentiremo da oggi in poi altri candidati delle varie formazioni, specialmente quelli che non stanno usando fin d’ora fondi consistenti per farsi pubblicità.
Qual è stato il percorso che ha portato alla sua candidatura?
È un percorso che parte da lontano, fatto di militanza, impegno e lavoro costante sul territorio assieme ai tanti dirigenti, militanti e amministratori che hanno garantito in questi anni la tenuta e la crescita del progetto politico di Fratelli d’Italia e di Giorgia Meloni. Abbiamo affrontato una lunga traversata nel deserto per evitare che andasse dispersa una storia e una tradizione politico-culturale importante come quella rappresentata dalla destra italiana. In questi anni da coordinatore del partito per la provincia di Vicenza ho lavorato per radicare sul territorio Fratelli d’Italia con l’obiettivo di far crescere il consenso nei confronti di un progetto politico serio e coerente, tanto a livello nazionale quanto a livello locale.
Ho dato la mia disponibilità alla candidatura per portare all’interno del Consiglio regionale del Veneto le istanze del territorio e delle categorie e per rappresentare i principi ed i valori che contraddistinguono la nostra azione politica. Anche in questa occasione non mi sottraggo e darò il mio contributo, da militante ancor prima che da dirigente, alla crescita di Fratelli d’Italia. Del resto è quello che ho sempre fatto sin dall’inizio di questo percorso, e l’ho fatto gratuitamente e senza comode e ben remunerate poltrone, anche quando era molto più difficile e non godevamo del consenso che abbiamo oggi.
La mia è una scelta di coerenza per andare a rappresentare chi la politica la vive come passione e non come un’occupazione stabile. Io vivo del mio lavoro, la politica per me è uno strumento con il quale affermare principi e valori in cui credo, difendere una visione del mondo. Per me che ho iniziato a “fare politica” a destra all’età di 14 anni nel movimento giovanile di Alleanza Nazionale, che per anni è stato guidato proprio da Giorgia Meloni, è un onore poter affrontare questa competizione elettorale sotto le bandiere di Fratelli d’Italia.
Forte, quali sono gli obiettivi del partito nella prossima legislatura del Consiglio regionale del Veneto?
Fratelli d’Italia in questi anni ha saputo tradurre in azione quotidiana un concetto troppo spesso predicato ma altrettanto poco spesso praticato: la coerenza. Questo ci ha permesso di recitare un ruolo da protagonisti anche nella scorsa legislatura in Consiglio regionale del Veneto, grazie all’azione incisiva di Sergio Berlato che, pur essendo l’unico rappresentante eletto nelle fila di Fratelli d’Italia, ha saputo garantire dignità e voce alla nostra proposta politica, difendendo le istanze delle categorie economiche e sociali, senza tralasciare mai importanti battaglie di principio come quelle in difesa e supporto della famiglia naturale, della vita e contro la diffusione dell’ideologia gender solo per fare alcuni esempi.
Oggi affrontiamo una competizione elettorale a sostegno di Luca Zaia con un consenso ben più ampio rispetto a quello del 2015 e con la possibilità concreta di eleggere una pattuglia di Consiglieri regionali che daranno ancora più forza alla nostra azione politica. Sarà sicuramente una legislatura difficile, considerato che dopo l’emergenza sanitaria saremo chiamati a dare risposte a quella che si prospetta come una dura crisi economica ed occupazionale di proporzioni e durata ancora non quantificabili.
Per questo la nostra azione politica dovrà essere tesa ad affrontare questa emergenza razionalizzando le risorse e investendo nel supporto di famiglie, esercenti e piccole e medie imprese che rischiano di non riuscire a sopravvivere dopo i danni economici derivanti dalle misure adottate per contrastare la diffusione del Covid-19. In attesa delle risorse promesse dal Governo e mai viste, bisogna rimboccarsi le maniche e far da soli per quanto possibile. In quest’ottica, ad esempio, nei giorni scorsi abbiamo chiesto e ottenuto che in Comune a Vicenza venisse approvato un bilancio coraggioso per dare immediatamente risposte alle esigenze concrete delle categorie maggiormente in difficoltà.
E’ stata un’importante vittoria di Fratelli d’Italia condivisa con il sindaco e con tutta la maggioranza. Il ruolo di Coordinatore provinciale del Partito mi ha garantito nel recente passato la possibilità di essere costantemente a contatto con i nostri amministratori che hanno dimostrato nel tempo una grande capacità nell’intercettare e comprendere le esigenze del territorio e delle categorie. Questo elemento sarà fondamentale perché ci aiuterà a garantire risposte incisive e veloci.
A proposito di categorie: il suo rapporto con Sergio Berlato, che è anche suo suocero, e con il mondo della caccia e della cultura rurale?
Mia moglie Sara è la figlia di Sergio Berlato, ma non tutti sanno che ho conosciuto Sergio Berlato ben prima di conoscere mia moglie. Una conoscenza che parte da lontano, quando ero un giovane militante della cosiddetta destra sociale, una delle “correnti” che animavano il dibattito politico all’interno di Alleanza Nazionale e della quale Sergio Berlato era un esponente apicale.
Dunque oltre al rapporto familiare ci lega anche un rapporto politico di lunga data, nonché una comune passione che è quella per la caccia. Sono un cacciatore e sono orgoglioso di esserlo. Difendere le legittime istanze del mondo venatorio significa tutelare i diritti di centinaia di migliaia di cittadini dalla fedina penale perfettamente pulita (così come lo sono tutti i legali possessori di armi) che esercitano un’attività lecita, nel rispetto delle regole e per esercitare la quale pagano ogni anno milioni di euro in tasse di concessione con le quali si garantiscono servizi all’intera collettività. L’attività venatoria nel nostro Paese è rigidamente normata e riveste un ruolo fondamentale per garantire una corretta gestione faunistica e ambientale. Detto questo, l’impegno che ho sempre profuso per valorizzare, promuovere e difendere tutte le attività portatrici della cultura rurale sarà sicuramente un elemento caratterizzante del mio impegno in Consiglio regionale del Veneto.
Lei, Vincenzo Forte, è nato a Roma ma vive in Veneto da molti anni. Ha trovato particolari difficoltà?
Vivo e lavoro in Veneto da molti anni, ho sposato una veneta e le mie due figlie sono nate in Veneto. Posso ben affermare che per me il Veneto rappresenta una scelta d’amore che rinnovo ogni giorno. Non ho mai trovato alcuna difficoltà essendo stato educato al rispetto della storia, della cultura, delle tradizioni e delle identità locali. E questo a prescindere dalla latitudine, considerato che sono proprio le caratteristiche peculiari di ogni territorio a far grande la nostra Nazione. Difendere le istanze di Vicenza e del Veneto per me significa difendere il futuro della terra in cui ho scelto di vivere, lavorare e far crescere le mie figlie. Se qualcuno vuol far passare il concetto che se uno è nato altrove allora non può volere il bene del Veneto, evidentemente non ha argomenti più seri sui quali confrontarsi. Il mio impegno quotidiano sul territorio, l’affetto e la stima delle tante persone che mi accompagnano in questo percorso è la dimostrazione che alla gente interessano i fatti e non le chiacchiere. Ricordo che siamo Fratelli d’Italia.
Che tipo di campagna elettorale intende fare?
Oltre alle evidenti difficoltà di poter organizzare degli eventi con molto pubblico, a causa delle misure restrittive per il contenimento della diffusione del Covid-19, ci troviamo in un momento molto particolare, alle soglie di una spaventosa crisi economico-occupazionale. Ritengo per questo che la politica debba dare esempio di morigeratezza, senza cedere all’ostentazione e allo spreco di risorse in questa campagna elettorale.
Assieme alla comunità umana e politica che mi supporterà in questa competizione elettorale, abbiamo fatto la precisa scelta di utilizzare come mezzi di propaganda solamente internet, i cosiddetti “santini elettorali” e le affissioni di manifesti sulle plance elettorali gratuite, attraverso decine di squadre di volontari.
Una campagna elettorale a bassissimo costo basata sul rapporto umano e sulla capacità organizzativa di una squadra che in questi anni ha lavorato quotidianamente sul territorio per garantire risposte concrete alle esigenze dei cittadini e delle categorie. Chi ha bisogno di spendere tanti soldi in campagna elettorale evidentemente non ha lavorato bene sul territorio oppure ha l’esigenza di far comprendere in quale partito è candidato, avendone magari cambiati diversi negli ultimi tempi. Stesso discorso vale per chi ha fatto scelte dell’ultimo minuto, magari più per convenienza che per convinzione. Gli elettori avranno la possibilità, attraverso lo strumento delle preferenze, di scegliere facce nuove e premiare la coerenza, l’impegno, le capacità e la correttezza.
Un nostro parere a microfoni spenti su Vincenzo Forte?
Ebbene, vari punti ci dividono da Vincenzo Forte, e non potrebbe essere diversamente per cultura e formazione politica.
Su tutti, a livello generale, ci pesano l’ostracismo a quella che lui definisce l’ideologia gender e, a livello locale, la vicinanza a Zaia, di cui noi siamo tra quelli, pochi oggi per la verità, che ne evidenziano, e perciò siamo da lui attaccati anche nei tribunali, gli errori strategici piuttosto che farci irretire dalla sua innegabile capacità comunicativa.
Su un punto, non irrilevante, però non possiamo non apprezzarlo: l’attività sul campo, la convinzione nelle sue idee, l’elaborazione che ne fa, anche in contraddittorio, una parola oggi ignota ai politici possessori di verità, e, soprattutto, il suo impegno a metterle in atto senza usare come amplificatori i costosi paginoni sui giornali locali che nel tempo non molto hanno fatto veramente a favore del territorio.
A destra Vincenzo Forte è, di sicuro, un riferimento e una faccia più spendibile di molte altre, anche nel suo partito in cui, non a caso, sono arrivate da poco sull’onda dei consensi della Meloni.
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