Vini del Trentino Alto-Adige a Capodanno. “Wine Specialists Journal”: tra metodo classico e taglio bordolese

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Auguri dalla Wine Specialists Council
Auguri dalla Wine Specialists Council

Da infaticabili enonauti, anche nel giorno di Capodanno il nostro viaggio nel mondo dei vini prosegue in una regione estrema come il Trentino Alto-Adige, non solo per la sua posizione geografica, ai confini settentrionali del nostro Paese, con una storia contesa con il vicino impero Austro-ungarico, ma anche e soprattutto, per quel che ci riguarda, per la tipologia di territorio montuoso, che spesso rende davvero eroica la produzione di vite e la raccolta per i nostri produttori, i quali non si risparmiano, però, nel donarci vini di qualità in grado di competere a livello nazionale e internazionale in relazione all’eccellenza del metodo classico e del taglio bordolese.

Riserva Graal Brut,  Trento DOC 2014, Altemasi 12,5% vol.

Riserva Graal Brut Altemasi
Riserva Graal Brut Altemasi

Enonavigando nel Trentino, non potevano non accogliere con estremo piacere questo nobile metodo classico di casa nostra, un blend di Chardonnay e Pinot nero che si presenta di colore giallo, quasi dorato, la cui brillantezza viene spinta dalle bollicine persistenti e fini. Al naso si presenta assolutamente profumato, un pot-pourri di profumi che inizia con un fruttato di pera, ananas, mela verde e pompelmo giallo, ma anche con una sensazione di kiwi, quasi citrina, difficile da trovare in altri vini. A differenza di molti altri vini della stessa famiglia del “metodo classico”, l’Altemasi ha una sensazione fumata di crosta di pane che lascia percepire come netti tutti gli altri aromi, senza coprirli come spesso accade. Il floreale ci viene incontro con una sensazione di fiori gialli di campo, camomilla, peonia, una freschezza di campagna che ci arriva presto al naso insieme alla erbe aromatiche, soprattutto anice stellato. C’è tanta mineralità in questo vino, infatti colpiscono subito le sensazioni di grafite e di pietra focaia, si percepiscono le spezie e le tostature, soprattutto di nocciola. Tra i profumi balsamici si presenta con eleganza il sentore di miele e di cera d’api, ma l’aspetto interessante è che nessun profumo copre l’altro, per cui non esitiamo a definirlo intenso, complesso con una qualità sicuramente definita. C’è da dire che la bollicina, cremosa e carezzevole, dona al vino una sensazione di morbidezza e di rotondità, che si accompagna, nel momento in cui scende giù verso i lati della lingua, ad una rotondità e acidità netta e piacevole. Si tratta di un vino che nel suo corpo è medio, ma sicuramente in evoluzione in virtù di un’acidità ancora preponderante. La percezione retrolfattiva è persistente per una qualità definita, anche grazie ai 72 mesi di affinamento che fa in bottiglia. Abbiamo pensato ad un abbinamento ideale con fritture di tutti i tipi, ma anche un risotto al radicchio, minestre di farro, tuttavia la bellezza della bollicina è quella di essere sicuramente sempre adeguata lungo tutto il pasto.

San Leonardo 2015, San Leonardo  13% vol.

San Leonardo
San Leonardo

Questo fantastico blend trentino di Cabernet Sauvignon, Carmenère e Merlot è un vino in grado di competere a testa alta a livello di qualità con i suoi competitor Supertuscan grazie al suo carattere e al lungo affinamento in barrique, che lo rendono davvero speciale. Il suo colore rosso con riflesso granato conferisce limpidezza e compattezza al vino, per un impatto olfattivo potente, che si manifesta in prima battuta con profumi di melograno, ciliegie o marasche sotto spirito, carruba, prugna e mirtillo. Netta è anche la fragranza di fiori rossi, tra cui prevale la viola, ma si avverte anche leggero sentore vegetale di peperone. Tra le erbe aromatiche riconosciamo la salvia, l’origano e anche vagamente il timo, per poi percepire una nota di grafite tra i minerali e tra le tante spezie che si avvertono ci sono il pepe, la china calissaia, l’inchiostro e la radice di liquirizia. Al primo sorso poi verranno fuori altri sentori, come la cannella, mentre tra le tostature possiamo annoverare sentori di tabacco scuro Kentucky, caffè e mallo di noce. Non mancano note balsamiche di mentolo ed eucalipto, che anticipano le sensazioni fumate dell’etereo, tra cui un leggero e tipico odore di benzina e catrame di asfalto fresco. Lungo e ampio nella persistenza dei suoi profumi, questo San Leonardo si presenta di qualità assolutamente definita all’olfatto. Al primo sorso prevale una sensazione leggermente astringente, sebbene sia indubbiamente sapido e di corpo, al punto da essere chiaramente ancora in evoluzione. In bocca resta una lieve sensazione amarognola, quasi fumé, insieme ad una morbidezza quasi burrosa, per una persistenza altrettanto lunga, proprio quanto il suo profumo. Le caratteristiche di questo vino con una acidità così preponderante, che non viene compensata dalle morbidezze e che non si rilevano avvolgenti, bensì rotonde, ci consentono di affermare che si tratta di un vino che ha ancora tanta vita davanti a sé, per cui è sicuramente da affinare. San Leonardo potrebbe benissimo accompagnare pietanze che contengano un po’ di grasso, ma anche quella umidità e intensità gustativa tipica di uno spezzatino di cacciagione.