Nel commentare la seguente affermazione di un poeta, ”l’universo intero è in un bicchiere di vino”, Richard Feynman, premio nobel per la Fisica nel 1965 disse: “Probabilmente non sapremo mai in che senso lo disse, perché i poeti non scrivono per essere compresi. Ma è vero che se osserviamo un bicchiere di vino abbastanza attentamente vediamo l’intero universo.
Ci sono le cose della fisica: il liquido turbolento e in evaporazione in funzione del vento e del tempo, il riflesso sul vetro del bicchiere, e la nostra immaginazione aggiunge gli atomi. Il vetro è un distillato di rocce della terra, e nella sua composizione vediamo i segreti dell’età dell’universo e l’evoluzione delle stelle. Ci sono i fermenti, gli enzimi, i substrati e i prodotti. Nel vino si trova la grande generalizzazione: tutta la vita è in fermentazione”.
Il vino ormai attrae sempre più appassionati e un grande pubblico sempre più eterogeneo. Ultimamente si fa strada la consapevolezza e la considerazione del vino quale bene culturale ed espressione di tradizioni territoriali. Un vino, un profumo, sono insieme sempre una realtà’ definita. Il profumo è indubbiamente l’aspetto più bello di quello che gli antichi chiamavano “il nettare degli dei”. Nel vino, il profumo è il senso più straordinario, perché è anche il linguaggio della sua composizione, della sua storia, delle sue tradizioni, dei territori in cui nasce e dei microclimi che ne accarezzano i giorni.
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Oggi per avvicinarsi all’identità e il legame di un vino alla sua terra, vi suggerisco di degustare, tra le diverse eccellenze della nostra regione, due prodotti autoctoni della zona dei Colli Euganei, il Serprino e il Moscato Fior d’arancio, protagonisti di un territorio dalle millenarie tradizioni vitivinicole.
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